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12 Ottobre 2023
13:45

Strage di uccelli a Chicago a causa del bird strike: quasi 1000 morti nello scontro con un grattacielo

Quasi 1.000 uccelli che migravano verso sud sono morti in un giorno solo a Chicago, a causa del fenomeno del “bird strike”. Si sono schiantati contro le finestre del McCormick Place e per raccoglierli tutti ci è voluta una settimana.

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Quasi 1.000 uccelli che migravano verso sud sono morti in un giorno solo a Chicago, a causa del fenomeno del “bird strike. Si sono letteralmente schiantati contro le finestre del McCormick Place, il più grande centro congressi del Nord America, ed erano talmente tanti che per recuperare i loro corpi dalla strada c’è voluta quasi una settimana. A raccontare il disastroso evento ai media è stato Dave Willard, direttore emerito della Divisione Uccelli del Field Museum: «Mi stavo avvicinando al McCormick Place Lakeside Center, il centro congressi di Chicago che confina con il lago Michigan, nelle prime ore di giovedì mattina, quando ho sentito sopra di me diverse voci di importanti uccelli migratori, ma mai avrei immaginato quello che poi ho visto: centinaia e centinaia di uccelli morti e storditi cadere dal cielo».

Willard ogni mattina, durante la stagione della migrazione degli uccelli, pattuglia McCormick Place. L'edificio, infatti, è un noto punto caldo di collisione con tutti quei vetri illuminati a giorno, «il peggiore della città» afferma lo studioso. Willard raccoglie vittime di bird strike sul centro congressi da circa 40 anni, ma la carneficina in cui si è imbattuto la mattina del 5 ottobre è stata un record assoluto di tutti i suoi anni di monitoraggio dell'area, considerando che in totale, Willard e i suoi colleghi hanno raccolto 964 uccelli morti, soprattutto dendroiche delle palme e dendroiche coronate, un numero mai visto in un solo giorno e contro un solo edificio. In ogni caso, il centro Congressi non è l’unico palazzo a fare vittime.

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Dendroica coronata

Il fenomeno del "bird strike", infatti e purtroppo, è tutt'altro che raro: anche in altre parti della città è stato documentato un elevato numero di collisioni di uccelli. Sempre secondo Willard, anche il Chicago Bird Collision Monitors è un killer di uccelli: in totale, la CBCM ha recuperato circa 450 uccelli morti e altri 300 feriti. Risolvere il problema non è facile, anche se bisognerebbe almeno provarci: infatti, qualche metodo esiste. Per esempio, da uno studio condotto nel 2021 era emerso che spegnere metà delle luci nei grandi edifici potrebbe ridurre le collisioni del 60 per cento.

A dire il vero, la città di Chicago non è sorda alle richieste di chi invoca norme affinché queste stragi non avvengano più, tanto che nel 2020 ha approvato il Bird Safe Buildings Act che prevede che la progettazione, la costruzione e la ristrutturazione degli edifici debbano essere «rispettose degli uccelli». Ma la legge, entrata in vigore lo scorso anno, si applica solo agli edifici di proprietà dello Stato nuovi e ristrutturati, una categoria troppo limitata per essere davvero efficace. L’Amministrazione ha lanciato anche il programma Lights Out Chicago, che prevede che gli edifici spengano o abbassino le luci di notte a meno che non ci sia qualcuno all'interno. Ma non tutti gli edifici che partecipano al progetto rispettano la regole che hanno sottoscritto. Tanto è vero che la notte dell’incidente il centro congressi brillava sul lungomare.

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Dendroica delle palme

A rafforzare la tesi che esistano eccome azioni che si possono mettere in atto per salvare popolazioni intere di uccelli, ci sono anche i dati BirdCast del Cornell Lab of Ornithology. Per esempio, nella notte del 4 ottobre, era prevista una migrazione ad alta intensità dalla penisola superiore del Michigan al Texas e al Nuovo Messico, con circa 679,4 milioni di uccelli in movimento a livello nazionale. E chissà forse prendendo le misure giuste si sarebbe potuta evitare la carneficina.

Non tutte le colpe, però, vanno all’essere umano indolente: quell’infausta mattina, infatti, a detta degli esperti, si è venuto a creare un insieme di combinazioni che non hanno favorito il destino dei poveri uccelli. Il mix tra lo straordinario evento migratorio naturale, la presenza di infrastrutture umane disorientanti e ben illuminati e condizioni meteorologiche sfavorevoli ha provocato una tragedia. La tempesta scoppiata prima dell'alba ha, infatti, costretto i migranti a volare più in basso nel cielo e a trovare davanti a loro la morte. È difficile sapere se e come singoli eventi di collisione come questo impattino a lungo termine sulla popolazione degli uccelli colpiti. Certo è che, sommati nel loro insieme, il numero di vittime raggiunge circa 1 miliardo ogni anno, rendendo difficile e troppo ottimistico immaginare che il bird strike, peraltro unito alla perdita di habitat e al cambiamento climatico, non danneggi per nulla le specie coivolte.

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Simona Sirianni
Giornalista
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