Tre leoni in gabbia nel centro di Roma, sul set del film di uno dei registi italiani più noti, che già nei giorni scorsi aveva portato nella Capitale anche alcuni elefanti, fatti sfilare ai Fori Imperiali. E scoppia la polemica su Nanni Moretti, accusato dalle associazioni di sfruttare animali selvatici per ragioni cinematografiche, soprattutto in un’epoca in cui la tecnologia consente di riprodurli fedelmente in modo digitale, senza sottoporli a stress e sofferenze.
La denuncia arriva dalla Lav, che ha puntato il dito contro il regista e la produzione del film, “Il Sol dell’Avvenire”, le cui riprese sono iniziate a marzo: «Guardando queste immagini ci sorge spontaneo un quesito: ma davvero nel 2022 è necessario utilizzare animali sui set quando la tecnologia ha fatto passi da gigante? – si chiede l’associazione condividendo le foto di Matteo Nardone – Come può l’Italia essere sempre il fanalino di coda nell’innovazione, lavorando come se fossimo a metà del 900? Il film “Vita di Pi”, tanto per fare un esempio, acclamato dalla critica e dal pubblico e con un incasso di oltre 600 milioni di dollari, ha come protagonista una tigre del Bengala. Lei e tutti gli animali della pellicola sono stati ricreati fedelmente al computer con la tecnica CGI (Computer-generated imagery)».
«A Roma chi ha dato il permesso a Nanni Moretti di portare tre leoni liberi in mezzo alle case? Essendo animali definiti “pericolosi” e protetti dal Trattato di Washington, serve un’autorizzazione da parte dell’Asl e dei carabinieri Cites», sottolinea ancora l’associazione, chiamando in causa il regolamento comunale per la tutela degli animali di Roma, che all’articolo 8, comma 15, stabilisce che «è vietato lasciare animali chiusi in qualsiasi autoveicolo e/o rimorchio o altro mezzo di contenzione al sole dal mese di aprile al mese di ottobre compreso di ogni anno». Nel caso di Moretti, i leoni sono rimasti chiusi in una gabbia, che appare tra l’altro decisamente troppo piccola, soprattutto con le temperature record di questi giorni nella Capitale.
«Ci aspettiamo infine che vi sia stata comunicazione all’Ufficio Tutela Animali di Roma, come definito dall’articolo 16 comma 6, ovvero: “L’utilizzo di animali per riprese di cinema, tv, pubblicità, deve essere preventivamente comunicato, specificando modalità, condizioni di impiego e provenienza degli animali, all’Ufficio comunale competente per la tutela degli animali che potrà stabilire di volta in volta in maniera specifica le modalità di tutela dei soggetti che si intendono impiegare fra le quali la presenza sul luogo delle riprese di un proprio delegato al controllo”».
«Se il cinema e lo spettacolo rinunciassero all’uso di animali veri durante le loro riprese, il commercio e la detenzione di tantissime specie esotiche non avrebbero più senso di esistere. Un vero colpo al cuore del traffico di animali», sottolinea la Lav, che ha chiesto risposte agli interrogativi sollevati al sindaco Roberto Gualtieri e all’assessora con delega agli Animali, Sabrina Alfonsi: «Invece al mondo dello spettacolo, del cinema e della pubblicità poniamo una semplice domanda: perché volete essere complici di tutto questo?». Poi la richiesta avanzata ormai da tempo di proibire l’impiego di animali nel cinema e nella pubblicità, preferendo invece la Computer-generated imagery, che non mette a rischio la loro salute né incentiva un business che viene portato avanti sulla loro pelle: «Tutti gli animali hanno diritto a una vita libera e dignitosa».