Due striscioni appesi a pochi passi dal Castello cittadino, il messaggio di protesta abbastanza esplicito: «No al circo con gli animali» e «Il tuo divertimento, la loro prigionia». Dopo che lo scorso luglio il TAR di Lecce si era espresso sull’ordinanza sindacale che impediva questo tipo di manifestazioni sul territorio di Nardò, annullando il provvedimento di diniego emesso dal comune, una parte dei cittadini prova a far sentire comunque la sua voce.
In questi giorni il circo Marina Orfei è tornato a piantare le tende nel comune salentino con tutta la sua carovana di animali. Un’assenza che, anche grazie alle ordinanze dei sindaci che si sono succeduti alla guida dall’amministrazione di Nardò, durava da circa 7 anni. Una grande vittoria per i circensi che non hanno nascosto la soddisfazione neanche sui propri profili social, dove hanno sottolineato la vittoria con questo ritorno: «Dopo 7 anni di assenza torna a Nardò il vero circo, il circo con gli animali».
La legge italiana purtroppo in questo senso non aiuta, tant’è che di decisioni analoghe da parte di altrettanti giudici amministrativi ne sono arrivate numerose nel corso di questi anni. Qualche comune, come per esempio quello di Brindisi, ha provato a limitare lo stazionamento dei circhi per animali attraverso una serie di restrizioni che non uscissero dai binari della legittimità all'interno di un regolamento cittadino. Al momento, però, i fatti ci dicono che senza un intervento chiaro del legislatore sarà complicato per le singole amministrazioni adottare decisioni che vadano a limitare questo tipo di spettacoli.
Anche per questo Andare Oltre, il movimento che ha scelto di affiggere i due striscioni in piazza Diaz, nel centro di Nardò, attraverso questo gesto mira a smuovere le istituzioni a compiere un passo in più verso il divieto allo sfruttamento degli animali per il puro divertimento di qualcuno: «Per sette anni Nardò ha resistito alle richieste di ingresso dei circhi – spiega a Kodami Luigi Maritati, segretario cittadino di Andare Oltre – oggi, però, a seguito di un ricorso e della conseguente sentenza del TAR di Lecce, la vicenda ha assunto un sapore amaro, che comunque non viviamo come una sconfitta. Proveremo a trovare altre strade perché ci sentiamo incoraggiati dall’opinione pubblica, dai cittadini che non si spiegano un cambio di rotta così clamoroso. Purtroppo il nocciolo di tutta questa faccenda va rintracciato in una legge anacronistica, la 337 del 18/3/68, tuttora in vigore, la quale “riconosce la funzione sociale dei circhi equestri e […] Pertanto sostiene il consolidamento e lo sviluppo del settore”. L’auspicio è che il Governo si adoperi nei tempi previsti all’attuazione di nuove leggi sullo spettacolo dal vivo, superando finalmente l’inumano utilizzo di animali nei circhi».
Pochi giorni fa abbiamo mostrato come la maggior parte degli italiani sia contraria agli spettacoli con gli animali, a conferma del fatto che oramai si sia sviluppata una coscienza sociale che impone dei cambiamenti. Del resto, se non fosse sufficiente questo a comprendere il problema, abbiamo anche parlato di come vivono gli animali nei circhi. In realtà sono molti gli spettacoli con animali che non rispettano le loro esigenze e che per queste ragioni andrebbero disertati. La speranza è che, come auspicato anche dal movimento Andare Oltre, il legislatore non solo raccolga i segnali che arrivano dalla popolazione ma agisca di buon senso per cambiare le cose.