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19 Luglio 2022
15:11

Trasporto di animali vivi: nuovo incidente sulla A20

L'incidente mortale in Sicilia ha coinvolto decine di suini, nuove vittime della pratica del trasporto di animali vivi.

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maiali

Un incidente sull'autostrada A20 Messina-Palermo ha costretto nella mattinata del 18 luglio alla momentanea chiusura del tratto stradale tra Cefalù e Castelbuono. Lo scontro si è verificato all'interno della galleria Carbonara, dove un furgone Iveco che trasportava suini ha preso fuoco autonomamente, per motivi sui quali stanno indagando le Forze dell'ordine.

Il fumo che usciva dal mezzo ha rallentato il traffico nella galleria e poco dopo sulla corsia opposta un'auto che viaggiava a velocità sostenuta è finita contro un tir. L'uomo alla guida dell'auto è morto sul colpo.

Il trasporto di animali d'allevamento vivi è al centro di un lungo dibattito, in Italia e in Europa, che ha portato all'apertura di una serie d'inchieste arrivate sul tavolo del Parlamento Ue, come quella di Anit, Commissione d'inchiesta sulla protezione degli animali durante il trasporto.

Il dossier ha svelato che le disposizioni comunitarie in questo settore non vengono rispettate e non tengono pienamente conto delle diverse esigenze di trasporto degli animali. La dimostrazione empirica sono gli incidenti e i controlli seguiti da sanzioni che si verificano regolarmente in Italia. Prima dell'incidente che ha ucciso decine di suini in Sicilia, c'era stata la mattanza di Pasqua, quando migliaia di agnelli sono stati trasportati per ore senza acqua, cibo né soste, in piena violazione della normativa vigente. E volendo guardare poco più in là del Vecchio Continente, qualche settimana fa il naufragio di una nave eccessivamente carica ha portato alla morte di 15mila animali nelle acque del Mar Rosso.

«Esistono delle regole specifiche che regolano il trasporto degli animali vivi "da reddito", cioè quegli animali destinati al consumo umano – dice a Kodami Gianluca Romiti, comandante del Centro Operativo Autostradale della Polizia di Stato in Friuli Venezia Giulia – Ad alcuni può sembrare quasi un controsenso l'esistenza di leggi e controlli per garantire il benessere di animali destinati alla macellazione, eppure il Regolamento 1 del 2005 fornisce proprio un insieme di prescrizioni finalizzate a evitare agli animali inutili sofferenze».

Queste inutili sofferenze attuate durante il trasporto di suini, ovini, bovini e tutti gli altri animali che transitano sulle strade italiane ed europee hanno forme ben definite. «Il Regolamento è molto dettagliato, e cambia a seconda della specie – continua il Comandante – Ad esempio è vietato trasportare suini di meno di tre settimane, e ovini di meno di una settimana di vita, questo perché se si trasporta un animale eccessivamente giovane le sofferenze che gli si vanno ad infliggere sono etologicamente insostenibili».

Romiti come aveva spiegato parlando del business milionario dietro al traffico di cuccioli dall'Est Europa, torna a sottolineare il ruolo svolto dai servizi veterinari che accompagnano gli agenti durante le operazioni di controllo, proprio per valutare lo stato di salute e benessere degli animali trasportati.

Tutte le pattuglie della polizia stradale sono in grado di fare controlli random, come sottolinea il Comandante: «Ogni pattuglia ha la possibilità di fermare un carico, ma in determinati periodi dell'anno, come durante le feste religiose e il periodo estivo, ciò avviene in maniera più strutturata in equipe con numerose figure».

trasporto animali vivi
I controlli della Polizia sul trasporto di animali vivi

«Nel corso dei controlli troviamo mezzi sporchi, non disinfestati, e soprattutto animali sottoposti a un fortissimo stress – ricorda Romiti – In un caso particolare, la mancanza di divisori fra gli equidi trasportati aveva accresciuto l'aggressività degli animali tanto che un cavallo aveva strappato con un morso l'occhio del suo vicino. Sarebbe bastato un semplice divisorio per evitare un attacco simile».

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I controlli della Polizia sul trasporto di animali vivi

Anche i suini però risentono dello stress. Negli allevamenti si fa fronte al problema attraverso il taglio della coda, proprio per evitare che gli animali se la mordano vicendevolmente causando infezioni, ma nello spazio ancora più ristretto di un camion la violenza è pronta a esplodere in altri modi: «In un'altra occasione abbiamo rivenuto alcuni suini morti, fatti a brandelli dai compagni di viaggio a causa della eccessiva densità di carico», racconta Romiti.

Le condizioni degli animali contano già prima del trasporto, e anche se la destinazione finale è il macello. «L'animale deve essere idoneo al trasporto, altrimenti il viaggio diventa una sorta di via crucis – commenta Romiti – Per questo è così importante che il camion sia idoneo, abbia divisori, abbeveratoi e sistemi di aereazione. Elementi tutt'altro che marginali che garantiscano un minimo di comfort agli animali».

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Il problema del trasporto di animali vivi, però, è molto più ampio, e tocca oltre ai diritti degli animali trasportati, anche quello dei trasportatori a lunga percorrenza, le cui condizioni di lavoro sono da sempre al centro delle denunce delle associazioni di categoria come la Federazione autisti operai che ha lamentato a più riprese la scarsità delle pause accordate ai camionisti.

Non è raro che i camionisti non si fermino quando dovrebbero, cagionando un danno non solo agli animali che viaggiano con loro, ma anche a sé stessi. Nonostante siano previste per legge un certo numero di pause a fronte di decine di ore di viaggio, non sempre queste vengono rispettate, neanche per gli animali: «Tutti gli autisti professionale hanno tempi di guida e di riposo individuati per legge che si applicano anche agli animali con modalità diverse – spiega Romiti – Quando si è fermi ci deve essere un sistema di areazione e l'autista deve anche avere una qualificazione come guardiano, in ragione dei momenti di carico e scarico. Si tratta di una figura in grado di gestire la specie, che quindi la conosce e conosce le sue necessità».

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I controlli della Polizia sul trasporto di animali vivi

Gli incidenti mortali che in Sicilia hanno coinvolto persone e animai svelano che i Regolamenti europei esistenti e i controlli non sono sufficienti a risolvere tutti i problemi dietro al trasporto di animali vivi. Una pratica che deve essere oggetto di una riforma più ampia che porti a rivedere completamente l'idea di animale d'allevamento come merce o strumento finalizzato all'alimentazione umana.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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