Ancora bracconieri in azione in valle Argentina, sulle alture di Taggia, in Liguria. L’ultima traccia della loro azione sul territorio è stata portata alla luce dai Carabinieri Forestali che, proprio lungo l’argine del torrente Argentina, hanno trovato le inequivocabili tracce del loro passaggio. Abbandonati tra la vegetazione c’erano tutti gli elementi utili per ipotizzare una caccia di frodo: la testa, le zampe e la pelle di un capriolo. È stato portato via solo il corpo, quindi solamente la carne utile per essere poi rivenduta e consumata. I militari hanno sequestrato i resti dell’animale per ulteriori accertamenti, ma sembra difficile formulare altre ipotesi che non portino nella direzione del bracconaggio. L’uccisione, inoltre, risalirebbe a poche ore prima del ritrovamento.
Ora i Carabinieri Forestali stanno svolgendo tutte le indagini utili per risalire ai responsabili che, oltre a essersi resi responsabili della barbara uccisione di un capriolo, hanno anche violato le norme sulla caccia che in questo periodo vietano l’abbattimenti di caprioli consentendo solamente qualche battuta di selezione per le femmine e i piccoli dall’11 gennaio al 15 marzo e per i maschi dal 1° giugno al 15 luglio.
Il macabro ritrovamento accende nuovamente le attenzioni su un territorio che ha fatto i conti con la piaga del bracconaggio proprio poche settimane fa, quando i Forestali hanno fermato e denunciato un 57enne della zona sorpreso mentre cacciava cinghiali di notte. Inoltre a casa dell’uomo era stata trovata una vera e propria macelleria domestica utile per sezionare e preparare la carne che veniva poi venduta in zona. Si sospetta, inoltre, che la carne venisse fornita anche ad alcuni ristoranti.
Possibile, quindi, che anche il capriolo abbattuto pochi giorni fa fosse destinato a una produzione privata di carne da destinare al mercato ‘nero’ della zona.
Sempre in Liguria, ma nella zona del Genovese, erano stati denunciati due uomini sorpresi dalla Forestale a cacciare cinghiali con l’utilizzo di gabbie e trovati in possesso di balestre e dardi.