L’Australia è nota ancora oggi per la sua fauna fuori dal comune e ha ospitato specie incredibili anche in passato. Fino a circa 45.000 anni fa, infatti, sull’isola viveva un enorme uccello incapace di volare chiamato Genyornis newtoni, alto fino a 2 metri e pesante fino a 230 chilogrammi.
Questi cosiddetti "thunder birds" (letteralmente uccelli del tuono) sono stati scoperti per la prima volta dai paleontologi alla fine del 1800, tuttavia, l'aspetto preciso del Genyornis è rimasto un mistero, poiché fino ad oggi non era stato trovato nessun fossile ben conservato della loro testa.
Gli scienziati avevano ipotizzato l'aspetto di questo animale basandosi su altri suoi grandi parenti estinti, come il Dromornis, e sugli emù, tutt’oggi esistenti. Tuttavia, nei pressi dei laghi salati nel nord-est dell'Australia meridionale, sono stati recentemente scoperti diversi nuovi fossili di Genyornis, inclusa un'intera testa. La ricerca è stata pubblicata su Historical Biology.
Il Genyornis e i suoi cugini nella famiglia Dromornithidae possiedono crani insolitamente grandi per degli uccelli incapaci di volare: presentano casse cerebrali corte e mascelle particolarmente massicce, che potevano aprire in maniera ampia, in modo simile ai pappagalli. La disposizione dei muscoli suggerisce poi una forza del morso superiore a quanto originariamente immaginato.
Questi uccelli avevano anche una cresta lungo il centro del becco e una struttura bulbosa, posizionata proprio davanti agli occhi, al di sopra delle piccole narici, probailmente utilizzata per l'esibizione sessuale. Il record fossile dei dromornitidi risale a circa 55 milioni di anni fa, sebbene la loro origine sia sicuramente più antica, ma la scarsità di fossili aveva reso molto complessa la comprensione dell'evoluzione di questi uccelli.
La scoperta della struttura del cranio di questo gigante del passato ha permesso di far luce sul suo stile di vita: le sue preferenze alimentari, ad esempio, includevano piante morbide e non fibrose, germogli e frutti. La testa presenta poi degli adattamenti per l’immersione in acqua, come un palato chiuso, narici posizionate indietro vicino agli occhi, e l'isolamento dell'orecchio dalle regioni coinvolte nel movimento della mascella.
Queste caratteristiche indicano che il Genyornis era adattato a vivere in ambienti come paludi, zone umide e laghi. Non a caso, i suoi fossili sono stati recuperati da aree associate a questi ambienti. Oggi, però, le grandi masse di acqua dolce che una volta erano presenti nel nord dell'Australia meridionale sono diventate per lo più laghi salati asciutti.
Sebbene non sia ancora chiara l'intera storia della loro estinzione, il prosciugamento del continente australiano probabilmente contribuì alla scomparsa del Genyornis e della dinastia dei dromornitidi, poiché la loro dipendenza dall'acqua dolce e dalla vegetazione avrebbe reso loro la vita sempre più difficile man mano che stagni e laghi si riducevano e scomparivano.