Dei tardigradi di nome Greta Thunberg. Quattro nuove specie di questi microscopici organismi, capaci di adattarsi a condizioni di vita estreme per qualsiasi altro animale, sono stati scoperti dai ricercatori dell'Università di Modena e Reggio Emilia coadiuvati da alcuni colleghi svedesi. Proprio questa "joint venture" tra gli Atenei ha portato alla decisione di chiamare una di queste nuove specie Xerobiotus gretae, in onore della giovane attivista svedese Greta Thunberg, che ha dato il via ai Friday For Future in tutto il mondo sensibilizzando l'opinione pubblica sul tema della salvaguardia dell'ambiente.
La ricerca scientifica è stata pubblicata su Scientific Reports e si è trattato di un lungo lavoro condotto nell'area della "Biosfera Unesco" che si trova a Kristianstads Vattenrike, nella parte meridionale del paese scandinavo.
Chi sono i tardigradi
Questi piccoli invertebrati microscopici sono chiamati anche "orsetti d'acqua", per via del loro aspetto paffuto e rotondeggiante. Furono descritti per la prima volta dal biologo italiano Lazzaro Spallanzani, che li battezzò tardigradi per via della loro estrema lentezza nei movimenti.
Hanno otto zampe, sono grandi meno di un millimetro e si possono trovare in tutti gli ambienti umidi del mondo, sia marini che terrestri, dai poli alle vette montane più alte, fino ad arrivare al muschio dei nostri giardini. Sono diventati celebri per via delle loro incredibili capacità di resistenza alle condizioni estreme, che ucciderebbero qualsiasi altro animale. Quando sparisce l'acqua in cui vivono, per esempio, entrano in uno stato di sospensione metabolica chiamato "criptobiosi".
Mettendo "in pausa" tutte le funzioni vitali possono resistere non solo al disseccamento, ma anche ad altissimi livelli di radiazioni, all'assenza di ossigeno, alle temperature estreme, al congelamento e a tantissime altre condizioni assurde. Quando poi si ripresentano di nuovo le condizioni ideali per la vita, persino a distanza di decine di anni, si "risvegliano" e riprendono le loro normali attività come se nulla fosse successo.
Questi "estremofili" sono diventati talmente famosi che la Kristianstad University li ha spediti nello spazio a bordo della sonda FOTON-M3 dell'European Space Agency (ESA), dimostrando che possono sopravvivere persino al vuoto cosmico.