Tre delfini morti, senza neanche darne notizia. Tutti nello stesso acquario, il Mediterraneo Marine Park di Malta. Due erano stati catturati a largo di Cuba vent’anni fa. E per vent’anni sono stati costretti ad esibirsi per far sì che lauti guadagni arrivassero nelle tasche dei loro detentori. La terza, sette anni, è stata partorita nello stesso acquario, ha nuotato per 2.555 giorni e notti in una piscina di cemento, credendo che quella fosse la vita vera.
Oggi Onda, Mar e Melita, le tre protagoniste di questa storia che attende una risposta sulle cause della loro morte e sul perché non siano state comunicate, diventano un simbolo a ridosso anche della Giornata Internazionale contro la violenza contro gli animali. Perché la violenza non è solo disfarsene legandoli ad un guardrail, tenerli a catena, ucciderli a bastonate o lasciarli marcire in un canile dopo averli abbandonati. La crudeltà verso gli animali è anche nel loro sfruttamento. Nel privarli delle condizioni di vita che eticamente sarebbero loro consone, per trarne guadagno. Nell’imporgli comportamenti lesivi della loro dignità di esseri senzienti: come saltare dall’acqua dentro un cerchio infuocato per ricevere in premio un pesciolino surgelato, quando la tua natura ti avrebbe portato a nuotare per chilometri nelle acque profonde e salate del mare, mangiando pesciolini vivi e senza bisogno di essere nutrito artificialmente.
Onda, Mar e Melita, morte nel delfinario dopo una vita di spettacoli
La notizia della morte dei tre delfini nel parco acquatico maltese è stata diffusa da Animal Liberation Malta a fine luglio, anche se in realtà risalirebbe al 2021, in particolare al periodo tra agosto e settembre. «Siamo stati informati della morte dei 3 delfini da Margaux Dodds, direttore della ONG Marine Connection con sede nel Regno Unito. I tre delfini che sono morti erano tutte femmine, una aveva appena 7 anni – spiegano – Normalmente i parchi internazionali non solo annunciano la morte dei loro delfini, ma pubblicano anche i risultati dei rapporti necroscopici, ma non è stato così a Malta. Il parco non è riuscito a fare alcun annuncio sui suoi social media né sul database ufficiale dei delfini in cattività. Possiamo solo indovinare le ragioni di questa segretezza».
Animal Liberation Malta, associazione che già nella sua mission si dedica a «sensibilizzare e agire contro tutte le forme di abuso sugli animali» non ha dubbi che i tre delfini siano stati sfruttati e abusati per tutta la loro vita e che il parco acquatico maltese dovrebbe essere considerato alla stregua di uno zoo proprio in ragione di questo sfruttamento per fini commerciali. «Mediteraneo non è altro che un circo acquatico permanente e ora dopo la morte di Mar, Onda e Melita purtroppo è passato da circo a loro cimitero – chiariscono, sottolineando che per la legge maltese la spettacolarizzazione degli animali nei circhi è un reato – Il capitolo 439 della legge sul benessere degli animali definisce un circo come “qualsiasi luogo in cui gli animali sono introdotti a fini di prestazioni, manovre, spettacoli o altro, e comprende qualsiasi luogo in cui gli animali utilizzati in tali circhi sono tenuti o addestrati”. Questo dimostra chiaramente che il Mediterraneo è di fatto per definizione dello stesso atto un circo, e che dovrebbe fermare questo tipo di intrattenimento». Concludendo che «è difficile capire come il governo sia stato così coraggioso da vietare i circhi animali, ma abbia dato la licenza per Mediterraneo di operare con licenza zoo».
Come funziona il Mediterraneo Marine Park di Malta
Come opera dunque il Mediterraneo Marine Park di Malta? Il parco acquatico offre un ingresso a 16 euro per adulti e a 11 euro per i bambini. Delfini, leoni marini, pappagalli e rettili sono le maggiori attrazioni proposte che possono essere osservate esibirsi in spettacoli frutto di addestramento. La cosa più grave, però, è certamente l’offerta delle “interazioni”. Infatti viene data la possibilità, ovviamente non gratis, di avere a disposizione un piccolo lasso di tempo per poter toccare, accarezzare e giocare con un animale selvatico ridotto in cattività.
È il parco stesso a spiegare sul suo sito: «Il nostro programma di interazione con i delfini è un incontro a terra con uno dei nostri delfini. Potrai toccarli e imparare alcuni segnali manuali per comunicare con loro. Sarai guidato da un professionista della cura degli animali che ti spiegherà tutto ciò che c'è da sapere per la tua interazione con uno dei nostri delfini. Tutti i partecipanti devono avere almeno 6 anni».
Il Dolphin Emotion Ticket, mezz’ora di interazione e uno sconto del 10% al ristorante, costano nel parco acquatico maltese 140 euro, che diventano 420 se vuole partecipare tutta la famiglia: due adulti e due bambini. Ma se il sogno è quello di emulare l’addestratore del delfino Flipper, come nell’omonimo film, entrando direttamente con lui in acqua e facendosi trascinare magari aggrappati alla sua pinna, il parco acquatico ha pronto un pacchetto completo: 1.250 euro per mezz’ora in vasca in sua compagnia, un bicchiere di prosecco e tre foto ricordo. «Crediamo che portare i ragazzi a guardare i delfini che lanciano baci e compiono altri comportamenti innaturali serva solo a desensibilizzare i bambini illudendoli che non c'è nulla sbagliato a rubare animali alla natura per tenerli schiavizzati ed eseguire trucchi guidati dal cibo in nome dell'intrattenimento umano – commenta Animal Liberation Malta che aggiunge – Sicuramente è crudele tenerli confinati quando possono avere tanta più qualità di vita nel loro habitat naturale. Ironicamente questi poveri delfini sono a solo un paio di metri dall'oceano aperto ma in realtà per Mar, Onda e Melita la morte era l'unica via d'uscita dal Mediterraneo».
L'alternativa: trasformare i delfinari in centri di recupero
L’alternativa ci sarebbe e, come sottolinea che l’organizzazione, sarebbe quella di trasformare delfinari e parchi acquatici in centri di recupero per questi animali. «Chiediamo al Office of the Commissioner for Animal Welfare (l’Ufficio del Commissario del Ministero dell’Agricoltura maltese nato per promuovere e difendere il benessere degli animali e gli standard più elevati di salute, custodia e trattamento degli animali) di indagare con quale pretesto a Mediterraneo è stata concessa la licenza di zoo. Esortiamo il governo ad essere ancora una volta audace, a prendere posizione e chiudere le porte del Mediterraneo, e a trasformare questo luogo in un centro di riabilitazione per creature acquatiche. La posizione del parco è perfetta in quanto vicinissimo alle coste e Malta avrebbe l'opportunità di essere la pioniera non solo della cura dei delfini ma anche di altre creature marine. I delfini rimasti – conclude l’associazione – dovrebbero avere l'opportunità di essere rimpatriati in un recinto marino per vivere una vita più naturale e terminare esibizioni ed esibizioni al pubblico»