Ottime notizie per i rarissimi ghepardi asiatici: in Iran, sono nati tre cuccioli «in salute». Secondo il capo del Dipartimento dell'Ambiente, Ali Salajegheh, è la prima volta che questa sottospecie si riesce a riprodurre in cattività.
La madre "Iran" è infatti ospite del Touran Wildlife Refuge nella provincia di Semnan, a est di Teheran. Per garantire la buona salute dei cuccioli, i veterinari del centro le hanno praticato un parto cesareo ed ora madre e cuccioli sono monitorati in terapia intensiva: «Questa è la prima nascita di un ghepardo asiatico in cattività – ha affermato Ali Salajegheh – Preservando questi cuccioli, possiamo aumentare la popolazione di ghepardi in cattività e poi in semi-cattività»
I ghepardi asiatici (Acinonyx jubatus venaticus) sono una delle quattro sottospecie di ghepardo attualmente esistenti, l'animale terrestre più veloce del pianeta, in grado di superare i cento chilometri orari in corsa. Questi felini un tempo inseguivano le loro prede dalle propaggini orientali dell'India alla costa della penisola del Sinai. Il ghepardo asiatico si è discostato dalla popolazione di ghepardi in Africa tra 32.000 e 67.000 anni fa. Durante il dominio britannico in India questo animale era chiamato leopardo da caccia, a causa della diffusissima abitudine dei principi indiani di adoperare i ghepardi nella caccia all'antilope.
L'Iran è uno degli ultimi paesi al mondo in cui questi animali rarissimi vivono allo stato brado, considerati dalla IUCN in pericolo critico di estinzione, e ha avviato un programma di protezione sostenuto dalle Nazioni Unite nel 2001. Secondo le ultime stime, ne rimarrebbero solo dodici in tutta la nazione, un calo drammatico rispetto ai 100 stimati nel 2010. Nel 2014, la nazionale di calcio ha omaggiato il ghepardo asiatico raffigurandolo sulle sue maglie per il torneo di Coppa del Mondo. I pericoli che affliggono questi rapidissimi felini sono numerosi, come siccità, bracconaggio ed incidenti stradali.
«Le misure che abbiamo adottato per aumentare la protezione, la riproduzione e l'installazione di segnali stradali non sono state sufficienti per salvare questa specie», ha recentemente dichiarato a riguardo il viceministro dell'ambiente iraniano Hassan Akbari.