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11 Aprile 2021
12:00

Strage di randagi in Albania, la lettera delle associazioni animaliste: «Stop a questo massacro»

Ottanta organizzazioni della Federazione italiana associazioni diritti animali e ambiente hanno scritto una lettera all’ambasciatrice albanese in Italia, Anila Bitri Lani, per richiamare l’attenzione del governo di Tirana sul trattamento indegno riservato ai cani randagi della capitale e di altre città del Paese.

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Uccidere i randagi non è soltanto crudele ed eticamente inaccettabile, è anche totalmente inadatto a risolvere il fenomeno del randagismo. Ma in Albania, paese senza alcuna legge a tutela degli animali, funziona così. E da molto tempo ormai. Per questo ottanta organizzazioni della Federazione italiana associazioni diritti animali e ambiente, che oggi raccoglie alcuni dei principali gruppi animalisti e ambientalisti italiani, hanno scritto una lettera all’ambasciatrice albanese in Italia, Anila Bitri Lani, per richiamare l’attenzione del governo di Tirana sul trattamento riservato ai cani randagi della capitale e di altre città del Paese: «Chiediamo si metta fine a questa strage. Il nostro Paese non può e non deve rimanere indifferente. Chiediamo che le autorità locali pongano subito fine a questo massacro, crudele e ingiusto».

Il fenomeno del randagismo a Tirana

A Tirana gli animali randagi sono ovunque. Le loro condizioni sono pessime, vengono maltrattati e non esiste una legge che li tuteli, trasformandoli anche in facili prede per chi guadagna con i combattimenti tra cani. Secondo Animal Rescue Albania, un’organizzazione no profit che promuove la sensibilizzazione verso animali randagi e in cattività in tutto il paese attraverso campagne e raccolta fondi, il numero si aggira intorno ai 10 mila animali. Tutto questo perché, come accennato, in Albania non esistono strutture governative che si occupino di dare un riparo a questi animali. L’unico sistema che per anni lo Stato ha utilizzato è stato quello di sopprimere i cani nei modi più assurdi, spesso attraverso “sicari” mandati per le strade della città a sparare ai randagi, senza fare alcun tipo di approfondimento prima di effettuare la carneficina.

Un scempio che dura da anni

Queste modalità con cui viene affrontato il fenomeno del randigismo in Albania sono da parecchi anni nel mirino delle associazioni animaliste. Ma molto ancora è stato fatto a riguardo. Già nel 2012 era stata denunciata dall’Associazione per i Diritti degli animali in Albania (Ara), una strage di cani randagi a Durazzo. Gli animalisti avevano realizzato un video, diffuso su Youtube (e poi oscurato per le immagini troppo forti) nel quale si vedevano alcuni cani gettati su un camion, coperti da un telo di plastica e scaricati in una fossa comune.

Nel 2018, Enpa, raccolse informazioni inquietanti in merito al pogrom contro i randagi in atto a Tirana: cani fatti sparire dai quartieri dove vivevano. Cani uccisi e poi gettati in discarica come fossero rifiuti. E anche il programma Striscia La Notizia, sempre nello stesso anno, aveva dedicato un servizio alla delicata questione. L’inviato a Tirana, Edoardo Stoppa, girando per le strade della capitale aveva mostrato come spesso molti animali vengano scaricati malamente dai furgoni per poi essere macellati direttamente in mezzo alla strada.

E le cose in questi anni non sono migliorate affatto. Nella lettera, infatti, si legge che «molti cittadini albanesi protestano in piazza e ci scrivono denunciando il trattamento riservato ai cani vaganti all’approssimarsi della data fissata per le elezioni parlamentari», aggiungendo che «gli animali sarebbero catturati con il pretesto di una campagna di sterilizzazione, condotti nella clinica veterinaria comunale, brutalmente eliminati con un’iniezione di acido cloridrico nel cuore e poi “smaltiti” nella discarica cittadina».

Insomma, nulla è cambiato. E in Albania continuano a non esserci canili pubblici, né strutture governative che si occupino di dare un riparo a questi animali. La lettera si chiude con un appello: «L'Albania è un Paese amico dell’Italia, un Paese europeo e candidato all’ingresso nell’Unione europea, che come cittadini auspichiamo. La speranza è che l’ambasciatrice possa farsi interprete presso il governo del nostro sconcerto e della nostra indignazione per quanto ci riferiscono gli attivisti albanesi e che si ponga fine a questo massacro».

La petizione su Change.org

Lanciata nel 2019 da Emanuela Koci, la petizione raccoglie firme per cercare di ottenere che le istituzioni albanesi si attivino: «Lasciare i cani in mezzo alla strada che frugano tra la spazzatura, senza cibo, senza acqua, senza cure, senza amore è una vergogna», si legge sulla pagina online. «Questi animali già non hanno nessuno e per di più vengono presi di mira, sottoposti a torture ulteriori, come se il fatto di non avere cibo, né acqua, né igiene, non fosse abbastanza. Non bisogna iniettare dei microchip agli animali se poi vengono comunque riportati a vivere per strada, senza dimora, né attenzioni. Servono precauzioni e qualcuno che inizi a fare qualcosa. L'Albania non è un paese del terzo mondo: ha tutte le possibilità per iniziare ad aprire dei centri per animali abbandonati a se stessi, che soffrono. Vedo poca attenzione riguardo a questo tema, nonostante tutti si rendano conto che quegli animali abbiano bisogno di aiuto. Ciò, non solo aiuterebbe la situazione di quelle povere creature ad avere una vita dignitosa, ma anche, porterebbe nuovi posti di lavoro per veterinari, aiutanti, volontari. Aiutiamo questo paese a rispettare le creature meno fortunate».

Le associazioni animaliste che hanno firmato la lettera

Ente Nazionale Protezione Animale, Lega Antivivisezione, Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente, Lndc – Animal protection, Organizzazione Internazionale Protezione Animali.

Come federate:

A…mici felici e altri amici, AAE Conigli, Accademia di Kronos, Aiutiamo Fido, Amici Animali Onlus, Amico Gatto onlus, Amoglianimali Onlus, Anima Equina Onlus, Animal Aid Italia, Animal Equality, Animalisti Italiani Onlus, Anima Meticcia Onlus, Anita, ANPA, ARCA – Colonia felina della Piramide Onlus, Arca Amica Onlus, Arca della Valle, Asav, Associazione Difesa Animali Arco (Ada), Assovegan, Balzoo, Bauckingham Palace – tutti fuori dalle gabbie Onlus, Big Brother, Camminiamo Insieme Onlus, Cani e Mici per Amici Onlus, City Angels, Collettivo Animalista, Como Scodinzola, Compassion in World Farming (Ciwf), Con Fido nel Cuore Onlus, Cuori e Zampe Onlus, Diamoci la Zampa Onlus, Dna animale, Earth, Eolo a 4 zampe Onlus, Essere Animali, Filippo…semplicemente amore, Frida’s Friends onlus, Gabbie vuote, Gaia Italia, Gattini Cerca Casa – gli amici di Luigi, Gli amici del Pratone di Lissone, Green House, IAPL Italia, I Cani di Anna, I Favolosi Cani 80, Impronte Amiche Onlus, Italian Horse Protection, Le Orme Onlus, Liberinsieme, L’unione fa la Forza, Mondo Gatto Gruppo Volontari Onlus, NoiAnimali Onlus, Oasi degli Animali, OITA – Save the Pets, Ombre a quattro zampe, Pacav – Progetto aiuta un cane a vivere, Pandora Tortona odv, Podenco’s Angels Rescue, Progetto Islander, Progetto No Macello, Pro Parco onlus, Randagi per Caso Onlus, Rifugio del Micio, Rifugio Hermada, Samu Italia Onlus, SOS Gaia, SOS Levrieri, Tartamondo Onlus, Una Luce Fuori dal Lager, Universo di Maio Onlus, Voce Animale, Zampe d’oro Onlus, Zampette Felici Onlus. Aderiscono con un patto di scopo: Lega Abolizione Caccia, LAC, Lega Italiana Protezione Uccelli, LIPU, Federazione Nazionale Pro Natura, Marevivo, Wwf.

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Simona Sirianni
Giornalista
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