Telecamere e sistemi di videosorveglianza in tutti i macelli spagnoli. Il Consiglio dei ministri di Madrid ha approvato un decreto che stabilisce nuove misure per il controllo del benessere animale.
Il Paese di Pedro Sanchez diventa così il primo dell'Unione Europea ad attuare questa misura che assicurerà che gli animali non vengano maltrattati prima di essere uccisi. «La Spagna sarà all’avanguardia in questo campo», ha scritto su Twitter il Ministro per i Consumatori Alberto Garzon.
«I sistemi di videosorveglianza sono una richiesta dei cittadini» ha aggiunto «che oltre a garantire il benessere degli animali durante il loro passaggio attraverso i macelli, migliora anche le garanzie di sicurezza alimentare per gli esseri umani».
Le telecamere saranno utilizzate per riprendere tutti gli impianti in cui si trovano animali vivi, comprese le aree di scarico e i corridoi di trasporto, e le aree in cui gli animali vengono storditi e dissanguati.
Il Ministero indica anche che i responsabili dei macelli dovranno conservare le immagini registrate in modo che le autorità possano effettuare verifiche successive. Allo stesso modo, le aziende dovranno disporre di un responsabile delle registrazioni, delegato alla protezione dei dati.
Il decreto lascia il tempo per l’adeguamento alla nuova misura: i grandi macelli avranno un anno, quelli piccoli due.
Attualmente si stima che in Spagna ci siano circa 700 macelli. La metà di questi sono di piccole dimensioni, ovvero non superano le 40 mucche, buoi o tori macellati a settimana. In quelli grandi, invece, si possono raggiungere fino a 200 maiali o 400 pecore a settimana.
Dotarsi di telecamere di videosorveglianza, lo abbiamo detto, non sarà più una scelta, ma un obbligo. Pertanto se al termine dei tempi prefissati per l'adeguamento, i macelli venissero trovati sprovvisti, le amministrazioni regionali potranno sollecitare l'azienda proprietaria dell'impianto a installare il sistema richiesto o addirittura a chiudere il macello.
Qualora, invece, le registrazioni rilevino irregolarità, oltre alle sanzioni già previste dalla normativa vigente, potrà essere revocato il certificato di benessere animale ottenuto dalle aziende.
Gli ultimi dati del Piano Nazionale per il Controllo Ufficiale della Catena Alimentare (PNCOCA) indicano che in quell'ultimo anno si è registrato un aumento del 24% del numero globale di non conformità nei controlli ufficiali.
Di queste non conformità, il 64% riguardava la manipolazione impropria durante lo scarico, il trasferimento e la stabulazione degli animali, ma anche le pessime condizioni a cui erano sottoposti durante le già terribili azioni di stordimento e dissanguamento e la mancata formazione degli operatori che effettuano la macellazione.
Le aziende dell’industria della carne si dicono favorevoli a questa misura. L'Associazione Interprofessionale Carni avicole (Avianza) ha assicurato che «sosterrà tutte le misure che garantiscono il benessere degli animali» e, a riprova di questa affermazione, ha sottolineato come il settore abbia già installato telecamere nella stragrande maggioranza dei locali di trasformazione.
«L’impegno del settore avicolo riguardo ai principi del benessere animale, della sostenibilità e dei controlli è fermo», ribadisce l’Associazione. «L'intero ecosistema delle aziende in generale, sono sempre più professionalizzati per affrontare questo tema che è diventato una priorità per tutti. Da anni mostriamo in modo trasparente ai consumatori che il nostro settore rispetta i principi stabiliti dall'Organizzazione Mondiale per la Salute Animale (OIE) in materia di benessere animale, nonché le normative dell'Unione Europea, come la Convenzione Europea per la Protezione degli animali negli allevamenti».
Avianza sottolinea inoltre che sta collaborando con altri partner del settore delle carni per «creare un "Sigillo per il benessere degli animali" che rappresenti per i nostri consumatori la garanzia di una produzione avicola che sia regolata dai più alti standard di benessere animale, nonché di criteri etici».
Da parte sua, l'Associazione Nazionale delle Industrie della Carne della Spagna (Anice) assicura che, nel consiglio di amministrazione tenutosi lo scorso 28 marzo, «è stato approvata la richiesta per attuare le modifiche legislative necessarie a garantire l'installazione di telecamere di sorveglianza nei macelli».
Misura, che secondo Anice, metterà fine anche alla preoccupazione per l'impatto che le cattive pratiche, seppur sporadiche, hanno avuto sull'immagine globale del settore.
La speranza è che questo sistema possa essere d’esempio un po’ ovunque in Europa e nel mondo, in modo da evitare la nascita di macelli dell’orrore come quelli che, in particolare Animal Equility, denuncia con le sue inchieste.
Non ultimi quelli in Messico, dove le immagini dell'Associazione animalista mostrano gli operatori totalmente indifferenti alle norme che regolano i metodi di uccisione degli animali nei macelli del Paese al fine di evitare loro inutili sofferenze.
Una realtà di sfruttamento e crudeltà che, secondo la Ong animalista, esiste in ognuno dei quasi mille macelli esistenti nel Paese, luoghi da cui viene prodotta poi carne esportata anche all’estero, in particolare negli Stati Uniti.