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19 Dicembre 2022
13:32

Suona il campanello e arrivano gli ospiti, come reagisce il tuo cane?

Il suono del campanello può scatenare nel cane il parapiglia, seguito da un continuo e incessante abbaiare. Per capire cosa fare dobbiamo imparare a recepire il messaggio, riconoscere le sue intenzioni e riuscire a comunicargli nel modo giusto che non c'è alcun pericolo.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Il cane abbaia perlopiù per difendere il proprio territorio. Per questo motivo quando suona il campanello spesso in casa si scatena un vero e proprio inferno. Il cane sdraiato sulla cuccia o sul divano, immerso apparentemente in un sonno profondo, quando suona il campanello, si desta improvvisamente e si precipita alla porta abbaiando. Il campanello quasi sempre annuncia l’ingresso di una persona conosciuta, o quanto meno, che non costituisce minaccia. Perché allora il nostro cane continua ad abbaiare? La risposta è semplice. Non siamo in grado di fargli capire che è tutto ok e che non c’è nulla di cui preoccuparsi.

Per invertire la rotta dobbiamo iniziare a prenderlo in considerazione quando abbaia, perché per lui c’è un problema. Ci vuole segnalare un potenziale pericolo. Ignorarlo è sbagliato. Il cane nel difendere un ambiente ragiona sempre in termini di gruppo e vorrebbe agire insieme a noi. Mentre abbaia si pone questa domanda: «Cosa devo fare? L’intruso è un pericolo, oppure no? Continuo a minacciarlo e tenerlo lontano oppure posso abbassare la guardia?».

Quando le intenzioni sono pacifiche

Il cane ci percepisce leader del gruppo e vorrebbe seguire le nostre indicazioni. Quindi diamogliele! Possiamo riconoscere la sue intenzioni pacifiche di semplice segnalazione attraverso le seguenti caratteristiche dell’abbaio:

  1. Frequenza vocale medio alta;
  2. Ritmica scadenzata da pause brevi; c)
  3. Timbrica poco ruvida e profonda.

Alle caratteristiche dell’abbaio va aggiunta la tensione muscolare del corpo che in questo caso dovrebbe essere medio-bassa. Se è così, dovremmo costruire insieme a lui un rituale di ingresso invitandolo ad accompagnarci ad accogliere la persona. Confidando nella situazione, se possibile, dovremmo aprirgli la porta, farlo uscire prima di noi sul pianerottolo e parlandogli con tono allegro ed amichevole lasciarlo precederci nell’accoglienza. Dobbiamo infatti comunicargli la sensazione che non ci sia alcun problema. Trattenerlo e cercare di zittirlo non farà altro che sovreccitarlo e focalizzarlo negativamente sulla situazione.

Per contenere un abbaio che si prolungherà anche in presenza della persona, è utile far prendere in bocca al cane un oggetto di consistenza morbida, diverso da quelli utilizzati di solito nei giochi del riporto o del tira e molla. Ad esempio un pezzo di coperta di pile annodata va benissimo. Tenere in bocca un oggetto comfort, un po' di carezze e attenzioni da parte del pet mate e dell’ospite dovrebbero essere la miscela giusta per portare, in breve, il cane a calmarsi e smettere di abbaiare.

Quando le intenzioni sono poco amichevoli

Al contrario possiamo riconoscere nel cane intenzioni poco amichevoli nei confronti dell’ospite quando l’abbaio innescato dal suono del campanello avrà le seguenti caratteristiche:

  1. Frequenza bassa;
  2. Timbrica ruvida e profonda;
  3. Ritmica serrata ed incalzante, caratterizzata da improvvise accelerazioni o decelerazioni.

Variazioni che si verificheranno in relazione ai rumori che il cane distingue in attesa che la persona ospite si presenti sulla soglia. Chiaramente osserveremo un cane attraversato da tensione muscolare e sul quale insorgeranno visibili indicatori emozionali come la piloerezione.

Il rituale da costruire in questo caso non dovrà basarsi sul coinvolgimento, bensì sulla richiesta di delega. Dovremmo riuscire a comunicargli: «Non ti preoccupare… ci penso io a gestire la situazione». Cosa fare? La regola di base è fronteggiarlo e chiedergli di rimanere ad una certa distanza dalla porta d’ingresso. Come farlo? Utilizziamo:

  1. Voce calma e decisa;
  2. Mimica facciale coerente alle nostre intenzioni;
  3. Sguardo intenso che dia credibilità al messaggio.

Una volta chiusa la porta e la persona sarà entrata in casa possiamo chiedere al cane, con tono calmo e pacato, di avvicinarsi anche lui per verificare la situazione in prima persona. Per abbassare il livello di diffidenza del cane è utile metterci accanto alla persona ospite. Per dargli un messaggio ancor più esplicito possiamo accovacciarci al fianco del nostro invitato e nel frattempo accarezzare il cane in modo rassicurante. Dopo che il cane si sarà avvicinato ed avrà preso informazioni, facciamo un paio di passi verso di lui puntando la nostra traiettoria in direzione della sua spalla. Questa prossemica di avvicinamento al cane ha il valore esplicito di chiedergli di dare spazio mentre introduciamo l’ospite in casa. Possiamo codificare questo frangente con una parola ed un gesto (per esempio Basta così! Finito!) che aiutino il cane a comprendere la necessità di interrompere l’azione di controllo.

Non abbassiamo la guardia e non consentiamo al cane di tampinare l’ospite. Non permettiamogli di sdraiarsi al suo fianco, non vuole stringere amicizia, vuole solo controllare. Invitiamolo piuttosto ad andare a cuccia, se necessario accompagniamolo. Evitiamo che si metta a presidiare strategicamente i punti di passaggio e che torni ad abbaiare ogni qual volta che il nostro ospite si sposti in casa, ad esempio per andare in bagno ecc…

Se abbaia per segnalare altri rumori

Diversamente da situazioni in cui suona il campanello, se abbaia per segnalare rumori che provengono dall’esterno, concediamogli una franchigia di qualche secondo. Se in questo breve lasso di tempo non smetterà da solo, alziamoci e fronteggiandolo, come indicato prima, induciamolo a smettere aiutandoci anche con la voce. Per dare maggiore intensità alla nostra comunicazione, teniamo in sospensione postura e sguardo. Rilasciamo la pressione esercitata verso il cane solo quando capiamo che ha veramente smesso di abbaiare. Non ha senso lasciare che il cane faccia baccano quando non sta accadendo nulla di strano, soprattutto in nostra presenza. Questo è il modo migliore per dargli valore come guardiano della casa evitando di innescare, quando abbaia, il classico meccanismo del “al lupo al lupo” che ci spinge nel tempo a non prenderlo più in considerazione. È un peccato declassare un guardiano ad un fastidioso procurato allarme o ad un semplice rumore di fondo.

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David Morettini
Educatore e istruttore cinofilo CZ
Laureato in Filosofia teoretica presso l’Università degli Studi di Firenze, educatore e istruttore cinofilo. Sono docente SIUA e di altre scuole di formazione cinofila, e docente nei master universitari di istruzione cinofila e medicina comportamentale. La mia missione è quella di formare persone che sappiano lavorare nel pieno rispetto della dignità e dell’intelligenza del cane, tutelandone l’autonomia e non la dipendenza dall’essere umano.
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