I Lilium sono delle piante bulbose, definite comunemente Gigli, che si coltivano industrialmente per la produzione di fiori recisi, ma che possono essere presenti nelle nostre case come piante indoor. Questo purtroppo espone sempre di più i nostri gatti a intossicazione acuta legata all’ingestione di gigli.
Infatti, per quanto belli, i gigli presentano una velenosità molto elevata e la loro ingestione può causare nel gatto un danno renale acuto, anche molto grave. Vediamo quindi quali tipi di gigli sono tossici e cosa succede se il nostro gatto ne mangia.
Quali gigli sono tossici per i gatti?
Già dall’inizio degli anni 90, diversi report di tossicità hanno identificato le piante del genere Lilium (e Hemerocallis, molto simili come apparenza) come altamente tossiche per il gatto. Il primo report riguardava la L. longiflorum, ma sembra che tutte le specie di gigli debbano essere considerate come nefrotossiche per il gatto domestico.
Le tossine specifiche responsabili della nefrotossicità del giglio nel gatto non sono ancora state identificate, ma sappiamo che sono localizzate in tutta la pianta (fiori e foglie). In effetti, è stata riportato un esito fatale dopo l’ingestione di appena 2 o 3 foglie o persino di frammenti di fiori.
Un aspetto molto particolare della tossicità del Lilium è che sembra essere correlata alla specie: ratti, topolini e conigli infatti non dimostrano alcun tipo di danno a seguito dell’ingestione del Lilium. Per quel che riguarda il cane, anche se non è considerata una specie sensibile al Lilium, è comunque consigliabile evitarne contatto e ingestione ed eventualmente ricorrere al veterinario se questo dovesse accadere.
Cosa succede al gatto se mangia i gigli
Dopo l’ingestione anche di piccole quantità della pianta, fiori o foglie, il nostro gatto andrà incontro ad una tossicità renale. Le tossine presenti nel Giglio infatti andranno a danneggiare il tubulo renale, che è la parte del rene dove vengono riassorbiti la maggior parte dei nutrienti che il nostro gatto non deve perdere. I primi sintomi iniziano in genere dopo circa 1-3 ore dall’ingestione e includono:
- Vomito
- Salivazione eccessiva
- Anoressia ovvero rifiuto totale del cibo
- Forte depressione
I sintomi a seguire saranno quelli dell’insufficienza renale acuta, quindi dopo 12-30 ore dall’ingestione il nostro gatto potrà presentare:
- Poliuria (aumento dell’urinazione)
- Polidipsia (aumento di assunzione di acqua)
- Disidratazione importante
Infine, purtroppo nella fase finale il gatto va incontro ad anuria, ovvero riduzione o assenza totale di urinazione, con morte entro 7 giorni dall’ingestione. Dato che l’unico trattamento in questo caso è la dialisi, vediamo invece cosa fare subito dopo l’ingestione per evitare se possibile questi danni.
Cosa fare se il gatto ha mangiato una pianta tossica
Come abbiamo visto, non esiste sostanzialmente un antidoto all’ingestione del Lilium nel gatto. Una volta quindi che il danno renale si è avviato è già troppo tardi per il nostro gatto. Per questo è fondamentale agire subito dopo l’ingestione della pianta.
Il primo passo quindi è recarsi quanto prima dal nostro medico veterinario di fiducia o in una clinica che si occupi di urgenze. Dato che il tempismo è vitale in questo caso, mi raccomando non vi fermate a ragionare troppo sul da farsi: se ha ingerito anche solo una piccolissima quantità di Lilium recatevi subito dal vostro veterinario. Anzi, quando lo sentite telefonicamente, questo potrebbe persino suggerirvi di stimolare il vomito, ma dato che anche piccole quantità della tossina possono avere effetti gravi, dovete recarvi in clinica per eseguire una lavanda gastrica.
A quel punto, il vostro gatto rimarrà comunque in clinica in osservazione, per eseguire una terapia di supporto, al fine di aiutare i reni. Non temete: è vero che è un’intossicazione molto grave, ma se agite subito la prognosi è eccellente.
Un consiglio però: forse se avete un gatto a casa, la cosa migliore è regalare le piante di Lilium a qualche amico o parente! Prevenire è meglio che curare.