Oltre 640 maiali sono rimasti vittime di un incidente stradale a bordo del tir sul quale erano trasportati. Il mezzo pesante si è ribaltato nei pressi di Pordenone dopo un lungo viaggio iniziato in Danimarca, Paese di origine dei maiali destinati all'ingrasso negli allevamenti italiani.
La Lav di Pordenone, immediatamente accorsa sul posto, ha confermato «il ferimento di moltissimi animali, molti dei quali sono morti nell’incidente o sono stati soppressi per le conseguenze gravi riportate».
Non è tutto però: il veterinario chiamato dall'associazione sul posto non ha potuto procedere all’abbattimento degli animali agonizzanti, che hanno dovuto attendere tra grandissime sofferenze l’arrivo della “task force” di altri due due veterinari che potessero procedere all’abbattimento in modo adeguato.
Si scrive così una nuova pagina europea relativa al trasporto di animali vivi, una pratica denunciata davanti al Parlamento Ue grazie all'attività di una specifica Commissione d'inchiesta, nota come Anit. Nonostante il lavoro di esperti ed eurodeputati che hanno evidenziato le costanti violazioni delle norme comunitarie relative al trasporto di animali vivi, questa pratica non accenna ad arrestarsi, lasciando sulla strada un gran numero di persone e animali.
«Il trasporto di animali vivi è crudele, inquinante e svela le gravi criticità del sistema di sfruttamento – spiega la Lav – per cui è prassi che animali fatti nascere in Danimarca finiscano la loro breve vita in Italia, mostrando in modo inequivocabile le contraddizioni del tanto acclamato Made in Italy».
Spesso gli animali che attraversano l'Europa compiono il percorso dal luogo di nascita all'allevamento solo per entrare nel mercato dell'agroalimentare, ed è anche il caso dei sunidi diretti ad un allevamento da ingrasso in Friuli Venezia Giulia.
«Mentre continueremo a chiedere alle istituzioni europee di garantire vera protezione agli animali allevati, ciascuno di noi può già decidere di non contribuire a tutto questo smettendo di mangiare carne e altri prodotti dello sfruttamento», spiega la Lav, che in 5 città italiane ha già lanciato la campagna per chiedere la riduzione del consumo di carne nelle mense scolastiche.