Ha viaggiato da una sponda all’altra dell’Adriatico a bordo di un traghetto. Dei turisti l’avevano prelevata in natura pensando, evidentemente, di portarla a casa come souvenir. Una tartaruga di terra è stata confiscata al Porto di Bari durante i controlli di routine dell’ufficio doganale della Guardia di Finanza. L’animale, da quanto appreso, era stato nascosto in una valigia di un viaggiatore proveniente dall’Albania. Per la precisione si tratta di una testuggine di Hermann appartenente alla sottospecie Testudo hermanni boettgeri, abbastanza comune nei territori balcanici.
Dopo il sequestro è stata affidata al Centro Tartarughe del WWF di Molfetta, che se ne sta prendendo cura in attesa di capire quale sarà il suo destino: «Queste tartarughe in Albania sono molto diffuse – ha spiegato a Kodami Pasquale Salvemini, responsabile della sede – così come noi troviamo i ricci per strada loro trovano queste tartarughe, per darvi un’idea. A volte c’è chi le raccoglie e le porta qui in Italia. Purtroppo c'è un mercato fiorente di questi animali: alcuni le vendono, altri le regalano. Non a caso si tratta dell'ennesimo sequestro di questo tipo».
Basta sfogliare le pagine degli annunci online per capire il valore di questi animali: si va dai 60€ per gli esemplari più piccoli ai 300€ per le femmine adulte. Ricordiamo che si tratta di specie tutelate dalla normativa CITES, recepita dall'Unione Europea con l'emanazione del Regolamento del Consiglio 338/97 e s.m.i. e applicata in Italia attraverso la Legge 150/1992 (Paragrafo 2.1). Secondo quanto stabilito dalla norma, dunque, gli individui detenuti o commerciati illegalmente sono soggetti a confisca, come avvenuto in questo caso.
Uno dei problemi è quello del rischio di inquinamento genetico dovuto all’ibridazione tra gli animali presenti in natura e quelli che vengono rilasciati, così come l’elevata probabilità che gli individui da ricollocare, come in questo caso, possano trasmettere patologie contratte durante il periodo di cattività o nel luogo di origine: «Il più delle volte alcune di queste sottospecie, come la boettgeri – aggiunge Salvemini – se si trovano nei nostri ambienti potrebbero accoppiarsi con le sottospecie presenti nei nostri territori. Alla fine andiamo a modificare geneticamente anche le nostre specie creando un danno ecologico importante».
Ecco perché, probabilmente, occorrerebbe una maggiore sensibilità sul tema anche da parte dei cittadini: «Il messaggio che possiamo lanciare è che sarebbe opportuno ridurre l’acquisto delle tartarughe di terra – conclude l’esperto – Siamo quasi nel 2024, cominciamo a pensare che gli animali non sono degli oggetti. È inutile prendere tartarughe che poi vengono portate a casa di qualcuno. Talvolta cadono da un balcone mentre altre, per esempio, vanno a finire sotto un armadio e poi muoiono. Così come altre, invece, vengono messe nel giardino e poi ci pensa il cane da ammazzarle. Evitiamo di considerare le tartarughe come degli animali-oggetto. Questo ovviamente vale anche per tanti altri animali. Cominciamo a riflettere sul fatto che certe cose è meglio evitarle. Comportiamoci da uomini pensanti».
La tartaruga affidata a Bari sarà tenuta, per ora, dal centro tartarughe di Molfetta. In attesa che chi di competenza decida dove ricollocarla, restituendole la vita illegittimamente presale in ostaggio.