Continua la strage silenziosa di tartarughe marine a colpi di machete sulle isole francesi di Mayotte, a nord della costa malgascia. Sono molte centinaia le tartarughe marine che ogni stagione riproduttiva tornano a deporre le loro uova sulle bianche spiagge di queste isole coralline, seguendo le rotte memorizzate nei primi giorni di vita. E proprio qui, indisturbati battelli di bracconieri, favoriti dalla quasi totale assenza di controlli, attendono l'arrivo dei rettili marini indifesi sulla terraferma.
A lanciare l'allarme quest'anno e porre nuova luce sulla questione è Sea Sheperd, che ha avviato una campagna per fermare questa strage.
Le tartarughe marine delle isole Mayotte
Mayotte è un arcipelago francese di origine vulcanica dell'Oceano Indiano situato tra il Madagascar e il Mozambico. Ospita una riserva marina protetta di ben 68mila km² con una biodiversità eccezionale ma in pericolo.
Le spiagge di queste isole sono un fondamentale sito di riproduzione per molte specie di tartarughe marine, come le tartarughe verdi (Chelonia mydas), le tartarughe comuni (Caretta caretta) e le tartarughe embricate (Eretmochelys imbricata), tutti rettili in pericolo di estinzione secondo la IUCN.
Nonostante l'aspetto paradisiaco dei suoi atolli e del rigoglioso entroterra, il nome dell'arcipelago deriva dall'arabo Jazirat al Mawet che significa «isola della morte», probabilmente a causa della barriera corallina che circonda l'isola principale, anticamente un pericolo mortale per le imbarcazioni.
Purtroppo questo nome assume ancora una triste connotazione reale per le centinaia di tartarughe marine che cadono vittime del dilagante bracconaggio, la principale minaccia per la loro sopravvivenza.
Secondo stime ufficiali del Mahorais Stranding Network of Marine Mammals and Sea Turtles, quasi 300 tartarughe sono state uccise nel 2015 e più di 230 nel solo 2016. Gli esperti del centro di conservazione hanno recentemente specificato: «il censimento effettuato durante tutto l'anno dalla nostra rete riflette solo la parte visibile del bracconaggio, quella rivelata dalle tracce e dalle ossa lasciate sulle spiagge: è solo una sottostima del numero reale di atti di bracconaggio su Mayotte». Secondo gli attivisti di Sea Sheperd invece, la cifra reale è più vicina alle mille tartarughe uccise.
In effetti ogni esemplare di tartaruga è un "lauto bottino" per i cacciatori locali: dopo aver ucciso l'animale a colpi di machete, ogni parte della tartaruga viene venduta sul mercato nero a cifre esorbitanti, soprattutto per la debole economia isolana. La carne arriva a 60 euro al chilo, ma anche il carapace e le pinne sono richiestissime.
Dal 2017 Sea Shepherd lanciando l'Opération Nyamba ha effettuato più di 1.500 pattugliamenti notturni, dal tramonto all'alba, offrendo alle tartarughe un livello di protezione mai conosciuto prima e tuttavia ancora insufficiente. Ad aprile 2022 Sea Shepherd torna a Mayotte ma ancora una volta, nonostante i pattugliamenti effettuati ogni notte, i numeri restano insufficienti per coprire contemporaneamente tutte le spiagge a rischio. Quest'anno quindi la ONG internazionale ha espressamente chiesto il supporto della Francia nelle operazioni di antibracconaggio, appello purtroppo rimasto finora vano.