Il Tar di Trento ha pubblicato le ordinanze sulla vicenda dell'orsa JJ4 e MJ5. I giudici pur confermando la sospensione dell'abbattimento hanno rimesso la questione alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, confermando anche la cattura di MJ5
L'udienza di merito rispetto alla sorte dei due plantigradi si è tenuta lo scorso 14 dicembre, senza però che il Tar si esponesse dando il giudizio tanto atteso sull'abbattimento o sull'eventuale trasferimento dei due orsi finiti nella lista degli individui problematici della Provincia Autonoma di Trento.
«Siamo felici di questo nuovo, eccezionale risultato che ancora una volta salva la vita di due orsi condannati a morte – ha dichiarato Massimo Vitturi, responsabile LAV, Animali Selvatici – mentre Fugatti incassa la prima sconfitta a poche settimane dalla sua rielezione». L'associazione ha presentato come sempre il ricorso congiuntamente alla LAC che dal 1978 è in prima linea attraverso ricorsi giuridici per l'antibracconaggio e la tutela dei selvatici.
Ora l’attenzione si sposta sull’udienza del Tar dell’11 gennaio 2024, nella quale si deciderà finalmente del trasferimento di JJ4 nel santuario in Romania. La decisione di oggi ha lasciato soddisfatti gli attivisti poiché ha ribadito la sospensione dei provvedimenti di abbattimento, pur confermando la possibilità di catturare MJ5, l’orso coinvolto in un incidente con una persona il 5 marzo.
«Dopo le continue sconfitte giudiziarie subite dal “metodo Fugatti”, chiediamo alla vicepresidente Gerosa un suo autorevole intervento per riportare un po’ di raziocinio nelle sale della Provincia, sospendendo le attività di cattura di MJ5 e avviando una fase di confronto per aprire una nuova stagione fondata sulla convivenza pacifica con gli orsi», conclude la Lav.
Soddisfazione parziale anche per le associazioni Enpa, Leidaa e Oipa, che in un comunicato congiunto hanno sottolineato la mancanza delle condizioni necessarie per procedere all'uccisione e alla cattura dei due orsi: «Ci sorprende in quanto sia i fatti che le norme erano molto chiari. L'articolo 16 della Direttiva Habitat, infatti, afferma che occorre adottare soluzioni valide, se disponibili, rispetto all’uccisione degli animali, quella uccisione che il Consiglio di Stato ha ripetutamente definito- intervenendo nei giudizi sui grandi carnivori- come atto irreparabile, dunque irreversibile. Il Consiglio di Stato, lo ricordiamo, era intervenuto sulle vicende concedendo la sospensiva da noi richiesta rispetto a decisioni, appunto, irreparabili. Ma anche i fatti erano a nostro parere, molto chiari: MJ5 era stato sorpreso alle spalle, in un luogo isolato, di mattina molto presto, da un uomo accompagnato da un cane; quest'ultimo fattore sempre causa di grande stress per gli orsi e in generale per gli animali selvatici. Così nella vicenda di JJ4, con la tragica morte del giovane runner Andrea Papi: l'orsa, accompagnata dai suoi cuccioli, si trovava in un luogo parimenti isolato e in una curva cieca»
In attesa del passaggio del fascicolo alla Corte di Giustizia europea, l'orsa JJ4 resta confinata nel Centro faunistico del Casteller, a Trento, dove vive confinata in uno spazio che gli attivisti non ritengono adeguato alle sue necessità di orsa nata libera: «Per quanto riguarda la detenzione di Jj4, che si trova nella struttura del Casteller e su cui qualche tempo fa la Cites aveva espresso un parere di incompatibilità con le esigenze etologiche dell'animale, riteniamo che debba essere destinato a una struttura più adatta, che assicuri condizioni di vita consone alle sue esigenze etologiche».
JJ4 è quindi da molti mesi sottoposta a una vera e propria carcerazione preventiva in attesa del verdetto dei giudici. Tutto è cominciato quando ad aprile di quest'anno è stata individuata come la responsabile della morte del 26enne di Caldes, Andrea Papi. Da quel momento, JJ4 è diventata la prima orsa ad aver ucciso una persona nella storia italiana, e anche la prima ad essere messa sotto processo, nonostante la famiglia del giovane di Caldes abbia sempre chiesto alla giustizia di fare luce sulle responsabilità umane dietro al tragico episodio.