Quanto vale la vita del tuo cane? Per qualcuno poco più di 50 mila euro. A tanto ammonta il primo premio della corsa di cani da slitta che si tiene ogni anno a Iditarod in Alaska, dove nell'edizione appena conclusa sono morti 8 cani, 3 durante la gara e 5 in allenamento.
Ai cani che non ce l'hanno fatta vanno a sommarsi anche quelli feriti da alcune alci durante la competizione che attraversa le terre più selvagge dell’Alaska, regno della fauna selvatica.
L'alce (Alces alces) è la più grande specie appartenente alla famiglia dei cervidi con i suoi oltre 2 metri di altezza e i 3 metri di lunghezza, e un peso, che nei maschi adulti può superare i 600 chili. Pur non essendo un animale noto per la sua aggressività, la sua mole può risultare letale per animali più piccoli di lui, come appunto i cani e quando si sente minacciato può sfruttare anche i palchi per ferire. Tre sono i cani morti in pista a seguito dell'incontro con le alci. Mentre tra gli otto feriti c'è anche uno dei cani di Dallas Seavey, il vincitore della competizione, un veterano delle corse da slitta al suo sesto titolo.
L'Iditarod Trail Dog Sled Race porta le squadre da Anchorage attraverso più di 2.500 chilometri lungo un percorso che attraversa due catene montuose, il fiume Yukon e una parte del mare ghiacciato di Bering prima di terminare a Nome, a sud del circolo polare artico. La scelta della città d'arrivo non è casuale, proprio qui infatti scoppiò una grave epidemia di difterite e alcuni conduttori, insieme ai loro cani, intrapresero una disperata e forsennata corsa per recuperare il vaccino ad Anchorage e portarlo nella cittadina. L'Iditarod nasce proprio con lo scopo di commemorare l'impresa che rese famosi i cani Balto e Togo.
Erano cinque anni che non si verificavano incidenti mortali a danno dei cani. L'ultima a morire è stata Oshi, una femmina di 5 anni, morta pochi giorni dopo la competizione a causa di una polmonite.
A chiedere la fine della competizione è la Peta, l'associazione internazionale che da sempre si batte per fare terminare lo sfruttamento dei cani durante l'Iditarod, anche colpendo i numerosi sponsor della competizione.«È la vergogna dell'Alaska – ha ha dichiarato la vicepresidente della Peta, Tracy Reiman – Quanti altri cani dovranno morire prima che tutto questo finisca? La vita dei cani vale più di questo».
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