Fino a 70 anni fa volava libero sulle Madonie, in Sicilia: ora la sfida è quella di reintrodurlo in quello stesso luogo che per una vita è stata casa sua. Per questo la Regione siciliana ha firmato un accordo di collaborazione scientifica per sostenere il ritorno dell’avvoltoio grifone (Gyps fulvus). Si mutuerà l’esperienza avuta nel Parco dei Nebrodi, che da circa 20 anni ha avviato un progetto che ha portato a notevoli risultati: nel 2020 ci sono state, infatti, 41 nidificazioni di cui 31 che si sono concluse con un involo. La colonia che ora vive nell'area protetta è di circa 170 esemplari.
L’accordo, che avrà una durata di 3 anni, è stato siglato tra l’assessore all’ambiente della Regione, Toto Cordaro, il governatore del distretto 2110 Sicilia-Malta del Rotary International, Alfio Di Costa, i presidenti del Parco delle Madonie, Angelo Merlino, e di quello dei Nebrodi, Domenico Barbuzza, il sindaco di Isnello Marcello Catanzaro e il commissario straordinario dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sicilia “A.Mirri”, Salvatore Seminara.
«Crediamo che in questo momento ci siano tutte le condizioni per riportare il grifone sulle Madonie, mutuando l’esperienza ultradecennale già collaudata sui Nebrodi. Abbiamo voluto coinvolgere diverse realtà, pubbliche e private, proprio per poter raggiungere il risultato più facilmente», spiega l'assessore Cordaro.
Nel Mediterraneo il grifone si trova in Spagna, in Algeria, Marocco, Sardegna, nei Balcani e in Turchia. In Italia centinaia di esemplari vivono in Sardegna, isola dove sono sempre rimasti anche quando la specie era stata dichiarata estinta nel resto della penisola, tra Ottocento e Novecento. L'ultima a sparire è stata, intorno al 1965, proprio la popolazione che era presente in Sicilia, a causa dell'uso di esche avvelenate e di abbattimenti. Alcuni progetti per il suo ripopolamento sono stati portati avanti oltre che nell'isola anche in Basilicata, in Friuli Venezia Giulia, in Calabria, in Abruzzo, in Veneto.