Il viaggio per salutare la città del papà scomparso da tempo, un’adozione che probabilmente era incisa nel destino. La storia di Karen e Gemma è una di quelle che potrebbero tessere raccontate in un film: da un lato una giovane infermiera cresciuta a Milano ma con un pezzo di cuore pugliese, dall’altro una cagnolina positiva alla leishmaniosi e che era rimasta l’ultima ad attendere una famiglia nel canile sanitario di Vieste, comune capofila del progetto Zero Cani in Canile. A lasciare che le strade di queste due anime si incontrassero ci ha pensato il caso o, per chi crede in qualcosa che va oltre lo scibile, ci ha pensato qualcuno dal cielo.
Tutto è nato quando Karen e il suo compagno Gianluca hanno iniziato a programmare le loro vacanze. Indecisi sulla meta da raggiungere decidono di improvvisare tutto, mettendosi in macchina senza una destinazione precisa. Una mezza idea, in realtà, c’era: passare da Vieste per portare un fiore sulla tomba del papà di Karen, Jerry, un pugliese che si era trasferito a nord dove aveva messo su famiglia, prima di venire a mancare improvvisamente alcuni anni fa: «Pensavo che fosse una tappa fondamentale – racconta Karen a Kodami – dopo 13 anni dalla morte di mio padre volevo fare un gesto simbolico facendo un viaggio verso sud con tappa finale a Vieste. Lì abbiamo vissuto delle giornate molto emozionanti. C’è stato un mix tra felicità e malinconia nel percorrere quelle strade dove passeggiavo da bambina».
In questo viaggio tra i ricordi c’era un posto che Karen teneva particolarmente a vedere. Parliamo del canile di Vieste. Francesca Toto, educatrice cinofila in prima linea per la difesa degli animali, era infatti la migliore amica del suo papà. I due, da bambini, salvavano insieme i cani dall'accalappiamento, quando accalappiamento significava uccisione. Parliamo di un periodo precedente al 1991, quando poi fu approvata dal Parlamento la Legge n. 281 (Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo).
«Sono riuscita a rintracciare Francesca – continua Karen – le ho detto che mi avrebbe fatto molto piacere andare al canile per salutare i cagnolini, come sostanzialmente facevo da piccola con mio padre. Lei mi ha risposto che sarebbe stata ben lieta incontrarmi solo che in canile di cani da vedere oramai non ce n’erano più. Se avessi voluto visitare il canile per visitare di nuovo quel luogo mi avrebbe comunque accompagnato. Ed effettivamente anche se non c’erano più cani volevo vedere come era cambiato il posto e per ripercorrere quegli ambienti che avevo vissuto da piccola con mio padre. Alla fine ci siamo date appuntamento e quando siamo arrivate Francesca ha tirato fuori questa cagnolina bellissima e dolcissima. Era molto impaurita ma voleva le coccole».
La cagnolina era Gemma, come detto l’ultima rimasta al canile di Vieste. In questo comune, infatti, da anni è stato messo in pratica il progetto “Zero Cani in Canile”, un'esperienza che, grazie ai meravigliosi risultati raggiunti, è riuscita a far parlare di sé in tutta Italia. Sebbene la quota “zero” sia stata toccata già altre volte, la piccola Gemma era da tempo in attesa di una nuova famiglia, disposta a prendersi cura di lei con qualche attenzione in più per farla convivere con la sua malattia.
«Io e il mio fidanzato ci siamo guardati e subito scherzando ci siamo detti “portiamocela a casa” – spiega ancora Karen – Francesca, però, ci ha fatto capire che per le adozioni bisognava seguire un iter preciso. Io questo lo sapevo benissimo. Ci eravamo da un lato innamorati di Gemma, però, allo stesso tempo, non volevamo farci trasportare dalle emozioni. Volevo che fosse una scelta fatta con responsabilità. Ci siamo riviste nei giorni successivi per fare una passeggiata sul lungomare di Vieste. Ci voleva molta pazienza perché, comunque, si vedeva che era un cane che aveva sofferto. Poi abbiamo cenato con lei e Francesca. Siamo stati qualche giorno a Vieste. Alla fine, il giorno prima di andare via, eravamo più che convinti ad adottarla. Abbiamo avviato così le pratiche formali per portarla con noi».
Le sorprese però non erano finite. Francesca non aveva raccontato a Karen un aneddoto che avrebbe sicuramente aggiunto qualcosa in più a tutta questa storia ma che allo stesso tempo avrebbe potuto condizionare la sua scelta, inducendo la giovane a compiere un gesto sull’onda dell’emotività, se le fosse stato riferito prima: «Francesca mi ha spiegato che con l’adozione di Gemma era come se si fosse chiuso un cerchio – racconta ancora la ragazza – quello che non mi aveva detto era che papà dopo che era partito le aveva promesso che, una volta sistemato al Nord, avrebbe adottato uno degli animali del canile di Vieste. Purtroppo qualche tempo dopo lui morì e non riuscì a tenere fede alla sua parola. Ecco però che il cerchio si è comunque chiuso. È stato lui a trasmettermi l’amore per gli animali. Da questo viaggio è venuta fuori una bellissima cosa».
«Jerry non poté mantenere la sua promessa perché poco dopo averla fatta, in un giorno di aprile ci lasciò nel dolore più profondo per un infarto fulminante – ha spiegato Francesca Toto – nel frattempo quella splendida bambina è diventata una donna bellissima e ha deciso di tornare con Gianluca, il suo meraviglioso compagno, prossimo marito, nei luoghi dove era stata felice col suo papà. Tra questi il canile sanitario di Vieste dove c'era Gemma, l'ultima cagnolina presente. Non so chi abbia fatto la magia (o forse sì, lo so) ma Gemma da oggi ha una famiglia che la sta portando a casa. Promessa mantenuta, Jerry, so che le sei sempre accanto e nessuna cosa è stata casuale in questi giorni. Buona vita, Gemma, adesso sei in mani sicure. Il cerchio si è chiuso, Jerry. A volte piango ancora ma oggi sto piangendo di gioia e immagino la tua faccia soddisfatta per la missione compiuta».
Gemma riceverà tutte le cure necessarie per convivere con la sua leishmaniosi. Karen e Gianluca hanno ricevuto tutte le indicazioni e si sono rivolti a un veterinario per monitorare costantemente le sue condizioni. È bene ricordare che, sebbene questa patologia possa fare paura, se adeguatamente gestita, non impedisce un’aspettativa di vita più che buona per il cane. Se poi c’è anche un po’ di amore si sarà trovata sicuramente la migliore medicina.