Il benessere del nostro cane non si basa soltanto sul soddisfare i suoi bisogni primari come mangiare, bere, dargli una comoda cuccia e garantirgli qualche uscita quotidiana, ma anche su proporgli varie attività che possano appagare le sue motivazioni, ovvero i suoi gusti e i suoi desideri. Da ciò dipenderà non solo il benessere nella vita di tutti i giorni, ma anche la sua capacità di fronteggiare lo stress e di accettare anche quei momenti in cui dovrà rimanere inattivo.
Ma come destreggiarsi tra il troppo e il troppo poco? Tra il proporgli una vita ricca di stimoli e nuove sfide da superare e il porlo sotto una eccessiva pressione? La migliore risposta a queste domande può darcela soltanto l’osservazione del suo comportamento. E fondamentale è comprendere che c’è una sostanziale differenza tra quando il nostro cane si sta semplicemente impegnando in una particolare attività e quando si trova invece in una vera e propria difficoltà.
Come rendere la vita del nostro cane appagante?
La prima cosa da sapere è che davanti ad un problema coesistono due diversi tipi di strategie: quelle volte a gestire il proprio stato emotivo e quelle volte a risolvere il problema. Anche se spesso non ci pensiamo i cani ci assomigliano molto. Quando siamo impegnati nel risolvere un problema, pur se non ci facciamo sempre caso, spesso facciamo cose come grattarci, giocare coi capelli o la barba, sbadigliare, giocherellare con qualche oggetto, far tremolare una gamba se siamo seduti, o fare attività diversive, come camminare su e giù o andare al frigo a prendere qualcosa da bere o da mangiare. Queste attività ci servono per fronteggiare e gestire lo stress, per aiutarci a mantenere calma e concentrazione, o per staccare un attimo dal problema per poi rituffarci con maggiore attenzione. Anche il nostro amico fa cose simili e se dunque davanti ad un piccolo problema ci sembra che in certi momenti si distragga o si allontani un attimo non dobbiamo subito pensare che abbia perso interesse o che non sia in grado. Stessa cosa se lo vediamo grattarsi, leccarsi o sbadigliare.
Lasciamogli tempo e rimaniamo sereni, restiamogli accanto perché questo è il modo migliore di supportarlo. Ed anzi intervenire in questi momenti per dargli la soluzione può alle volte essere controproducente, perché da un lato non gli insegna a ragionare e mettersi alla prova, dall’altro può fargli imparare che è sufficiente non affrontare un problema perché qualcun altro lo risolva al posto suo. Questo non soltanto può precludergli il senso di gioia e piacere che si prova quando ci si sente capaci di affrontare una situazione e dunque rendere la sua vita meno ricca e appagante, ma all’opposto potrebbe renderlo fragile e insicuro in momenti successivi, quando si troverà ad affrontare uno stress e non potremo aiutarlo. Solo se questi comportamenti si prolungano, se sono ripetuti molto di frequente o in maniera intensa dobbiamo intervenire, rendendogli il compito più semplice o aiutandolo con qualche suggerimento.
Come supportare il cane di fronte a quelli che per lui possono rappresentare dei problemi
Per ciò che riguarda le strategie solutive, invece, dobbiamo tenere a mente che alle volte quelli che a noi sembrano problemi semplici non lo sono affatto per il nostro amico, che ha un modo completamente diverso dal nostro di percepire la realtà e di interpretarla. Non è dunque per nulla scontato che riesca al primo tentativo. Fondamentale sarà allora imparare a lasciarlo anche sbagliare, perché imparare nuove cose spesso passa dal commettere errori. Inoltre, nei diversi tentativi, il cane avrà modo di provare varie strategie, acquisendo consapevolezza del proprio corpo, dei propri movimenti e delle proprie possibilità. Per esempio può imparare che in certe situazioni è meglio usare le zampe, in altre il naso, oppure che si può aspettare o chiederci aiuto. Se un soggetto non è abituato a poter anche sbagliare non sarà portato a utilizzare tutte le sue risorse, a provare strategie diverse e a non demotivarsi o demoralizzarsi.
Qual è il nostro ruolo? Come essere una buona guida
Quale deve essere allora il nostro ruolo? Quando e come possiamo aiutarlo? Se vogliamo essere una buona guida il nostro compito è molto complesso. Nell’appagare le sue motivazioni dovremo assolutamente rispettare la giusta gradualità e fare attenzione a non proporgli problemi che superano le sue capacità. Dovremo osservarlo e lasciarlo sperimentare, ma allo stesso tempo affiancarlo, fargli sentire che ci siamo e che lo supportiamo. Dobbiamo imparare a gratificarlo anche nei piccoli risultati e non sostituirci a lui appena mostra qualche difficoltà. Alle volte dovremo rendergli il lavoro più facile e altre volte entrare in gioco. Ma sempre l’obiettivo dovrà essere quello di farlo sentire capace e adeguato. Se anche decideremo di aiutarlo il nostro amico dovrà sempre sentirsi protagonista e sempre dovrà raggiungere un successo. Solo in questo modo legherà le esperienze a emozioni positive e solo in questo modo le sfide diventeranno per lui fonte di piacere e di curiosità. Per queste ragioni è sempre consigliabile consultare un educatore cinofilo. Infatti, contrariamente a quanto in genere si pensi, il ruolo di queste figure non è quello di risolvere i problemi, ma quello di prevenirli, suggerendo diverse attività e spiegando come interpretare le reazioni del nostro amico.
Il cane, tra tutte le specie, è sicuramente tra quelle che si sono dimostrate in assoluto più adattabili. Dalle periferie di Mumbay ai grattacieli di New York, passando per i deserti africani, il Polo Nord, le foreste del Sud America o l’Australia questa specie dimostra da millenni la sua formidabile intelligenza adattativa. Non sottovalutiamo le sue capacità. Anche se a noi sembra sempre il nostro cucciolo indifeso in realtà il nostro cane ha doti eccezionali e che ancora fatichiamo pienamente a comprendere. E se sapremo accompagnarlo e dargli modo di esprimerle sarà capace di sorprenderci ogni giorno e in ogni occasione. Il rispetto che gli dobbiamo va molto oltre il considerarlo un eterno bambino soltanto da proteggere e accudire.