Tre cinghiali uccisi durante una battuta di caccia nella zona appenninica orientale della provincia di Frosinone sono risultati portatori della trichinella, un parassita che inizialmente si localizza a livello intestinale e che può causare nell’uomo la trichinellosi, una zoonosi che si trasmette con il consumo di carne di animali infetti poco cotta.
A darne notizia sono stati i servizi veterinari della Asl, che a seguito di un’ispezione hanno identificato, rintracciato ed eliminato dal circuito alimentare la carne dei tre cinghiali, cacciati all’inizio della stagione venatoria 2022/2023. Proprio i cinghiali, insieme con maiali e cavalli, sono tra i principali portatori della Trichinella spiralis, e l’attività di prevenzione dei Servizi Veterinari della Asl di Frosinone (Ispezione Alimenti) con le associazioni territoriali di caccia (ATC FR1 e FR2) è finalizzata a individuare eventuali animali infetti cacciati e a eliminarne la carne dal circuito alimentare.
Nell’ultimo triennio sono stati identificati nel territorio della provincia ciociara 9 esemplari con il parassita in tre focolai diversi (compreso quello individuato nei giorni scorsi), localizzati nelle zone montane di confine. È anche sulla base di questi casi che tutti i cinghiali cacciati devono essere sottoposti a controllo trichinoscopico, con l’obiettivo di interrompere la catena di trasmissione del parassita sia tra gli animali sia soprattutto dagli animali all’uomo. La trichinella è in grado di infettare i mammiferi, gli uccelli e i rettili, soprattutto quelli carnivori e onnivori come maiali, cinghiali, volpi, ma anche cani e gatti. L’Istituto Superiore di Sanità ricorda che la trasmissione all'uomo avviene esclusivamente per via alimentare, e soltanto da animale a uomo.
Il periodo di incubazione è generalmente di circa 8-15 giorni, ma può variare da 5 a 45 giorni a seconda del numero di parassiti ingeriti. I sintomi classici sono diarrea (che è presente in circa il 40% degli individui infetti), dolori muscolari, debolezza, sudorazione, edemi alle palpebre superiori, fotofobia e febbre, e l’infezione può essere asintomatica così come aggravarsi, in rari casi, sino al decesso.
La caccia e la macellazione casalinga dei capi abbattuti sono le principali cause di trasmissione della trichinellosi. In Italia sono stati segnalati diversi focolai epidemici, diversi in Sardegna. Nella stragrande maggioranza dei casi le persone che hanno contratto la zoonosi avevano consumato carne suina cruda o poco cotta, come salsicce o carpacci appunto, ricavati dalla macellazione casalinga degli animali.