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18 Novembre 2021
11:34

Strage nelle colonie feline di Frosinone: dieci gatti morti avvelenati

Massimo allarme a Frosinone dopo che una decina di gatti delle colonie feline censite dalla Asl sono morti avvelenati. In campo Enpa e carabinieri forestali, cui è stata fatta denuncia: il timore è che chi ha sparso il veleno possa fare altre vittime.

colonia felina quarto

Uccisi con il lumachicida, avvelenati con un prodotto tossico a base di metaldeide e lasciati a morire: succede a Frosinone, vittime i gatti di alcune colonie feline registrate e censite dalla Asl. A denunciare l’accaduto sono state la referente Enpa del frusinate, Roberta Villamajna, e una delle volontarie che si occupa delle colonie, Ida Nobili, che si sono rivolte ai carabinieri Forestali per avviare le indagini.

A oggi i gatti trovati privi di vita sono circa una decina. Una gatta è stata salvata dopo essere stata portata con urgenza, ormai in fin di vita, nella clinica veterinari del dottor Giorgio Pisanello, a Frosinone, ma la preoccupazione sale anche perché una quindicina di animali mancano all’appello: «Ancora non è stato individuato il luogo dove è stato sparso il veleno – ha confermato Roberta Villamaina, commissario dell’Enpa di Frosinone – è una situazione pericolosissima per gli animali, tanti che popolano la zona, ma anche per i bambini. Sappiamo che i carabinieri stanno svolgendo le indagini e saranno visionate le telecamere. Noi invitiamo chiunque possa essere di aiuto ad individuare l’autore di questo crimine a farsi avanti, anche in forma anonima. La situazione è davvero drammatica».

«I carabinieri sono stati esaustivi e tempestivi, la denuncia andrà direttamente in procura e sono cominciate le indagini», ha aggiunto Nobili. Gli avvelenamenti sono avvenuti nell’arco di pochi giorni e si sono concentrati sui gatti delle colonie di via Pozzillo, e sul posto oltre ai carabinieri forestali è intervenuto anche il personale della Asl per il recupero dei cadaveri e l’autopsia, finalizzata ad accertare le esatte cause del decesso. Le volontarie però non hanno dubbi: qualcuno ha voluto spargere il veleno per liberarsi dei gatti delle colonie, animali che vivono in libertà e sono accuditi quotidianamente e seguiti come da legge da volontari e dalla Asl.

Il gatto randagio è infatti inquadrato dalla normativa italiana nella legge 281 del 1991 in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo come “animale in libertà". Il che significa che sono ufficialmente e legalmente riconosciuti come animali liberi per cui è assolutamente vietato ricorrere all’eutanasia per il controllo. La legge stabilisce che i gatti delle colonie devono essere sterilizzati dai servizi veterinari competenti per territorio, e poi riammessi nel gruppo stabile in cui vivono.

I gatti delle colonie non possono inoltre essere prelevati e allontanati dal loro territorio, se non per motivi prettamente di salute e a cui deve seguire la reintroduzione nel gruppo o un destino diverso, che sia adozione o un rifugio, nel caso di incompatibilità con la vita in libertà. Quanto sta accadendo a Frosinone assume dunque una doppia valenza in termini di violazione della legge, perché ci concretizza nel reato di uccisione di animali e perché viola gli accordi riguardanti la gestione delle colonie feline. L’allerta delle volontarie è massima, e la speranza è che dai filmati delle telecamere di sorveglianza si possano estrapolare elementi sufficienti a risalire a chi ha sparso il veleno, mentre si batte il territorio nel tentativo di individuare il luogo in cui è stato sparso.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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