Ancora un avvistamento di un orso per le strade di borghi della Val di Sole, in Trentino, stavolta a Dimaro Folgarida, dove un giovane esemplare si è avvicinato a un’abitazione ai margini del paese nel cuore della notte, scatenando la reazione del cane di famiglia, che si è messo ad abbaiare.
Il sindaco di Dimaro, Andrea Lazzaroni, ha confermato alla Rai che «la scorsa notte dei signori che abitano alla fine del paese si sono trovati l'orso accanto a casa. Un cucciolo a prima vista non aggressivo, ma molto confidente». La coppia è riuscita a far rientrare il cane in casa, evitando così un contatto con il plantigrado e quando ha visto l’orso ha subito allertato i funzionari del Corpo forestale della Provincia autonoma di Trento, ma nel frattempo il giovane orso ha ritrovato la strada verso i boschi e si è allontanato.
Si tratta del terzo avvistamento in una settimana dopo quelli di Cavizzana e di Arco. Nel primo caso si è trattato di un cucciolo con un adulto che si è avvicinato a una casa, nel secondo di un adulto immortalato mentre correva per le strade del paese. Episodi molto frequenti in questa stagione, quella in cui gli esemplari più giovani iniziano ad allontanarsi dai loro territori e dalle madri per cercare nuove zone in cui stabilirsi.
E in Trentino, dove il numero di orsi è aumentato negli ultimi anni e dove gli insediamenti urbani sorgono a pochi passi da boschi e montagne, sempre più spesso i plantigradi si avvicinino ai contesti antropizzati in cerca di cibo o finiscano anche sulle strade, con tutti i rischi che questo comporta. Nel caso di Dimaro, così come in quelli di Cavizzana e di Arco, si è trattato di incontri che non hanno avuto conseguenze, anche se sono molti i cittadini che, dopo quanto accaduto ad Andrea Papi, il 26enne trovato morto nei boschi della Val di Sole lo scorso 6 aprile, si dicono spaventati dalla presenza degli orsi.
A questo si aggiunge la linea adottata dal presidente della Provincia, Massimo Fugatti, che ha di fatto dichiarato guerra a questi grandi carnivori, chiedendo a gran voce di poter procedere con gli abbattimenti per limitarne il numero. E simboli di questa battaglia sono diventati JJ4 e MJ5, la prima detenuta al Casteller perché considerata la responsabile della morte di Papi, il secondo ancora in libertà ma “ricercato” perché ritenuto responsabile del ferimento di un escursionista in Val di Rabbi. Contro entrambi è stato emanato un ordine di abbattimento che il Tar di Trento, lo scorso 25 maggio, ha sospeso, rimandando la decisione al 27 giugno.