La Commissione Europea sulla caccia boccia l'Italia: aperte ben due procedure di infrazione, una per l'uso di munizioni al piombo nelle zone umide e l'altra per la pratica del bycatch, la cattura accidentale di animali con strumenti propri della pesca (reti e ami), un fenomeno che colpisce frequentemente le specie marine ma che interessa anche l'avifauna.
Sul baycatch, l'Europa ha accolto la denuncia presentata dalla Lipu nel novembre del 2023, come spiega a Kodami Danilo Selvaggi, direttore generale dell'associazione: «L'Italia non ha fatto nulla per monitorare e prevenire il problema del bycatch. Ogni anno in tutta Europa muoiono oltre 200mila uccelli selvatici protetti e superprotetti».
Si tratta di un problema che riguarda tutti i paesi membri, ma tra questi l'Italia si è distinta per non aver fatto nulla per scoraggiare il fenomeno: «In questo modo – sottolinea Selvaggi – sono stati violati alcuni dei pilastri europei in tema di tutela di fauna e ambiente: la Direttiva Habitat, la Direttiva Uccelli, e la Strategia Marina».
Ma le criticità nella legislazione italiana rilevate in sede europea riguardano, in particolare, il sistema caccia italiano. La Commissione Europea ha contestato al nostro Paese la normativa che consente alle Regioni di autorizzare l’attività venatoria anche nelle aree protette e nei periodi di sospensione della caccia. Ha contestato quindi l'emendamento Far West, poi approvato nella prima Legge di Bilancio del Governo Meloni, che ha permesso di sparare in aree protette e urbane nell'ambito di un più ampio piano di contenimento e gestione della fauna selvatica.
A essere a rischio, secondo la Commissione, non è solo l'incolumità degli animali ma anche la salute dell'ecosistema. Le norme italiane che regolamentano l’uso di piombo, una sostanza altamente inquinante presente nelle cartucce de cacciatori, non rispetta quanto previsto dal Regolamento europeo Reach relativo proprio all'uso di sostanze chimiche.
«Le munizioni quando finiscono in acqua vengono scambiate per cibo anche da specie protette e quindi ingeriscono piombo, determinandosi patologia chiamata saturnismo, che porta alla morte – ricorda Selvaggi – Quindi il piombo uccide due volte: sia gli animali cacciabili che vengono uccisi intenzionalmente, sia quelli di specie protetta a cui non si potrebbe sparare. L'Unione Europea aveva già annunciato una procedura d'infrazione nel nostro paese, e adesso l'ha realizzata».
Qualche mese fa contro l'Italia era stata annunciata l'apertura di una procedura Pilot per una serie di temi tutti inerenti alla caccia, compreso i calendari venatori. «Tutto il sistema caccia italiano è oggi sotto accusa da parte della Commissione Europea. questo dovrebbe spingere a fermare proposta di modifica della legge sulla caccia attualmente in discussione in Parlamento, di cui primo firmatario è il leghista Francesco Bruzzone.
Secondo le associazioni ascoltate in audizione alla Camera, la modifica andrà a sancire il predominio dell'attività venatoria sulla tutela della fauna selvatica. Una sovversione di valori contraria anche ai principi fondamentali della Costituzione.
«L'intero sistema venatorio italiano, irrispettoso delle direttive europee, è sotto accusa – ha commentato l’Oipa, intervenuta anche in occasione dell'audizione parlamentare – Occorre che Governo e Parlamento fermino la proposta di legge Bruzzone, che peggiora le materie contestate, e metta in regola la normativa italiana sulla tutela di uccelli e fauna selvatica. Auspichiamo che i Ministeri vogliano mettere mano alla materia quanto prima. Vanno riviste subito le norme che trasformano l’Italia in un Far West dove i cacciatori possono intervenire sempre e ovunque, anche nei parchi e nelle aree urbane».
In caso di conferma della procedura di infrazione, inoltre, l’Italia potrebbe essere condannata a pagare sanzioni di diversi milioni di euro che andranno a gravare sui conti pubblici. Come rileva la Lndc Animal Protection, associazione guidata da Piera Rosati: «Ancora una volta questo Governo dimostra di non avere a cuore gli animali e l’ambiente e a farne le spese saremo tutti noi – continua Rosati – Tutto questo solo perché una certa parte politica vede nei cacciatori un bacino elettorale da cui attingere a piene mani, soddisfacendo ogni loro richiesta e facendo concessioni che mettono a rischio il Paese. Mentre loro si divertono, gli animali pagano con la vita e noi cittadini paghiamo sanzioni e vediamo compromessa l’immagine a livello europeo del nostro Paese. È ora di dire basta a questo strapotere della lobby venatoria. Spero che questa procedura di infrazione insegni qualcosa al nostro Governo».
«Abbiamo da subito protestato contro l’emendamento “caccia selvaggia”, che consente ai cacciatori di uccidere anche nei centri abitati e nelle aree protette, ma non siamo stati ascoltati – conclude Rosati – Ora arriva la conferma da parte della UE che la legislazione italiana non tutela né gli animali né le persone, anche per colpa del massiccio uso di piombo che danneggia gravemente l’ambiente e la salute umana».