Il Parlamento turco ha approvato una legge che ha l'obiettivo di arginare il fenomeno del randagismo anche con metodi crudeli. Secondo le associazioni di tutela animale si sta preparando una strage nei confronti dei milioni di cani che vivono per le strade turche.
All'approvazione del disegno di legge il presidente Recep Tayyip Erdogan aveva affermato la necessità del provvedimento per affrontare il «problema dei cani randagi». Secondo le stime del Governo, sono circa 4 milioni i cani liberi. Prima che la legge venisse approvata, c'erano state numerose proteste e migliaia di persone erano scese in piazza a Istanbul.
Le associazioni di tutela animale hanno scritto alle autorità turche per esprimere la propria preoccupazione, tra queste la Humane Society International che si è rivolta direttamente a Erdogan per denunciare le «inutili sofferenze e morte a innumerevoli animali in una soluzione a breve termine che non fornirà una soluzione a lungo termine». In Italia, la LNDC Animal Protection ha scritto all’ambasciatore turco in Italia Ömer Gücük chiedendo di «fermare questa follia. La nuova legge, infatti, prevede che tutti gli animali d’affezione senza casa vengano catturati e chiusi in strutture già sovraffollate e inadatte a garantire il loro benessere».
L'associazione italiana rileva che i cani portatori di malattie contagiose o ritenuti aggressivi potranno essere uccisi. Questo è il punto più nebuloso e controverso, anche perché non viene specificato come verrà valutata la presunta aggressività dei cani o se – prima dell’eventuale uccisione – saranno tentati dei percorsi di recupero comportamentale. Allo stesso tempo, le presunte malattie contagiose possono essere facilmente arginate tramite cure e vaccinazioni, quindi non si capisce perché si debba ricorrere all’uccisione dei cani malati.
«Cani che fino ad oggi erano liberi di vivere la propria vita, rischiano adesso nella migliore delle ipotesi di essere rinchiusi in canili inadeguati e nella peggiore di essere uccisi – ha detto Piera Rosati, presidente LNDC Animal Protection – Ho ricordato quindi all’ambasciatore che l’unica soluzione realmente efficace per contrastare il fenomeno del randagismo è un serio programma di controllo delle nascite tramite sterilizzazione, cosa che è chiaramente mancata finora da parte delle istituzioni locali e nazionali turche. Non è accettabile che questa mancanza da parte degli enti preposti oggi debba essere pagata dagli animali».