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6 Giugno 2023
16:34

Torna il Festival di Yulin, ma più dell’80% della popolazione non si oppone al divieto di consumare carne di cane

A pochi giorni dall'inizio del festival cinese, un sondaggio dimostra che meno del 20% della popolazione di Yulin continuerebbe ad opporsi al divieto di consumo di carne di cane. Ma ogni anno in Asia continuano ad essere milioni le vittime di questa obsoleta tradizione alimentare asiatica.

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credits:@HSI

Il solstizio d’estate si avvicina e con il 21 giugno si avvicina anche il Festival della carne di cane di Yulin, dal nome della città cinese dove si è svolto per la prima volta nel 2010. Un nuovo sondaggio riporta l’attenzione dell’occidente sul massacro silenzioso di circa 30 milioni di cani e gatti che, ogni anno, vengono sterminati in tutta l’Asia per finire sulle tavole dei ristoranti più tradizionalisti, quelli che vedono nella carne di cane mangiata in estate un modo efficace di contrastare il caldo più torrido. Humane Society International e la sua partner cinese, Vshine, hanno commissionato il sondaggio alla società di sondaggi cinese Suzhou Zhongyan Science and Technology Inc. e i dati emersi mostrano che solo una minoranza dei residenti di Yulin (il 19,3%) si oppone a un divieto di questo brutale commercio, mentre il 70% afferma che un divieto non avrebbe alcun impatto significativo sulla propria vita. Moltissimi, cioè l’81%, ha invece dichiarato che non si opporrebbe al divieto di mangiare carne di cane e di gatto, come hanno già fatto, nel 2020, alcune città della Cina continentale, come Shenzhen.

I dati emersi dal sondaggio sono significativi però anche perché mostrano come ancora quasi il 20% della popolazione di Yulin non ne vuol sapere di abbandonare questa triste abitudine. Non sono molti, anzi sono certamente pochi, però non demordono dalle credenze tradizionali e neanche la pandemia da Covid è riuscita a strapparli dalla convinzione che la macellazione senza controlli che avviene nei mercati all’aperto della città possa portare infezioni e contagi molto pericolosi per tutta la popolazione. Tra coloro che non abbandonano questa abitudine ormai obsoleta per la maggior parte della popolazione, c’è un 24% che rappresenta coloro che la mangiano regolarmente: almeno una volta alla settimana o al mese. Pochi, ma non pochissimi. Il 73% dei residenti di Yulin, quindi la maggior parte della popolazione, consuma infine carne di cane o di gatto solo occasionalmente: una o più volte all'anno.

l'81% degli abitati di Yulin non si opporrebbe al divieto di consumo di carne di cane

Ma alcuni dati incoraggianti ci sono ed è proprio su quelli che HSI punta sperando che i risultati del sondaggio dimostrino al governo di Yulin che c'è un ampio sostegno per l‘adozione di misure esecutive volte a eliminare il commercio di carne di cane e di gatto. Dal sondaggio infatti emerge che il 18% degli abitanti di Yulin non mangia né carne di cane né di gatto e che ben l’81% non ha obiezioni nei confronti del divieto di commercio di carne di cane e gatto a Yulin rispetto a coloro che si oppongono a un divieto, che sono  invece soltanto il 19,3% della popolazione. Tra questi sicuramente anche i commercianti che hanno spinto più di tutti affinché il festival avesse luogo e che traggono i maggiori guadagni dalla vendita di animali vivi, da macellare sul momento, destinati ai ristoranti di zona particolarmente frequentati nel giorni del festival.

Infine un altro dato particolarmente interessante emerge dal sondaggio: Il 67% di coloro che mangiano carne di cane, la consuma in ristoranti o luoghi diversi dalla propria casa, a conferma del fatto che la carne di cane non è un alimento domestico ma è utilizzata in occasioni particolari e non come consuetudine alimentare. «I risultati del sondaggio dimostrano che la maggior parte degli abitanti di Yulin non si opporrebbe a un'azione governativa per eliminare il commercio di carne di cane e di gatto o ritiene che tale azione non avrebbe un impatto significativo sulla loro vita – commenta Peter Li, specialista di politica cinese della Humane Society International. – Ci auguriamo che le autorità di Yulin si sentano incoraggiate da questo sondaggio a utilizzare le leggi esistenti per reprimere il festival della carne di cane di Yulin, in linea con le azioni di città come Shenzhen e Zhuhai, che hanno vietato il commercio di carne di cane e gatto, e in conformità con la politica nazionale che non riconosce cani e gatti come animali destinati al consumo umano».

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I dieci giorni del festival che ogni anno si tiene in occasione del solstizio d’estate non sono in realtà una tradizione culturale, ma un mero espediente commerciale per incrementare la vendita e il consumo di carne di cani e gatti, che ha avuto inizio soltanto nel 2010. Anche quest’anno, considerando che le autorità cinesi non lo hanno ancora bandito, verranno allestite decine di bancarelle ambulanti per la vendita diretta, con migliaia di gabbie contenenti cani e gatti stipati e terrorizzati in attesa di essere macellati. Tanti, come ogni anno, saranno i tentativi degli attivisti di intercettare i camion che arrivano portando gli animali vivi, rubati ai privati o presi da allevamenti clandestini.   E come ogni anno ci saranno manifestazioni di contrarietà e tentativi di sabotaggio del massacro di questi animali. La sensibilità occidentale, che considera cani e gatti animali da compagnia e quindi non da macellazione, ha spinto molti a schierarsi contro il festival. Solo pochi giorni fa, in occasione del festival cinematografico di Cannes, il red carpet ha visto sfilare Felicity, un Samoiedo salvato dal mercato di carne di cane in Cina, come testimonial dell’associazione inglese No to dog meat, proprio per ricordare quello che sta per succedere di nuovo a Yulin dove migliaia di cani e gatti verranno brutalmente macellati per il consumo umano.

Ma Yulin è purtroppo solo una goccia nell’oceano: sono circa 30 milioni i cani e i gatti che ogni anno vengono massacrati in Asia. La maggior parte di questi animali sono animali rubati e randagi presi per strada. Soltanto nel 2020 le città di Shenzhen e Zhuhai hanno attuato divieti sul consumo di carne di cane e gatto e il Ministero dell'Agricoltura e degli Affari Rurali cinese ha rilasciato una dichiarazione ufficiale in base alla quale i cani sono animali da compagnia e non "bestiame" destinato al consumo umano. Mentre la carne di cane è vietata a Hong Kong, a Taiwan, in Thailandia, a Singapore e nelle Filippine, oltre che nelle città cinesi di Shenzhen e Zhuhai, nella provincia di Siem Reap in Cambogia e in 21 città e reggenze in Indonesia. «Gli hotspot per il consumo di cani e gatti nel sud della Cina non solo causano sofferenze a decine di milioni di cani e gatti, ma mettono anche a rischio gli sforzi di controllo antirabbico della Cina, consentendo il trasporto non tracciato di numeri elevati di cani e gatti attraverso il Paese. È ora di porre fine a questa miseria».

Il "caso" Corea del Sud: l'unico paese dove esistono allevamenti di cani da cibo

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Un mondo a parte è rappresentato in Asia dalla Corea del Sud, l’unico paese al mondo in cui sono ancora ammessi gli allevamenti di cani desinati al consumo alimentare.  anche se negli ultimi anni anche dalle più alte istituzioni sono arrivati segnali di una svolta nei confronti di questa abitudine alimentare. Sia il presidente Yoon Suk-yeol che la first lady Kim Keon-hee si sono dichiarati contrari a questa pratica, mentre sono sempre più numerosi i casi di allevatori che abbandonano l'attività di allevamento di cani da macello e la trasformano in altre attività commerciali. Tradizionalmente è proprio il periodo estivo quello in cui si vede un aumento del consumo di carne di cane: la tradizionale zuppa di carne di cane o "bosintang" viene spesso consumata dai cittadini più anziani per sconfiggere il caldo. In un sondaggio del 2020 commissionato sempre da HSI, l’84% dei sudcoreani aveva dichiarato di non avere più intenzione di consumare carne di cane. Mentre il 59% aveva dichiarato di essere pronto a sostenere i divieti imposti dal governo contro questo lugubre commercio che riguarda, nella sola Corea del Sud, circa 2 milioni di cani allevati ogni anno in migliaia di allevamenti.

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Maria Grazia Filippi
Giornalista
Scrivo da sempre, ma scrivere di animali e del loro mondo è la cosa più bella. Sono laureata in lettere, giornalista professionista e fondatrice del progetto La scimmia Viaggiante dedicato a tutti gli animali che vogliamo incontrare e conoscere nei luoghi dove vivono, liberi.
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