Una telecamera resterà sempre accesa sui due panda giganti dello zoo di San Diego, Yun Chuan e Xin Bao. Il prezzo della nuova era della "diplomazia dei panda" lo pagheranno loro con un'esistenza in cattività, e lo faranno sotto l'occhio fisso delle telecamere. È stato lo stesso zoo ad annunciarlo, una decisione che non sorprende dato che come si legge sul sito il livestreaming è già attivo in diverse gabbie.
Per poter osservare i panda nell'habitat artificiale gli utenti devono condividere il proprio indirizzo e-mail iscrivendosi alla newsletter dello zoo. Le riprese live vengono condivise durante le ore diurne, mentre quando fa buio viene ritrasmesso lo streaming della giornata.
Yun Chuan e Xin Bao sono tra i primi panda ad essere giunti negli Stati Uniti insieme a quelli ospitati dal National zoo di Washington. Questi ursidi rappresentano gli ambasciatori della "diplomazia dei panda", sono cioè parte di una strategia di distensione informale delle relazioni tra Cina e Stati Uniti. I panda di San Diego e quelli di Washington sono infatti i primi a giungere in Nordamerica dopo decenni.
Lo scopo di questo trasferimento non è però solo dello politico, tra i fini c'è anche quello di conservazione. Il panda gigante (Ailuropoda melanoleuca) è infatti una specie endemica della Cina, si trova cioè in natura solo qui. A causa della di diversi fattori, tra cui anche la deforestazione che sta progressivamente distruggendo il bambù, pianta che rappresenta il 90% della dieta di questo animale, il panda è diventato il simbolo delle specie vulnerabili.
Davanti al rischio concreto di estinzione di un animale entrano in gioco alcuni parchi e giardini zoologi, come quello di San Diego. Queste realtà, pur vivendo della spettacolarizzazione degli animali che ospitano, per alcune specie rappresentano un vero serbatoio genetico. Significa che in caso di estinzione in natura l'animale può avere una speranza di vita grazie agli individui negli zoo, come è avvenuto per il rinoceronte bianco settentrionale e in parte per l'ibis eremita.
Anche i panda di San Diego infatti sono arrivati negli Stati Uniti attraverso la China Wildlife Conservation Association (CWCA), la più influente ong per la conservazione ecologica cinese. «Unendo le nostre forze – hanno dichiarato dallo zoo – stiamo ripristinando popolazioni vitali ed ecosistemi sani in modo che i panda giganti possano prosperare. Nell'entusiasmante fase successiva della nostra partnership [con CWCA n.d.r.], stiamo lavorando per migliorare la salute generale e la resilienza delle popolazioni vulnerabili all'estinzione e alla perdita di variabilità genetica».
Chi sono i panda dello zoo di San Diego
I panda arrivati dalla Cina sono Xin Bao, una femmina di quattro anni nata nel Sichuan, alla Wolong Shenshuping Panda Base, il più grande centro di allevamento di panda giganti al mondo. Gli specialisti che l'hanno seguita la descrivono come molto attiva, vigile e come «un'eccellente arrampicatrice». È facilmente riconoscibile grazie al suo muso spiccatamente rotondo e le sue grandi orecchie. iI suo nome significa "tesoro prezioso di prosperità e abbondanza".
Il maschio Yun Chuan ha cinque anni. La sua storia da tempo si intreccia con la California, è infatti nipote di Bai Yun e Gao Gao, due panda arrivati allo zoo di San Diego nel 1987. Anche sua madre, Zhen Zhen, è nata allo zoo nel 2007. Yun Chuan è riconoscibile per il naso lungo e leggermente appuntito rispetto ai conspecifici.