Domani, 1 aprile 2023, i volontari dell’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) saranno a Milano per un un sit-in contro la strage degli agnelli in vista della prossima Pasqua. L’appuntamento è dalle 10 alle 12 in piazza del Duomo.
«La Pasqua è chiamata dai credenti anche “festa della speranza”, perché la risurrezione di Gesù dovrebbe dare speranza nella vita eterna, una speranza su cui si fonda la fede cristiana – ha detto la delegata dell’Oipa di Milano, Francesca Collodoro – Ma perché celebrare una festa così importante, che rappresenta il fondamento di una religione portatrice di un messaggio d’amore e di pace, sul sacrificio di un essere innocente? Noi non riusciamo a trovare una risposta, se non quella di un’incomprensibile tradizione molto lontana dalla fratellanza con altre specie viventi».
La vita di un cucciolo destinato a essere ucciso dissanguato vale 5,62 euro al chilo, secondo la cifra fissata dall’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea). E ogni anno, nel solo periodo della Pasqua, vengono uccisi oltre 300 mila tra agnelli e capretti. Ma è proprio necessario mettere in tavola l’agnello a Pasqua? Sarebbe una festività diversa se non si seguisse questa tradizione crudele? Per le tante associazioni e le persone dalla sensibilità animalista è evidente: la risposta è no.
Contestualmente all'iniziative, l'Oipa ha lanciato una campagna web e social che invita a diffondere un’immagine deliziosa e un semplice messaggio: «Anche se non mangi l’agnello, la Pasqua è sempre la stessa. In nome della vera pace, non mangiarlo».
La mercificazione degli agnelli, nelle sue varie fasi, esprime una crudeltà che va contro ogni morale. Strappati alle loro madri tra i 20 e i 40 giorni di vita, vengono pesati e issati sulle zampe, ammassati e caricati nei camion verso il loro ultimo viaggio. All’arrivo, sono scaricati come oggetti e destinati alla pratica di stordimento che non sempre viene effettuata secondo regolamento. Poi vengono uccisi, talvolta ancora coscienti. Si tratta di veri e propri viaggi della morte che in Italia proseguiranno ancora, dato che il Governo non intende mettere un freno.
Eppure sono tante le inchieste che hanno svelato la verità sul trasporto degli animali diretti al macello, il cui numero aumenta in maniera esponenziale in vista delle festività pasquali. «Le immagini diffuse dalle associazioni a tutela degli animali hanno determinato negli ultimi anni una sensibilizzazione e sempre più persone scelgono di non acquistare carne d’agnello – ha detto il presidente dell’Organizzazione Massimo Comparotto – Noi invitiamo a riflettere anche su quel che accade a tutti gli altri animali d’allevamento che soffrono allo stesso modo, ma se i carnivori intanto eliminassero l’agnello dalle tavole pasquali sarebbe già il primo passo verso un’alimentazione etica».
Le alternative alla carne sono molte, ricorda l’associazione, e chi di sceglie di non mangiare animali non è complice di un sistema che considera esseri senzienti come meri oggetti di consumo usati e abusati. L’industria dell’allevamento degli animali, inoltre, porta con sé evidenti impatti ambientali negativi.