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26 Settembre 2022
9:00

Tracheite nel gatto: cause, sintomi e come curarla

La tracheite è un’infiammazione della trachea, che può avere cause virali, batteriche, fungine o meccaniche. Vediamo come capire se il gatto ha la tracheite e come curarla.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Se il gatto inizia a mangiare meno, non gioca come prima e fa qualche colpo di tosse, potrebbe avere la tracheite, la rinotracheite o la tracheobronchite. Con il termine tracheite si intende un’infiammazione della trachea, che può avere cause virali, batteriche, fungine ma anche meccaniche (ad esempio l’inalazione di sostanze irritanti come fumo e polvere).

Inoltre molte razze di gatti brachicefali, come il Persiano o il British, a causa della loro conformazione anatomica sono maggiormente predisposte alle affezione alle vie aeree, come la tracheite, e dunque bisogna prestare loro maggiore attenzione. Ma vediamo meglio quali sono le cause della tracheite nel gatto, i sintomi e le terapie più efficaci.

Cause della tracheite nel gatto

La tracheite nei gatti può avere diverse cause, le più frequenti sono:

  • Virus, come Herpesvirus felino (causa anche della rinotracheite) e Calicivirus;
  • Batteri, come la Clamidia;
  • Funghi, come il Criptococcus (molto rari come agenti patogeni);
  • Sostanze irritanti, come fumo, profumi, polvere, etc. (attenzione anche alla lettiera!);
  • Corpi estranei, come boli di pelo, lische di pesce, frustoli d’erba.

Particolare attenzione va posta alla selezione di soggetti brachicefali, come il British o il Persiano, la cui anatomia li predispone a patologie come la tracheite: possono avere infatti l'ipoplasia tracheale (trachea meno sviluppata) o narici strette ad esempio.

Altre cause sono tutte quelle patologie che provocano un'irritazione anche secondaria della trachea, come la cardiomiopatia ipertrofica, in cui l’ingrandimento cardiaco provoca la compressione della trachea, e la presenza di polipi a livello del rinofaringe. Possono provocare tosse anomala anche la presenza di Strongili broncopolmonari (verminosi polmonare) e patologie ormonali, neoplasie e obesità.

Spesso, poi, si parla di asma felina quando il processo cronicizza, senza una apparente causa dominante a scatenare la tracheite, o la tracheobronchite, in soggetti che pare abbiano una particolare predisposizione genetica.

Sintomi della tracheite nel gatto

Come capire se il gatto ha la tracheite? Il mio consiglio è non sottovalutare mai anche sintomi che sembrano lievi, perché il gatto ha una ottima resistenza e si mostra spesso abbattuto o con palesi difficoltà respiratorie solo quando la situazione è grave. I sintomi principali sono:

  • Abbattimento (si muove di meno, dorme di più, gioca meno);
  • Inappetenza (mangia meno e con appetito molto selettivo);
  • Starnuti;
  • Scolo oculare o nasale;
  • Tosse;
  • Respiro stertoroso;
  • Vomito;
  • Respiro a bocca aperta (in questo caso la situazione è molto grave).

Decorso e terapia della tracheite nel gatto

Il decorso della tracheite nel gatto dipende da molti fattori. In primis dalla causa scatenante, poi dallo stato di salute del soggetto e dalla gravità dell'infezione.

Le infezioni virali e batteriche, con il giusto approccio terapeutico e in soggetti sani, si risolvono in modo abbastanza rapido. Più difficile è la risoluzione quando intervengono complicanze, anche polmonari. Particolare attenzione va sempre riservata nei soggetti giovani e anziani in cui il sistema immunitario è più delicato. Diverso è il discorso per le forme di tracheite secondarie a patologie più gravi come problemi cardiaci o neoplastici: in questi casi, ogni situazione va affrontata in modo diverso.

La terapia cambia in base all’età del soggetto, alla causa che c’è a monte, alla gravità e alle patologie concomitanti in essere. Nel migliore dei casi basta un adeguato supporto del sistema immunitario con prodotti a base di Lisina e vitamine e dell’aerosol. In altri casi è necessario aggiungere colliri e antibiotici per via orale e broncodilatatori.

Le informazioni fornite su www.kodami.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
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Eva Fonti
Medico Veterinario
Ho conseguito la laurea specialistica in Medicina Veterinaria nel 2009 presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II con una tesi sperimentale in chirurgia oftalmica, nel 2010 ho conseguito il perfezionamento in Radiologia Veterinaria. Nel 2013 ho inaugurato il mio ambulatorio in Minturno sul lungomare di Scauri.
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