Un altro esemplare di tartaruga azzannatrice è stato recuperato lungo la strada che collega Morlupo a Capena, piccoli borghi alle porte di Roma. Si tratta del terzo ritrovamento nel giro poco più di due settimane, circostanza che lascia pensare che questi rettili – una specie alloctona e invasiva, oltre che pericolosa per l'uomo – possano avere scelto l'area per riprodursi.
A segnalare la tartaruga è stata una donna che stava percorrendo la strada e che l'ha notata sul ciglio. Ha subito fatto il collegamento con i ritrovamenti precedenti e ha deciso di scattare una foto, tenendosi a distanza di sicurezza, e di inviarla al naturalista ed etologo di Morlupo Andrea Lunerti, che si era occupato di recuperare anche le altre due. Ricevuta conferma che si trattasse di una tartaruga azzannatrice, la donna ha chiamato il 1515, il numero di pronto intervento per le emergenze ambientali, e sul posto oltre a Lunerti sono arrivati i Carabinieri forestali di Sant'Oreste.
La tartaruga è stata recuperata e messa in sicurezza, dopodiché è stata temporaneamente assegnata a Lunerti in attesa di individuare un centro di recupero disponibile ad accoglierla. Ricerca non facile, perché i pochi centri autorizzati a prendersi cura di questi animali sono quasi tutti pieni proprio a causa dei numerosi abbandoni. La specie – la cui detenzione è illegale dal 1996 – è infatti inserita tra quelle considerate proprio pericolose per la salute e la pubblica incolumità a causa della velocità e della potenza del morso, e queste tartarughe non sono adottabili da privati e non possono essere tenute in casa. Nonostante questo vengono spesso acquistate da privati per poi essere regolarmente abbandonate quando crescono ed emerge la complessità nel dover gestire un animale di questo genere, certamente non abituato a vivere in cattività, men che meno in abitazione. Da qui il crescente numero di ritrovamenti in luoghi pubblici e corsi d'acqua.
La prima tartaruga azzannatrice era stata trovata, a inizio maggi, in un giardino privato di Capena. La seconda è stata invece notata la scorsa settimana sulla strada che collega Capena a Morlupo, avvistata in mezzo alla carreggiata da una coppia che si stava spostando in macchina. Come detto, non è chiaro come ben tre esemplari di questa specie esotica siano finiti tra Morlupo e Capena: una delle ipotesi è che qualcuno abbia abbandonato uno o più esemplari in natura e che questi, complice la vicinanza del Tevere, abbiano trovato un habitat adeguato alla riproduzione. In questo caso lo scenario è preoccupante, perché la tartaruga azzannatrice non è soltanto una specie alloctona, e per questo potrebbe avere serie ripercussioni sugli ecosistemi in cui viene forzatamente inserita, oltre che rappresentare un rischio per l'uomo.
Esattamente un anno fa un altro esemplare era stato trovato a Roma, in una vasca condominiale di un palazzo di Monteverde. Anche in quel caso era intervenuto Lunerti, che aveva recuperato il rettile prima che potesse ferire con il suo morso qualche residente: certamente si era trattato di un abbandono.