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Il professore dell'Università di Padova Telmo Pievani mercoledì 10 aprile sarà all'Università Federico II di Napoli in occasione dell'incontro "Evolvendo, una riflessione sulla natura e altre imperfezioni". Pievani, tra i più apprezzati divulgatori scientifici della contemporaneità porterà all'ateneo napoletano le sue riflessioni filosofiche sull'evoluzione umana, le biotecnologie, le migrazioni e l'antropocene.
A introdurre i temi trattati dal professore padovano saranno il filosofo morale Gianluca Giannini e il biologo evolutivo Domenico Fulgione. L'appuntamento è mercoledì 10 aprile alle ore 16 in aula C. Ciliberto del Centro Congressi di Monte S. Angelo. L'appuntamento fa parte della serie "La Scienza Plurale", colloqui multidisciplinari organizzati dalla Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali dell'Ateneo con l'obiettivo di fare interagire le diverse aree delle scienze. L'evento è aperto a tutti ed è organizzato dalla Commissione Outreach della Scuola Politecnica e delle Scienze di Base, con il patrocinio di F2 Cultura.
Telmo Pievani è evoluzionista, ordinario di Filosofia, insegna Filosofia delle Scienze Biologiche e Bioetica e Normativa sulle Biotecnologie del Dipartimento di Biologia dell'Università di Padova. Dopo la laurea in Filosofia della Scienza conseguita presso l'Università degli Studi di Milano, ha condotto le sue ricerche di dottorato e post-dottorato in Biologia evolutiva e Filosofia della biologia sotto la supervisione di Niles Eldredge e di Ian Tattersall presso l'American Museum of Natural History di New York. Dal 2005 al 2012 è stato professore associato di Filosofia della Scienza presso l'Università degli Studi di Milano-Bicocca. Dal 2012 è professore ordinario presso l'Università degli Studi di Padova.
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Nel 2021 Pievani è stato protagonista di una lunga video intervista con Kodami, durante la quale si è soffermato proprio sull'animale uomo: «Siamo una specie molto giovane ed è una cosa che non ricordiamo. Pensiamo infatti di esserci sempre stati, che siamo su questo mondo da sempre. In realtà noi siamo sul Pianeta da circa 200mila anni, che sembrano tanti ma rispetto alle generazioni umane vuol dire che ci siamo avvicendati in solo 8000 generazioni una dopo l'altra: siamo proprio piccoli d'età in termini di evoluzione. Altro esempio per comprenderlo è proprio il periodo che stiamo vivendo: siamo così vulnerabili alle pandemie proprio perché siamo una specie di mammifero giovane, mentre i virus loro sì che sono sul Pianeta da miliardi di anni».
