In Sudafrica presto non sarà più possibile allevare leoni in cattività, né per scopi venatori, né per motivi turistici. La messa al bando arriva in seguito al parere di una commissione di esperti, che dopo due anni di studi ha stilato un report di 600 pagine presentato alla Ministra dell'Ambiente sudafricana, Barbara Creecy, che ne ha accettando tutti i suggerimenti.
L'obiettivo è quello di mettere fine alla riproduzione per scopi economici dei leoni, spesso cacciati per sport da ricchi e facoltosi turisti stranieri in aree recintate o utilizzati per interazioni con le persone, disposte a tutto per una carezza o un selfie. La commissione ha stabilito che queste attività danneggiano la conservazione in natura e non portano alcun vantaggio a lungo termine per il turismo. Sono attesi pareri anche per quanto riguardo gli elefanti, i rinoceronti e i leopardi, usati sia per la caccia che per il mercato degli animali in cattività.
Maggiori attenzioni alla conservazione e al turismo in natura, quindi, ma nessun dubbio sul prosieguo della caccia in natura. La stessa Ministra ha infatti affermato: «La caccia legale e regolamentata delle specie iconiche, secondo precise regole ambientali, continuerà ad essere permessa. Rafforzerà l'economia della caccia e la nostra reputazione internazionale, con i lavori che essa crea».
Si stima ci siano circa 8000 leoni in cattività in Sudafrica, contro i circa 3500 in natura. Secondo i sostenitori dell'allevamento in cattività queste attività aiutano a proteggere anche i leoni allo stato selvatico, ma a quanto pare la commissione di esperti non la pensa così.
Resta da capire cosa succederà invece per le scorte di avorio e corni di rinoceronti accumulati negli anni. Gli esperti suggeriscono al governo di consultarsi con gli altri Paesi per valutarne la commercializzazione. I conservazionisti, invece, temono che il commercio possa far aumentare la richiesta nei paesi asiatici, mentre altri affermano che il ricavato della vendita potrebbe raccogliere fondi utili a proteggere altre specie minacciate di estinzione.