Quando si pensa al bradipo la prima cosa che viene in mente è la sua lentezza, ma dietro questo animale apparentemente pigro c'è molto di più. Un nuovo studio ha infatti approfondito le abitudini e gli adattamenti comportamentali di due specie di bradipo, Bradypus variegatus e Choloepus hoffmanni, facendo luce sulle dinamiche ecologiche di questi animali e sulla loro capacità di sopravvivere e adattarsi a diverse sfide e condizioni ambientali. I risultati della ricerca sono stati recentemente pubblicati su PeerJ.
Questa curiosità nasce dalla voglia di comprendere meglio quali sono le strategie adattative che hanno permesso a questi animali di sopravvivere nonostante la loro scarsa agilità e capacità di movimento. Molti animali, per esempio, quando sono preda di altre specie di solito scappano dai predatori a gambe levate, ma il bradipo proprio non ne vuole sapere. Come fa quindi a sopravvivere?
Così la Rebecca Cliffe, fondatrice e direttrice esecutiva di The Sloth Conservation Foundation e i suoi colleghi hanno deciso di seguire e monitorare costantemente queste due specie di bradipo per lunghi periodi, grazie a dei micro data logger istallati sulla loro pelliccia che ne monitoravano spostamenti e attività. I dati raccolti hanno quindi permesso al team di comprendere come le condizioni ambientali influenzino questi animali mettendole poi in correlazione con il loro stile di vita a "risparmio energetico".
E cosa è emerso dai risultati? Entrambe le specie fanno un po' come vogliono e non seguono ritmi giornalieri regolari come altri animali: il loro comportamento è infatti caratterizzato da periodi di attività estremamente irregolari e molto variabili tra i vari individui. A primo acchito si potrebbe pensare che non sia proprio un atteggiamento vantaggioso, ma in realtà è l'esatto contrario. Questa flessibilità comportamentale, infatti, permette a questi mammiferi di sfruttare ogni situazione ambientale, riducendo al minimo anche il rischio di predazione.
Si è visto, poi, che la temperatura delle ore diurne non influenza più di tanto il comportamento dei bradipi, ma c'è un particolare. Nelle notti più fredde e in quelle successive ai giorni caratterizzati con basse temperature, i bradipi hanno mostrato una maggiore attività notturna, fenomeno che fa ipotizzare che possa esserci una correlazione tra la temperatura della notte e il loro comportamento. Se così fosse, allora bisogna tenere in considerazione anche questo aspetto.
Gli ecosistemi tropicali dell'America meridionale e centrale sono molto vulnerabili a causa delle attività antropiche e dei cambiamenti climatici. In questo contesto rientra anche l'effetto serra che causa un'innalzamento delle temperature. E se il clima viene alterato è probabile che i bradipi possano risentirne, questo è il motivo principale per il quale è strettamente necessario svelare l'ecologia comportamentale di questi animali, in modo tale da poterlo tutelare al meglio attraverso adeguate ed efficaci misure di conservazione.
Fortunatamente, grazie a questa ricerca attualmente i ricercatori e i biologi della conservazione hanno già molto materiale sul quale poter lavorare. I risultati dello studio, infatti, non solo contribuiscono alla comprensione dell'ecologia del bradipo, ma evidenziano anche l'importanza di preservare e proteggere le foreste pluviali tropicali e i loro unici abitanti che a causa dell'uomo e dell'antropizzazione sono in grave pericolo.
Si è solo all'inizio, ma sicuramente le conoscenze acquisite aiuteranno nello sviluppo di strategie per salvaguardare biodiversità e per la promozione di pratiche sempre più sostenibili e rispettose della natura.