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9 Agosto 2022
10:39

Tartaruga morta intrappolata nella rete esterna della tonnara a Camogli

A Camogli una tartaruga Caretta caretta è rimasta impigliata nella rete esterna della tonnara locale. L'intervento dei sub è stato inutile: l'animale era morto.

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L'allarme è partito dalla cooperativa dei pescatori di Camogli che hanno collaborato con la Capitaneria di Porto e con i Vigili del Fuoco per salvare una tartaruga di mare.

L'esemplare adulto di Caretta caretta, nel pomeriggio dell'8 agosto, è rimasta impigliata nella rete esterna della tonnara locale ma l'immersione dei sub è stata inutile: l'animale recuperato era morto.

Spetterà al veterinario stabilire il motivo del decesso, al momento si sa che non era giovane e che potrebbe essere finita nella rete andando alla deriva già in fin di vita. Proprio ieri sera, poi, un temporale con forte vento e mare agitato ha colpito Camogli. Le condizioni atmosferiche potrebbero, dunque, aver influito sulla triste fine di questa tartaruga. Amarezza sia per il comandante Antonelli della Capitaneria di Porto di Camogli, sia per i pescatori che erano pronti a sciogliere le reti per salvare la tartaruga. Il comandante è subito salito a bordo per intervenire ma questa volta non è bastata la buona volontà e la prontezza di spirito.

I rischi per le tartarughe Caretta caretta

Proprio quest'anno la Capitaneria ha rinnovato il protocollo d’intesa, sottoscritto nel 2018, con l'Acquario di Genova, finalizzato a definire, a livello operativo e nell’ambito delle rispettive competenze, i principi di intervento in caso di segnalazione, avvistamento o ritrovamento di esemplari di fauna marina feriti o in difficoltà.

La specie Caretta caretta, tipica delle regioni temperate, nidifica nella stagione estiva. La femmina raggiunge la maturità sessuale tra i 15 e i 25 anni e si avvicina alla costa solo per deporre le uova, che vengono deposte nei primi mesi estivi e schiudono dopo circa 40-60 gg a seconda della temperatura; i piccoli al momento della nascita misurano circa 5 cm e pesano in media 10-20 gr.

In genere le schiuse avvengono di notte, ma può capitare che le piccole tartarughe facciano capolino da sotto la sabbia anche in pieno giorno, come avvenuto in Liguria.

Le tartarughe marine in genere depongono le uova nella spiaggia dove sono nate, ma stanno ampliando e modificando i loro areali di nidificazione. A partire dal 2013 infatti sulle coste toscane è stata segnalata e monitorata la schiusa di diversi nidi, in una costa che in precedenza non era mai stata oggetto di questi eventi. I motivi sono principalmente legati al riscaldamento climatico e all’attività di protezione nel confronti di questi rettili che può aver determinato un aumento della popolazione.

Negli anni l'Acquario di Genova è intervenuto su più di 150 esemplari di tartarughe di mare cui la maggior parte sono stati recuperati, riabilitati e reintrodotti in acqua. Le cause che portano al ricovero sono diverse e per lo più riconducibili all’attività umana. Tra le principali: l'interferenze con le attività di pesca come i palamiti i cui ami vengono ingoiati insieme alle esche, è frequente quindi la loro presenza nella cavità boccale o nel tratto digerente spesso evidenziato dal filo di nylon che fuoriesce della bocca o dalla cloaca;  le reti da posta e a strascico che le intrappolano causando ferite e mutilazioni, fino al soffocamento dell’animale;  ingestione di corpi estranei per lo più di materie plastiche di ogni tipo; l’impatto con imbarcazioni a motore che arrecano traumi e rotture del carapace,  ferite alle pinne e al capo. Gli esemplari vittime di questi eventi vengono trovati in superficie in grande difficoltà oppure si spiaggiano lungo le coste.

La tutela del nido di tartaruga marina a Levanto

Nel frattempo, a tre settimane dalla nidificazione di una Caretta caretta sulla spiaggia di Levanto, il “Gruppo ligure tartarughe marine” sta portando avanti tutte le azioni necessarie per la salvaguardia del nido. Per proteggere le uova da possibili mareggiate, tutto il perimetro della recinzione è stato rinforzato con sacchi di sabbia in modo da contrastare e attenuare gli effetti provocati da onde violente che potrebbero abbattersi sul nido, allagandolo o distruggendolo. Il nido si trova infatti a circa 7 metri dalla battigia e, in caso di mareggiata, potrebbe subire dei forti danni.

È stato sistemato un datalogger che, posizionato sotto la superficie sabbiosa presso il nido, registra i dati relativi a temperatura e umidità, dati che saranno utili a comprendere le condizioni ambientali relative alla deposizione e alla successiva schiusa. Intanto il laboratorio Arpal sta effettuando l’analisi granulometrica del terreno per confrontare i dati ottenuti con quelli di altri siti dove la Caretta caretta ha nidificato; il Centro Funzionale Meteo Idrologico (CFMI) dell’Agenzia Regionale per l’Ambiente sta, inoltre, fornendo bollettini su stato del mare e andamento dei venti per “proteggere” la zona di nidificazione.

Oltre 100 volontari, di cui la maggior parte ragazzi tra i 18 e i 25 anni, stanno avvicendandosi ogni notte per la sorveglianza notturna del nido, attività che proseguirà fino al momento della nascita delle piccole tartarughe. Finale Ligure passa idealmente il testimone a Levanto: gli studenti dell’Ipsia Leonardo da Vinci di Finale Ligure, ideatori della grafica della campagna di informazione e sensibilizzazione lanciata a maggio 2022 dal Comune di Finale Ligure, hanno acconsentito che Levanto utilizzi il logo da loro creato, adattandolo con i colori propri del Comune del levante.

Quella di Levanto è la seconda nidificazione di tartaruga marina Caretta caretta in Liguria, dopo la prima nidificazione accertata lo scorso settembre a Finale Ligure. A seguire passo passo le operazioni per la gestione e la tutela del nido tanti enti ed istituzioni: Acquario di Genova, ARPAL, Associazione Life on the sea ONLUS, Carabinieri, Comune di Levanto, Guardia Costiera, Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Piemonte, Liguria e Val d’Aosta, Parco Nazionale delle Cinque Terre, Università di Genova.

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Annissa Defilippi
Giornalista
Racconto storie di umani e animali perché ogni individuo possa sentirsi compreso e inserito nella società di cui fa parte a pieno diritto. Scrivo articoli e realizzo video mettendomi in ascolto dei protagonisti; nascono così relazioni che, grazie a Kodami, possono continuare a vivere.
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