Vendevano cuccioli di cani promossi come di razza che erano in realtà meticci, completamente privi di microchip, vaccini, certificazioni sanitarie e controlli. L’organizzazione, specializzata nel traffico illegale di cuccioli nel Lazio, è stata scoperta dai militari del Nipaaf, Nucleo Investigativo di polizia ambientale agroalimentare e forestale di Latina, in un’operazione condotta con i Carabinieri forestali di Latina, Sezze, Priverno, Cisterna e Cori e al nucleo carabinieri antisofisticazione e sanità di Latina.
In totale sono 14 le persone finite nel registro degli indagati e più di 100 i cuccioli sequestrati, al termine di un’inchiesta lunga e complessa partita dalla segnalazione di una famiglia di Latina e da un certosino lavoro di analisi degli annunci di vendita pubblicati online, come spesso accade con questa tipologia di business illegale e quasi sempre mortale per i cani che vi sono coinvolti.
Queste organizzazioni, che dalla vendita di cuccioli di razza (veri o presunti) generano ricavi milionari, sono infatti completamente disinteressati al benessere di cani. Che vengono quasi sempre movimentati dall’Est Europa in condizioni estreme, ammassati l’uno sull’altro in auto e furgoni, senza vaccinazioni, in condizioni igienico sanitarie inesistenti e ancora troppo piccoli per viaggiare. Il che comporta l’arrivo nelle case già fortemente debilitati, e dopo pochi giorni, spesso, la morte, che spinge le persone ad acquistare altri cuccioli. Dando vita a un circolo visiono che sfrutta la sofferenza di animali e umani.
L’organizzazione intercettata dai Carabinieri era attiva nei territori di Latina, Cisterna, Aprilia e Ladispoli (Roma). Gli annunci postati sul Web mettevano in vendita cuccioli di Bouledogue francese, Volpino di Pomerania e Cavalier King, risultati in realtà essere meticci, oltre che privi del pubblicizzato pedigree e di altri attestati che, oltre a certificare la razza, certificano anche le condizioni di salute. Nessun libretto di vaccinazione, né certificato di iscrizione all’anagrafe canina della Regione Lazio. E nel corso delle perquisizioni i Carabinieri hanno trovato a casa degli indagati farmaci veterinari di cui è possibile entrare in possesso soltanto se si è, appunto, veterinari, alcuni anche di provenienza estera. Ed è grazie a questi farmaci che gli investigatori sono risaliti a due veterinari coinvolti nel traffico illegale: i cani arrivavano nei loro studi di Ladispoli e Cerveteri, e qui venivano realizzate le false attestazioni dei pedigree, dopodiché venivano affidati alle persone che li vendevano attraverso gli annunci online.
«Tutti questi elementi – spiegano i Carabinieri – hanno fatto presumere pertanto una complessa associazione finalizzata all’illecita introduzione nel territorio nazionale di animali da compagnia ipotizzandosi il traffico illecito degli stessi. Gli animali, privi comunque di alcun segno di maltrattamento, sono stati sequestrati e affidati temporaneamente in giudiziale custodia agli attuali possessori, in modo tale che ne sia vietata ogni movimentazione, cessione o vendita».