Nella mattinata di domenica 5 marzo un uomo è stato aggredito da un orso mentre passeggiava in compagnia del proprio cane lungo un sentiero a 2000 metri di altitudine nei pressi di Pracorno, una piccola località della Val di Rabbi, a pochi chilometri da Malé, in Trentino occidentale. L'uomo si chiama Alessandro Cicolini, ha 39 anni ed è il fratello del Sindaco di Rabbi, Lorenzo Cicolini.
Non si trova in pericolo di vita ma, per via delle ferite alla testa e al braccio, si sono rese necessarie le cure presso il vicino ospedale di Cles. Secondo quanto diffuso dall'ufficio stampa provinciale in un comunicato, i Carabinieri della Forestale sono giunti immediatamente sul posto, hanno avviato i primi accertamenti sull'incidente e le procedure per risalire all'identità dell'esemplare.
Maurizio Fugatti, Presidente della Provincia autonoma di Trento. ha fatto sapere attraverso il suo profilo Facebook, di aver segnalato l'episodio al Ministro all'Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin: «Prendo l'impegno di tenerlo costantemente aggiornato e lo invito ad affrontare assieme un problema che non può più essere tenuto in sospeso».
Lav: «L'uomo è scappato correndo: comportamenti inammissibili che mettono in allarme l'animale»
«Chiediamo che vengano fatte delle indagini approfondite su quanto avvenuto, perché potrebbe trattarsi di un'orsa che si muoveva con il proprio cucciolo e, inoltre, dalle prime informazioni emerge che l'uomo ha cercato di scappare correndo dal luogo dell'incontro. Le indagini devono coinvolgere non solo il Corpo Forestale Provinciale, ma anche il Centro di referenza per la medicina forense veterinaria istituito presso l’Istituto Zooprofilattico di Lazio e Toscana – spiega a Kodami Massimo Vitturi, responsabile nazionale della LAV per il settore animali selvatici – Inoltre, l'uomo era accompagnato dal proprio cane e non sappiamo se era tenuto al guinzaglio. Si tratta di due dettagli particolarmente rilevanti per comprendere la vicenda e determinare quali siano state le cause dell'aggressione. Non possiamo più tollerare che gli orsi vengano condannati all’ergastolo o alla pena di morte, quando la storia ci insegna che gli incidenti sono sempre il risultato di comportamenti umani inadeguati».
Secondo Vitturi, però, la responsabilità di quanto avvenuto non va data alla vittima, bensì alla scarsa diffusione di informazioni adeguate da parte della Provincia autonoma di Trento: «Siamo dispiaciuti per la vittima e speriamo si rimetta presto ma non è ammissibile che vi sia ancora un'ignoranza tale da fuggire correndo con il proprio cane in presenza di un orso – aggiunge il responsabile della Lav – Le associazioni e i Parchi fanno del proprio meglio per diffondere comportamenti corretti, mentre la la Provincia non fa nulla. Ecco perché accadono ancora incidenti di questo tipo».
Proprio su Kodami abbiamo realizzato un video del nostro format "Incontri selvaggi" in cui spieghiamo quali sono i comportamenti corretti da tenere nel caso di incontro con un orso.
Il destino degli orsi protagonisti di aggressioni
Quanto avvenuto in Val di Rabbi rappresenta il primo incontro accertato di questo 2023 che, per via delle temperature miti e le scarse precipitazioni nevose degli ultimi mesi, potrebbe portare i plantigradi ad anticipare le proprie attività dopo il periodo di ibernazione invernale.
Come riportato anche nel report annuale del 2021 sui grandi carnivori in Provincia di Trento, però, gli incontri di questo tipo sono una ristrettissima minoranza, mentre nella maggior parte dei casi (24 segnalazioni nel 2021), l'animale manifesta indifferenza nei confronti delle persone, oppure si allontana velocemente.
Inoltre, a oltre 20 anni dalla reintroduzione della specie e a fronte di una popolazione di oltre 100 individui, si tratta del quinto soggetto protagonista di un'aggressione, dopo Daniza, JJ4, M57 e KJ2 (per due volte).
Per risalire al precedente evento di questo genere bisogna tornare indietro all'agosto del 2020, quando M57 aggredì un Carabiniere ad Andalo. Catturato pochi giorni dopo dalla Provincia, l'orso si trova oggi in un parco faunistico in Ungheria.
Kj2, invece, l'orsa che nel 2015 aveva aggredito un escursionista e, due anni dopo un uomo che si trovava insieme al suo cane nei boschi di Cadine, venne uccisa nell'agosto del 2017 sul Monte Bondone, con un colpo di fucile sparato dagli uomini della forestale.
Secondo la Provincia, infatti, il comportamento dell'orsa sarebbe stato riferibile all'ultimo punto (in ordine di pericolosità) citato nel Pacobace: «L'orso attacca senza ricevere provocazioni» e richiedeva, quindi, questo tipo di intervento.
Il destino del soggetto che ha aggredito Cicolini in Val di Rabbi, invece, non è ancora chiaro e la Provincia non si è esposta in merito. Ciò che è certo è che con il passare del tempo le normative sono cambiate e, secondo Vitturi, questo potrebbe portare più rapidamente all'uccisione dei soggetti protagonisti di aggressioni.
«Con l'entrata in vigore, nel dicembre del 2022, dell'emendamento "caccia selvaggia", c'è il rischio che le linee guida dettate dal Pacobace vengano messe da parte e venga concesso ai cacciatori di sparare all'orso con la scusa della sicurezza, anche se l'animale si trova in aree protette o urbane – spiega il responsabile della Lav – La Provincia potrebbe inoltre aggirare i pareri scientifici e non necessitare più di una verifica preventiva di Ispra. Si tratta di un elemento inaccettabile, per questo motivo nelle prossime settimane scenderemo in piazza e chiederemo che venga annullato».
Nelle ore successive all'incidente si aggiunge anche il commento di Oipa. In un comunicato, l'organizzazione sottolinea infatti che, appena pochi giorni fa, il Ministro Pichetto Fratin, in occasione della Giornata mondiale della fauna selvatica, ne definito la tutela animale come un dovere imprescindibile.
«Conosciamo le prassi della Provincia di Trento e, purtroppo, contraddicono la riflessione del Ministro – commenta il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto – Se l’obiettivo è quello di potenziare le azioni di tutela e ristabilire la connettività ecologica, questo dovrà essere necessariamente rispettato anche dalle Province autonome nella gestione dei grandi carnivori».