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30 Gennaio 2024
15:44

Tra violazioni e bracconaggio chiude la caccia «fuorilegge» in Italia: il report LIPU

La stagione di caccia 2023/24, salvo proroghe, chiude il 31 gennaio. Per la LIPU anche quest'anno tra violazioni, bracconaggio e mancate misure continua in Italia la caccia «fuorilegge».

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Beccaccino

Violazioni delle leggi e delle direttive europee, bracconaggio dilagante e numerose specie in declino ancora cacciabili. Si chiude così la stagione di caccia 2023/24 secondo la LIPU, che attraverso un comunicato dettagliato evidenzia lo stato critico e "fuorilegge" in cui versa l'attività venatoria nel nostro paese. La stagione di caccia si chiude infatti ufficialmente il 31 gennaio, salvo proroghe di vario genere, e come ogni anno è arrivato il momento di tirare le somme.

«Almeno cinque gravi violazioni della Direttiva Uccelli hanno caratterizzato la stagione venatoria in chiusura, esponendo l’Italia a una nuova procedura di infrazione comunitaria. E la proposta di legge della Lega renderà il quadro del tutto ingestibile», sottolinea la Lega Italiana Protezione Uccelli. La prima violazione riguarda le 20 specie cacciate nonostante il cattivo stato di conservazione e nella pressoché totale assenza di piani di gestione adeguati.

Solo per quattro di queste, ovvero allodola, coturnice, tortora selvatica e moriglione, l'Italia ha predisposto i necessari piani di gestione, che tuttavia sono rimasti interamente o quasi inattuati secondo la LIPU. Non meno grave è la seconda infrazione, ossia l'uccisione di uccelli durante la migrazione pre-riproduttiva, che per molte specie o gruppi di specie comincia già nel mese di gennaio.

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Pavoncella

Si tratta di una fase biologica estremamente delicata per gli uccelli e su cui vige un rigoroso divieto di caccia (articolo 7.4 della Direttiva Uccelli) che però le regioni italiane hanno in molti casi ignorato anche quest'anno (come fatto per esempio dalla Regione Puglia) salvo sospensioni del TAR, come è successo invece in Veneto e Basilicata.

Ignorato anche il divieto europeo sull'utilizzo delle munizioni al piombo nelle zone umide, aggirato grazie a un decreto congiunto dei Ministri Pichetto Fratin e Lollobrigida. Nessuna traccia, infine, anche dell'obbligo di produrre dati che forniscano un quadro dell’impatto della caccia sulla biodiversità. Dati in assenza dei quali ogni ipotesi di sostenibilità venatoria non ha alcun fondamento.

Come ogni anno, inoltre, bracconaggio e violazioni delle leggi continuano a dilagare da Nord a Sud, una vera e propria piaga che con numerosi casi di uccisioni illegali di specie rigorosamente protette, tra cui falchi pellegrini, falchi di palude, bianconi, aquile minori e piccoli passeriformi come pispole e pettirossi, che hanno portato a decine denunce evidenziando pressoché totale inefficacia del Piano nazionale anti-bracconaggio.

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Tordo bottaccio

«L'inchiesta europea aperta contro l'Italia la scorsa estate, cui si aggiunge l'annunciata procedura di infrazione sul "controllo faunistico" – ha dichiarato Alessandro Polinori, presidente della LIPU-BirdLife Italia – riguarda quattro delle infrazioni che mettiamo oggi in evidenza, in un quadro che sarà certamente aggravato dalla proposta di legge della Lega alla Camera dei Deputati».

«Una proposta – ha sottolineato Polinori – che, tra le altre cose, regionalizza i pareri scientifici, elimina i limiti di chiusura della stagione venatoria, liberalizza le modalità di caccia, rende impossibili i ricorsi contro i calendari venatori illegittimi. Insomma, in quanto a gravità e conseguenze negative, non è da meno della proposta di caccia a 16 anni da poco presentata e ritirata».

«Tutto questo ci obbliga a sottolineare il silenzio assoluto del ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin, che pure dovrebbe rappresentare il massimo riferimento istituzionale per la difesa della biodiversità e della legalità ambientale, e a integrare la documentazione di denuncia già trasmessa alla Commissione europea. Procedura di infrazione e condanna del nostro paese – ha concluso il presidente della LIPU – sono ormai indispensabili».

anatra alzavola
Alzavola

Questi, infine, i numeri che riassumono le infrazioni e violazioni evidenziate dalla LIPU per la stagione venatoria in chiusura.

Cinque le infrazioni alla Direttiva Uccelli:

  • Caccia a specie in stato di conservazione negativo e in assenza di piani di gestione adeguati e attuati (articoli, 2, 3.1, 5, 13 della Direttiva);
  • Caccia durante il periodo di ritorno al luogo di nidificazione (articolo 7.4 della Direttiva);
  • Utilizzo di munizioni al piombo nelle zone umide (Regolamento 2021/57 connesso alla Direttiva);
  • Caccia illegale e bracconaggio (articoli, 2, 3.1, 5, 8, 13 della Direttiva);
  • Mancata trasmissione alla Commissione europea di informazioni utili sull’applicazione pratica della legislazione sulla caccia (articolo 7.4 della Direttiva).

20 le specie cacciate in cattivo stato di conservazione:

  • Spec 1 (specie globalmente minacciate): coturnice, moriglione, pavoncella, pernice rossa, tordo sassello, tortora selvatica;
  • Spec 2 (specie dallo stato europeo sfavorevole, concentrate in Europa): combattente, starna;
  • Spec 3 (specie dallo stato europeo sfavorevole, non concentrate in Europa): allodola, beccaccia, beccaccino, codone, fagiano di monte, folaga, frullino, germano reale, marzaiola, mestolone, moretta, quaglia.

Quattro misure rilevanti del Piano nazionale anti-bracconaggio non attuate:

  • Adeguamento del quadro normativo nazionale;
  • Rafforzamento della vigilanza;
  • Armonizzazione delle regolamentazioni regionali in materia di caccia, allevamenti, detenzione e commercio di specie ornitiche;
  • Realizzazione di una banca dati sul bracconaggio.

20 specie cacciate oltre il limite consentito:

  • Beccaccia (31 dicembre);
  • Tordo bottaccio, tordo sassello, cesena (10 gennaio);
  • Alzavola, germano reale, fischione, codone, canapiglia, moriglione, moretta, marzaiola, mestolone, folaga, gallinella d’acqua, beccaccino, frullino, combattente, pavoncella, porciglione (20 gennaio).
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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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