La tartaruga Andrea è tornata in mare. L’esemplare di Caretta caretta ritrovato a Sanremo lo scorso 20 ottobre e ricoverato presso l’Acquario di Genova è stata rilasciata al largo ieri mattina, giovedì 1° febbraio.
Individuata in difficoltà da un diportista, era stata accudita dai volontari dell’Associazione Delfini del Ponente e, dopo la segnalazione alla Guardia Costiera, in base al Protocollo di Intesa con l’Acquario, trasferita nelle vasche della struttura genovese grazie alla collaborazione anche dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Piemonte, Liguria e Val d’Aosta e dei Carabinieri Forestali Nucleo CITES Imperia.
Oltre 50 kg di peso, l’esemplare era stato sottoposto a una visita veterinaria da parte dello staff medico-scientifico dell’Acquario di Genova che aveva effettuato un controllo radiografico ed esami del sangue che avevano evidenziato una forma di polmonite. Dopo le cure, Andrea è tornata in stato di buona salute ed è stata pertanto rilasciata in mare con il supporto della Capitaneria di Porto.
L’Acquario di Genova interviene sulle tartarughe marine in difficoltà dal 1994 e dal 2009 è referente istituzionale per la Regione Liguria per il recupero delle Caretta caretta (accordo Stato-Regioni). Nel 2017, ha ricevuto, insieme all’Acquario di Livorno, anch’esso gestito da Costa Edutainment, il riconoscimento nazionale come centro di recupero e lunga degenza delle tartarughe marine dal Ministero della transizione ecologica.
Questa attività è svolta in accordo con i Carabinieri Servizio CITES, che coordinano a livello nazionale l’applicazione della Convenzione di Washington che tutela questi animali, e in collaborazione con la Guardia Costiera, nell’ambito delle attività previste dal Protocollo d’intesa vigente tra la Direzione Marittima e l'Acquario che ha l’obiettivo di definire e gestire i principi di intervento in caso di segnalazione, avvistamento o ritrovamento di esemplari di fauna marina feriti o in difficoltà, oltre che nel comune intento di rilanciare, in ogni favorevole occasione, un messaggio di massima sensibilità ambientale per stimolare l’utente del mare ad un radicale cambiamento culturale proteso al massimo rispetto dell’ambiente marino.
Diverse sono le cause che portano al ricovero degli animali. Tra le principali: interferenze con le attività di pesca, principalmente dovute ai palamiti (è frequente la presenza di ami nella bocca o nel tratto digerente, spesso evidenziato dal filo di nylon che fuoriesce) o alle reti (possono causare ferite, mutilazioni e, nel peggiore dei casi, il soffocamento degli animali); ingestione di corpi estranei, quali ad esempio sacchetti di plastica scambiati per meduse che fanno parte della dieta naturale di questi rettili; impatto con imbarcazioni a motore, che arrecano traumi e ferite sul carapace o sul capo, a volte letali; patologie debilitanti che provocano lo spiaggiamento dell’animale; sversamenti o presenza di petrolio.