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12 Gennaio 2021
9:06

Tartarughe recuperate a Punta Campanella, alla scoperta del “Turtle Point”

Due tartarughe marine sono accidentalmente rimaste intrappolate nelle reti di due pescherecci, e prontamente recuperate dall'Area Marina Protetta di Punta Campanella che ha provveduto al loro trasferimento a Portici, presso il Turtle Point della Stazione Zoologica A. Dohrn di Napoli. Per sapere quali sono le loro condizioni Kodami ha intervistato la Dott.ssa Sandra Hochscheid, responsabile del centro.

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Intervista a Dott.ssa Sandra Hochscheid
Responsabile del Turtle Point di Portici della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, Istituto Nazionale di Biologia, Ecologia e Biotecnologie Marine
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Il 7 gennaio 2021 due tartarughe marine (Caretta caretta) sono rimaste accidentalmente intrappolate nel golfo di Salerno nella rete di due pescherecci. I due pescatori hanno tempestivamente avvisato l'Area Marina Protetta di Punta Campanella, con cui collaborano da tempo per la tutela dell'ambiente marino e il recupero di animali in difficoltà. Lo staff è arrivato per soccorrere i due individui, recuperandoli e trasferendoli a Portici, presso il Turtle Point della Stazione Zoologica A. Dohrn di Napoli, dove sono sotto osservazione e cura, aspettando di poter essere poi rilasciate in mare.

Una delle due tartarughe è un maschio adulto di 71 cm di lunghezza del carapace e 40 kg di peso, e si chiamerà Diego, come è stata battezzato dal pescatore Luigi Guida che l'ha salvato. La seconda è ancora troppo giovane per poterne definire il sesso, ma è probabilmente una femmina subadulta di 61 cm di carapace e quasi 27 kg di peso, già nota con il nome di Eleonora. Eleonora infatti è stata ritrovata con un GPS che le era stato messo dal Dipartimento di Biologia dell'Università di Pisa nel 2018 e che è andato poi perduto e una targhetta di riconoscimento. Nel 2018 infatti, Eleonora era stata ritrovata a largo di Livorno e rimessa in mare l'11 giugno 2019 dall’AMP delle Secche della Meloria. Dopo poco però se ne erano perse le tracce quando il GPS gli si era staccato dal carapace. In quel lasso di tempo però è stato possibile rintracciarne i movimenti: aveva percorso circa 450 chilometri in meno di 30 giorni, partendo dalla Toscana e arrivando fino al litorale domitio. Per sapere quali sono le loro condizioni di salute e quando verranno rilasciate in mare le tartarughe Diego e Eleonora, Kodami ha intervistato la responsabile del Turtle Point di Portici  Sandra Hochscheid.

Cos'è il Turtle Point e di cosa si occupa?

Il Turtle Point di Portici è un centro di recupero specializzato in tartarughe marine, nato per dare soccorso agli individui in difficoltà. La Caretta caretta è infatti una specie protetta e vulnerabile secondo la IUCN(International Union for Conservation of Nature) ed è quindi necessario tutelarla e arginare il suo declino dovuto principalmente alle attività antropiche. Scopo del centro è quindi quello di recuperare gli individui che hanno subìto dei traumi a causa della pesca, dei rifiuti marini, del traffico marittimo e dell'inquinamento in generale. Ogni anno arrivano al centro tra le venti e le trenta tartarughe circa, e nel 2020 nonostante il lockdown sono arrivati venti esemplari. Spesso gli animali recuperati presentano delle ferite dovute principalmente all'impatto con le barche che possono provocare grossi problemi al carapace, o all'impatto con gli attrezzi da pesca come lenze, reti e ami, com'è avvenuto per le due tartarughe recuperate nel golfo di Salerno. Se la lenza di un pescatore infatti si stringe intorno alla pinna di una tartaruga, questa può avere una paralisi parziale a causa del mancato passaggio del sangue, che richiede cure di minimo sei mesi per guarire e ristabilire un buon nuoto. Nei casi più gravi alcune arrivano anche con le pinne amputate. Il Turtle Point è l'unico centro di recupero di tartarughe in Campania che si occupa anche di ricerca e monitoraggio. Infatti alcuni individui dopo il rilascio vengono anche monitorati, attraverso appositi strumenti GPS di rilevamento, per verificare se la reintroduzione in mare ha avuto successo. Sono tanti i progetti che portiamo avanti, tra cui anche quelli di avvistamento e catture temporanee per il monitoraggio allo scopo di approfondire sempre di più la conoscenza di questa specie.

In che condizioni erano Diego e Eleonora e come stanno adesso?

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Eleonora ©Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, Istituto Nazionale di Biologia, Ecologia e Biotecnologie Marine

Quando sono arrivate al centro ovviamente le due tartarughe erano un po' abbattute. Bisogna considerare che una cattura in rete è sempre un evento traumatico e non sappiamo quanto tempo sono rimaste intrappolate, dato che la pesca a strascico fa sì che la rete sia immersa in acqua anche per due ore e l'entità del trauma dipende da quanto gli individui ci sono rimasti dentro. Il maschio Diego appena arrivato aveva un ematoma sul piastrone, probabilmente dovuto all'impatto dell'animale con il peschereccio quando è stato portato su. Eleonora invece aveva solo qualche graffio ma non sanguinava, quindi non aveva subito particolari traumi. Ora le loro condizioni sono buone, già si sono immerse nelle vasche e una ha già cominciato a mangiare, il che fa ben sperare. Abbiamo già fatto le radiografie e non sono state riscontrate fratture né embolie, ma devono ancora essere fatti gli ultimi accertamenti. Speriamo in una ripresa rapida e se l'ematoma di Diego guarisce, vorremmo rilasciarle verso la primavera. I pescatori sono stati molto bravi e sensibili a avvisare l'AMP di Punta Campanella, non tutti lo fanno e spesso rilasciano in mare gli individui che probabilmente sono feriti condannandoli così a una probabile morte. Il fatto che invece abbiano chiamato è un ottimo segno perché ci auguriamo che si possano aiutare in questo modo molte tartarughe, creando una rete di comunicazione tra noi e i pescatori.

Come avviene il rilascio?

Generalmente quando rilasciamo una tartaruga cerchiamo di coinvolgere tutto il territorio campano e i collaboratori come le varie aree marine protette, quindi il luogo di rilascio può variare, a volte le rilasciamo a Battipaglia, a volte a Mondragone o in altre zone. Generalmente il rilascio si fa dalla spiaggia, invitando anche le scuole per farli assistere e cogliere l'occasione per sensibilizzare le persone ad avvisare nel caso di un avvistamento. Solo in alcuni casi, come per le tartarughe molto piccole, il rilascio non avviene dalla spiaggia ma in mare aperto, perché sono ancora troppo fragili e potrebbero essere trascinati via dalle mareggiate.

Cosa si deve fare in caso di avvistamento di una tartaruga spiaggiata o ferita?

Buona prassi è rivolgersi alla Capitaneria di Porto dell'area di competenza, ma si possono contattare anche le aree protette o stesso il Turtle Point, il cui numero è visibile sul sito.

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