Su Netflix Italia è disponibile da oggi, 24 marzo, il nuovo docu-film ambientalista Seaspiracy – Esiste la pesca sostenibile?, l'atteso e controverso sequel dell'acclamato Cowspiracy, diretto e prodotto sempre da Kip Andersen. Questo nuovo documentario affronta in modo provocatorio il terribile mondo dell'industria della pesca globale, mettendo in discussione tematiche come la pesca sostenibile e mostrando come le azioni umane stiano distruggendo mari e oceani, ormai sovrasfruttati e inquinati all'inverosimile.
Gli oceani di tutto il mondo sono arrivati quasi a un punto di non ritorno: li abbiamo inquinati e depredati senza tregua tanto da portare al collasso circa il 29% degli stock ittici commerciali mondiali. Uccidiamo ogni anno 650 mila mammiferi marini tra balene, delfini e foche e massacriamo 73 milioni di squali, tanto da aver ridotto le popolazioni mondiali fino al 70% negli ultimi cinquant'anni.
Gli oceani sono senza dubbio l'ecosistema più importante del Pianeta, fondamentali per la nostra stessa sopravvivenza. È in mare che viene prodotta circa la metà dell'ossigeno che respiriamo ogni giorno ed lì che vive l'80% di tutta la vita sulla Terra. Gli oceani sono inoltre i nostri più forti alleati nella lotta alla crisi climatica che stiamo causando poiché assorbono circa un terzo di tutte le emissioni di CO2 create dall'uomo.
Gli autori del documentario vogliono mostrare senza filtri il lato oscuro delle pesca e tutte le azioni responsabili della distruzione degli oceani che contribuisce in maniera decisiva alla sesta grande estinzione di massa in corso. Le telecamere di Kip Andersen e Ali Tabrizi mostrano quindi cosa succede davvero sui pescherecci, negli allevamenti di acquacoltura e tra gli uffici dei responsabili diretti della distruzione dei nostri mari.
È in atto sotto i nostri occhi una vera e propria guerra agli oceani, argomento controverso e spesso messo a tacere da chi dovrebbe controllare e intervenire. Il documentario Seaspiracy vuole denunciare con coraggio i responsabili di questo disastro globale e spingere gli spettatori a sviluppare una nuova coscienza ecologica che porti a un nuovo approccio, più etico e consapevole, nei confronti del mare e di tutti i suoi abitanti.