Un team di ricercatori ha scoperto tre nuove specie di vermi bioluminescenti marini provenienti da diverse zone del Giappone. Lo scopo adesso è studiarli per compiere un ulteriore passo nella comprensione della natura molecolare della bioluminescenza.
La bioluminescenza è un fenomeno ampiamente osservato in diversi organismi capaci di trasformare l'energia chimica in energia luminosa. In diverse zone del mondo i turisti restano meravigliati quando, passeggiando di notte sulla spiaggia, appare sotto i loro occhi un bagliore luminoso di un azzurro intenso lungo tutta la costa bagnata dall’oceano. Questo magico effetto è causato dal plancton bioluminescente presente nelle calde acque delle zone costiere.
L'80% degli organismi bioluminescenti, infatti, abita nel mare. Tra questi sono presenti meduse, pesci, batteri, invertebrati planctonici, molluschi, crostacei e anellidi. A quest'ultimo gruppo appartengono i vermi del genere Polycirrus, invertebrati presenti in acque poco profonde e colonizzanti svariate tipologie di ambienti: sedimenti sabbiosi o fangosi, praterie di fanerogame, l'interno delle spugne, le fessure di rocce e i substrati dei coralli. Ciò per cui sono maggiormente noti, però, è la loro bioluminescenza.
Attualmente solo una piccola parte delle 7000 specie bioluminescenti note è stata studiata, in quanto creature difficili da classificare. Ironia della sorte, è proprio durante un lavoro volto alla classificazione di tali organismi che gli scienziati dell'Università giapponese di Nagoya si sono trovati davanti a tre nuove specie di vermi bioluminescenti, la cui descrizione è stata pubblicata sulla rivista Royal Society Open Science.
«Inizialmente, si credeva che gli organismi bioluminescenti utilizzati nel nostro studio appartenessero a una singola specie, ma abbiamo scoperto che in realtà di specie nuove ce ne erano tre», afferma Naoto Jimi, assistente professore dell'Università di Nagoya. La loro unicità non è dovuta solo alla particolare luminescenza viola-bluastra, ma anche ai nomi che gli sono stati dati dal team di ricercatori: Polycirrus onibi , Polycirrus aoandon e Polycirrus ikeguchii.
Gli scienziati hanno preso ispirazione dai racconti popolari del Giappone dove onibi, ovvero "fuoco demoniaco", descrive un tipo di fuoco fatuo a forma di piccola sfera di luce fluttuante che si ritiene porti fuori strada i viaggiatori nelle montagne e nelle foreste. Aoandon, che significa "lanterna blu" invece, rappresenta un fantasma in vesti di donna che indossa un kimono bianco con corna e denti aguzzi. Infesta le lanterne che si trovano nelle case giapponesi trasformando la loro luce in un colore blu innaturale. Infine, Polycirrus ikeguchii porta questo nome in onore di Shinichiro Ikeguchi, l'ex direttore dell'Acquario di Notojima.
«La scoperta che tutte e tre le nuove specie sono bioluminescenti ci ha permesso di collegare le scoperte tassonomiche ed ecologiche», ha affermato Jimi. L'obiettivo dei ricercatori è quello di approfondire le conoscenze sulla bioluminescenza e sui meccanismi che ne fanno parte, in quanto estremamente affascinanti e potenzialmente utili per lo sviluppo di nuove tecnologie legate alla medicina e alla salute umana.