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3 Maggio 2021
13:47

Sudafrica, stop all’allevamento di leoni per la caccia e il turismo

Una commissione di esperti in Sudafrica ha stabilito che gli allevamenti dei leoni danneggiano la conservazione della specie in natura e non portano vantaggi per il turismo. Non sarà più possibile allevare leoni destinati alla caccia o al turismo, ma l'attività venatoria regolamentata in natura continuerà.

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In Sudafrica presto non sarà più possibile allevare leoni in cattività, né per scopi venatori, né per motivi turistici. La messa al bando arriva in seguito al parere di una commissione di esperti, che dopo due anni di studi ha stilato un report di 600 pagine presentato alla Ministra dell'Ambiente sudafricana, Barbara Creecy, che ne ha accettando tutti i suggerimenti.

L'obiettivo è quello di mettere fine alla riproduzione per scopi economici dei leoni, spesso cacciati per sport da ricchi e facoltosi turisti stranieri in aree recintate o utilizzati per interazioni con le persone, disposte a tutto per una carezza o un selfie. La commissione ha stabilito che queste attività danneggiano la conservazione in natura e non portano alcun vantaggio a lungo termine per il turismo. Sono attesi pareri anche per quanto riguardo gli elefanti, i rinoceronti e i leopardi, usati sia per la caccia che per il mercato degli animali in cattività.

Maggiori attenzioni alla conservazione e al turismo in natura, quindi, ma nessun dubbio sul prosieguo della caccia in natura. La stessa Ministra ha infatti affermato: «La caccia legale e regolamentata delle specie iconiche, secondo precise regole ambientali, continuerà ad essere permessa. Rafforzerà l'economia della caccia e la nostra reputazione internazionale, con i lavori che essa crea».

Si stima ci siano circa 8000 leoni in cattività in Sudafrica, contro i circa 3500 in natura. Secondo i sostenitori dell'allevamento in cattività queste attività aiutano a proteggere anche i leoni allo stato selvatico, ma a quanto pare la commissione di esperti non la pensa così.

Resta da capire cosa succederà invece per le scorte di avorio e corni di rinoceronti accumulati negli anni. Gli esperti suggeriscono al governo di consultarsi con gli altri Paesi per valutarne la commercializzazione. I conservazionisti, invece, temono che il commercio possa far aumentare la richiesta nei paesi asiatici, mentre altri affermano che il ricavato della vendita potrebbe raccogliere fondi utili a proteggere altre specie minacciate di estinzione.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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