Igli Tare, il direttore sportivo della Lazio, è stato aggredito da un cane mentre passeggiava all’interno del Consorzio dell’Olgiata, alle porte di Roma, dove abita con la sua famiglia. Con lui, nel parco del centro residenziale, erano i due cagnolini che vivono con la famiglia del dirigente e uno di questi, una barboncina, è rimasta uccisa a causa delle ferite riportate. L’altro cane e il DS sono rimasti feriti lievemente, ma molto provati dall’accaduto. Tutta la famiglia di Tare è rimasta molto scossa tanto che Etienne, primogenito e giocatore della Primavera Lazio, ha subito pubblicato su Instagram una storia in cui sottolinea il suo affetto per la barboncina: «Riposa in pace piccola mia, mi manchi tanto. Ti terrò sempre nel mio cuore».
Il Consorzio Olgiata al fianco del Direttore Sportivo della Lazio
La notizia è confermata da un comunicato del Consorzio Olgiata:«Spiace molto dover portare a Vostra conoscenza un grave episodio avvenuto nella giornata di ieri. Un cane di razza Pitbull, dopo aver presumibilmente scavalcato la recinzione di una villa, ha aggredito un consorziato che passeggiava con i suoi due cani, regolarmente tenuti al guinzaglio, purtroppo uccidendo un barboncino e ferendo l’altro cane. La Vigilanza, prontamente intervenuta sul posto, ha potuto solo limitare i danni, come da rapporto agli uffici». Secondo quando riportato dallo stesso comunicato Igli Tare è in procinto di intraprendere un’azione legale nei confronti della persona che vive con il Pitbull. «Il Consorziato (Tare, ndr) riferisce che proporrà azione civile e penale per l’accaduto, ed il Consorzio si attiverà, a sua volta, presso ogni sede a tutela dell’intera comunità gravemente turbata da detto episodio, costituendosi anche parte civile nel procedimento penale». L’Olgiata, gestita dal Consorzio, è una zona residenziale all’altezza del chilometro 19 della via Cassia. É un comprensorio di 612 ettari percorso da oltre 30 chilometri di strade con circa 8000 residenti. Caratterizzata da una grande presenza di alberi e spazi verdi e abitata da moltissime famiglie che hanno, tra i loro familiari, uno o più cani.
L'esperto: «Importante ricordare la responsabilità degli umani oltreché le motivazioni di razza»
Quando si parla di aggressioni e c'è di mezzo un Pitbull, si pone spesso l'accento proprio sulla razza del cane, tralasciando l'intervento dell'umano che invece ha un ruolo fondamentale nella loro gestione. «Non si tratta solo di educazione impartita al cane – spiega David Morettini istruttore cinofilo con approccio cognitivo zoo-antropologico e membro del comitato scientifico di Kodami – C'è un ventaglio di razze, dal Pitbul all'Amstaff e al Bull Terrier, che ha un pacchetto motivazionale tipico della loro genetica che è di carattere competitivo/predatorio. La matrice è la combattività: sono razze selezionate nei decenni, a partire dall'esperienza anglosassone, per i combattimenti fra i cani».
C'è dunque una storia da non dimenticare, un percorso comune con l'uomo e con quanto quest'ultimo abbia operato sulla selezione. «Questa parte non è emendabile dall'educazione che è ovviamente comunque importante. Il Pitbull è un cane tendenzialmente molto socievole con gli umani. É molto flessibile, adatto al viaggio, a cambiare posto, perché il suo territorio è l'umano di riferimento. Ma un forte isolamento sociale o, al contrario, un'iper-esposizione sociale, possono portare ad atteggiamenti di aggressività compulsiva nei confronti degli altri cani».
Come comportarsi quindi con questi cani? «Devono avere una routine quotidiana che preveda l'incontro con cani equilibrati o con gruppi di cani amici con cui regolare la loro crescita. Legandola a dinamiche di stabilità, perché l'incontro con l'estraneo lo fa esplodere: quindi relazioni stabili con altri cani equilibrati in cui non sia esposto alla competitività». E la persona che vuole condividere la sua vita con un Pitbull come si deve porre? «Deve avere una forte predisposizione alla leadership e non all'autorità. Con autorevolezza deve evitare di inibire e, allo stesso tempo, moderare gli atteggiamenti, per renderlo funzionale allo stare in gruppo in maniera calma». Infine, come comportarsi in caso di aggressività verso gli altri cani? «Non si deve avere né paura né isterismo. Mantenere freddezza, lucidità e coraggio. É fondamentale non perdere il controllo e tenere il cane fino a quando l'esplosione di aggressività non è sbollita».