Prese a calci come palloni da calcio, stuzzicate con dei bastoni, trasformate in gioco da alcuni ragazzini sotto gli occhi dei genitori. È successo ad alcune tartarughe palustri che popolano il laghetto del parco degli Acquedotti, in via Lemonia a Roma: a notare la scena alcuni frequentatori dell’area, che hanno immediatamente segnalato l’accaduto all’associazione Earth chiedendo l’intervento delle guardie zoofile.
«Abbiamo ricevuto diverse email di questo genere – conferma Valentina Coppola, presidente di Earth – Nello specifico le segnalazioni riportano di bambini che stanano le tartarughe acquatiche con bastoni ottenuti da rami presi sul posto e che frequentemente si divertono a lanciarsi l’un l’altro i poveri animali utilizzandoli come fossero palloni da gioco. L’ultima segnalazione è di una persona che ha riferito di aver contattato l’ente parco e di essersi sentita dire che la cosa non è di propria competenza perché tali animali non rientrano nella fauna selvatica».
«È assolutamente vero che le tartarughe presenti nel laghetto del Parco degli Acquedotti, come in tanti altri laghetti cittadini, non rientrano nella fauna selvatica – prosegue Coppola – Come è vero però che se questi animali esotici sono stati abbandonati nel laghetto da persone incoscienti, è a causa di una inefficace vigilanza da parte degli enti preposti, che poi non possono disinteressarsene».
Il problema dell’abbandono di tartaruga dalle orecchie gialle (Trachemys scripta scripta) nei laghetti a Roma è particolarmente sentito. Accade non soltanto al parco degli Acquedotti, ma anche in quello di Tor Tre Teste e di Villa Pamphilj: «Questo succede perché sino a qualche anno fa queste tartarughe, che sono specie invasive alloctone, venivano vendute a pochi euro nei negozi e alle fiere, molto piccole – spiega ancora Coppola a Kodami – Quando però poi iniziano a crescere, le persone che le hanno accolte in casa decidono che sono troppo impegnative e cercano laghetti in cui abbandonarle». Ciò che non sanno è che non stanno soltanto compiendo un reato, ma stanno anche danneggiando gli ecosistemi.
La testuggine palustre americana è considerata infatti una delle specie alloctone più pericolose presenti nel nostro Paese: gli esemplari, una volta cresciuti, vengono abbandonati in luoghi in cui non sono presenti i suoi predatori, che in natura sono principalmente procioni, moffette e volpi, dove si riproducono e dove possono entrare in competizione con le specie autoctone, causandone la scomparsa. La tartaruga dalle orecchie gialle può inoltre influire negativamente sull’equilibrio degli ambienti acquatici colonizzati, perché si nutre di insetti, crostacei, pesci e anfibi. Non è un caso che dal 2019 ne sia vietata la detenzione: a oggi non è più possibile detenere una tartaruga dalle orecchie gialle, e quelle abbandonate non possono essere date in adozione ma affidata ad apposite strutture autorizzate (la più vicina a Roma è quella di Gaeta) o a custodi giudiziari.
«Quello che possiamo fare noi in quanto guardie zoofile è monitorare la situazione e intervenire in caso di necessità – conclude Coppola – le tartarughe abbandonate sono troppe per essere recuperate. Invitiamo tutte le persone che assistono a casi di maltrattamento a girare video o foto di quanto sta accadendo e a inviarle alla nostra associazione, così da poter agire insieme con i Carabinieri per procedere con denuncia formale per maltrattamento di animali davanti alla Procura».