Coldiretti torna a chiedere più abbattimenti di cinghiali e invoca l'intervento dell'esercito. Nel frattempo tre nuovi casi di peste suina sono stati riscontrati tra Liguria e Piemonte. Dopo il tavolo di crisi sollecitato dagli agricoltori e che si è svolto lo scorso 27 ottobre in Regione a Genova, l'organizzazione torna a chiedere in via ufficiale alle istituzioni una previsione circa l’abbattimento dei cinghiali per il periodo 2022/2023 e chiede l'intervento dell'esercito.
Tra le criticità emerse durante l'incontro ed evidenziate dai cacciatori presenti, l’eccessiva burocrazia applicata nel contenimento della peste suina: «Per questo abbiamo la percezione – spiega Coldiretti – per non dire quasi la certezza, che il numero di 35.451 cinghiali di cui sarebbe previsto l’abbattimento verrà disatteso dalla stessa Regione».
Gli agricoltori denunciano le perdite di reddito e il ritardo sulle uccisioni: «Riteniamo assurdo – incalzano Gianluca Boeri e Bruno Rivarossa, presidente di Coldiretti Liguria e delegato confederale – che non siano state previste misure suppletive per l’eradicazione della Peste Suina Africana sul territorio regionale. Come Coldiretti, abbiamo rimarcato la nostra più ferma volontà di non voler scendere a compromessi: il contingente cacciabile non può e non deve andare sotto i 35.451 capi previsti».
Per Coldiretti le istituzioni devono prenderne atto e trovare una via alternativa per portare a termine le operazioni di abbattimento a loro dire fondamentali per la sicurezza di cittadini, agricoltori e allevatori della Liguria, arrivando a mettere in campo anche l'esercito se necessario. «Il territorio deve essere tutelato e messo in sicurezza – continuano presidente e delegato – È evidente, infatti, che i problemi legati ai danni provocati dagli ungulati stia gravando sempre più sulla Liguria, in maniera per di più inversamente proporzionale rispetto ai contingenti inseriti nel Priu».
I cinghiali, per gli agricoltori, non solo rappresentano il principale veicolo di diffusione della Peste suina africana (Psa) ma, con oltre 2,3 milioni di animali intorno alla città e nelle campagne, metterebbero a rischio l’incolumità di tutti i cittadini. «La Liguria vive ogni giorno un pericolo concreto in termini sia economici che di tutela delle persone fisiche e delle colture, oltre che per la sicurezza stradale, con crescenti segnalazioni di raccolti devastati e incidenti sulle nostre strade».
In virtù di ciò, la Federazione regionale ligure ha esortato la Regione ad effettuare una nuova stima: «Chiediamo nei vari Ambiti Territoriali di Caccia (Atc) – concludono Boeri e Rivarossa – una stima puntuale di quelli che sono gli abbattimenti per la corrente stagione venatoria rispetto a quelli previsti dal Priu e esortiamo le istituzioni ad attivarsi immediatamente con gli uffici ministeriali di competenza e con il Commissario straordinario per la prevenzione e il contenimento della Psa, Angelo Ferrari, così da poter mettere in campo quanto prima e in maniera ottimale tutte le suddette misure di contenimento e abbattimento degli ungulati».
Tre nuovi casi di peste suina, intanto, sono stati riscontrati nelle ultime ore, due in provincia di Genova, a Busalla e uno a Grondona in Piemonte.
L'Istituto Zooprofilattico Sperimentale ha comunicato il rilevamento di tre nuovi casi di peste suina al 16 novembre. Due sono stati riscontrati in provincia di Genova, a Busalla (dodici casi totali da inizio emergenza), e uno a Grondona in Piemonte. Le positività riscontrate in Liguria dal 27 dicembre 2021 al 16 novembre 2022 salgono quindi a 69, 123 invece i casi accertati in Piemonte per un totale di 192 nella cosiddetta ‘zona di protezione'. I comuni della Liguria dove sono stati riscontrati più casi finora sono quelli di Campo Ligure e Rossiglione con 13 positività accertate per ciascuno, poi Busalla che sale a 12.