All’inizio ci furono Marie, Berlioz e Tolosa, in Italia, poi, diventarono Bizet, Matisse e Minou. Ma qualunque sia il loro nome, per tutti sono Gli Aristogatti, il cartone animato cult della Disney uscito nel 1971 e mai dimenticato. Tanto che la Casa di Topolino torna più di cinquant'anni dopo la loro creazione con una nuova versione live action diretta da Will Gluck, regista di "Peter Rabbit", e sceneggiato da Keith Bunin.
Ancora non è certo se questo adattamento arriverà al cinema o sul canale on demand. Al contrario, sembra più sicuro, invece, che in questa versione reciteranno animali veri e non realizzati in computer grafica, riproponendo lo stesso modello di “The lady and the tramp”, il remake di “Lilli e il Vagabondo”, in cui la raffinata Cocker Spaniel Lady e il meticcio randagio Biagio arrivano direttamente dal canile per replicare una delle sequenze più romantiche della storia del cinema, a base di spaghetti con le polpette.
I gatti attori: il parere dell'esperta
Eleganti, divertenti e a volte perfidi, i felini diventati star dello schermo sono tantissimi e alcuni sono rimasti nella storia del cinema per i loro ruoli indimenticabili e la loro innata capacità di saper rubare la scena anche agli attori umani protagonisti.
Basti pensare a Garfield o allo Stregatto di "Alice nel Paese delle Meraviglie", o ancora allo Sfigatto, il micio dispettoso che nel film “Ti presento i miei” mette in difficoltà l’inerme Ben Stiller e a Fiocco di neve del film “Stuart Little”, lo splendido persiano bianco che fa di tutto per cacciare di casa il topolino Stuart con conseguente pentimento.
È dal Novecento che i gatti hanno cominciato a diventare famosi a teatro e al cinema, prima, di felini “attori”, non ce n'è traccia. Anche perché far recitare un gatto non è così automatico. L’addestramento infatti non è semplice, anche se possibile: «Qualunque animale si può addestrare se opportunamente ridotto alla fame!» ci spiega Sonia Campa, educatrice ed istruttrice cinofila, membro del Comitato Scientifico di Kodami. «Intendo dire, che questi sono animali condizionati a ottenere cibo solo dietro specifiche prestazioni, esattamente come nei circhi. Ma non è questo il punto fondamentale».
Secondo Campa, infatti, di tutti gli interrogativi che ci si possono porre, uno più degli altri prende il sopravvento: «Credo che la domanda vera da farsi dovrebbe essere: ha senso, nel 2022, con i progressi incredibili, stellari, della computer grafica che ormai – davvero – non fa più percepire la differenza tra una rappresentazione in pixel ed una reale, addestrare un mini-esercito di gatti (di gatti, poi) per farne un film? A mio parere, ritengo che l'unico obiettivo sia far parlare di sé, visto che un gatto addestrato è il più sublime e insoddisfatto sogno dell'essere umano».