Oggi si svolgerà a Trento la terza manifestazione nazionale della campagna #StopCasteller, organizzata dagli attivisti del centro sociale Bruno e dal collettivo Assemblea Antispecista. Gli organizzatori questa volta, oltre a ribadire la loro contrarietà alla detenzione degli orsi all'interno del recinto del Casteller, si schierano inoltre contro le nuove linee guida stilate nei giorni scorsi dalla Giunta Provinciale riguardo la gestione degli orsi considerati pericolosi. All'interno del documento infatti, la Provincia Autonoma di Trento, dichiara come non vincolante il parere di Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) fino ad oggi determinante in caso di insorgenza di situazioni potenzialmente pericolose, come riportato pochi giorni fa anche dal consigliere Michele Dallapicola nell'ambito di un'intervista in cui ha approfondito appunto il tema delle modifiche alle linee guida.
«Dopo aver rinchiuso gli orsi in gabbia al Casteller, questa escalation "anti orso" è culminata pochi giorni fa con la pubblicazione da parte della giunta leghista delle nuove linee guida che daranno al presidente Fugatti il potere di vita e di morte su questi animali – affermano gli attivisti nel comunicato stampa che presenta la manifestazione – Basterà appellarsi all'urgenza di intervenire rapidamente per procedere all’abbattimento degli orsi senza dovere renderne conto a nessuno».
Ed é proprio questa la paura che manifestano le associazioni riguardo la sopravvivenza di M62, l'orso radiocollarato nei giorni scorsi nei pressi di Andalo e che, in caso di nuovi disagi arrecati nei pressi degli abitati, potrebbe rischiare l'abbattimento senza dover attendere il via libera di Ispra.
Gli organizzatori: «L'amministrazione provinciale ha dichiarato guerra all'orso»
«L’amministrazione leghista, attualmente alla guida della Provincia di Trento – affermano in un comunicato stampa gli organizzatori – ha da tempo dichiarato guerra all’orso, specie che è stata reintrodotta volutamente in Trentino con un progetto finanziato dall'Unione europea e avrebbe dovuto essere tutelata e non perseguitata come sta accadendo». Secondo gli attivisti infatti, la gestione attuata da questa Giunta ha dimostrato più volte nell'ultimo anno un comportamento superficiale e disinteressato al benessere animale: «Siamo stufi delle bugie di Fugatti, di Zanotelli e della PAT, che continuano a mentire sulle reali condizioni degli orsi rinchiusi al Casteller, così come hanno fatto sulla deportazione di DJ3», continuano gli attivisti, ricordando ancora una volta la loro insoddisfazione riguardo le strategie utilizzate per il trasferimento dell'orsa DJ3 in un Parco Faunistico in Germania, senza darne comunicazione ufficiale. A renderlo pubblico infatti, in quell'occasione fu il generale dei Carabinieri del Cites, Massimiliano Conti, nell'ambito di una diretta streaming su facebook organizzata da LAV.
Ed è proprio la Lav (Lega Anti Vivisezione), ad aderire alla manifestazione di oggi insieme ad Oipa Trento, Assemblea transterritoriale Terra Corpi Territori e Spazi urbani di Non Una di Meno, CSM Trento, Intersexioni, Ippoasi, Mantova4animals, Parte in causa, Rifugio Alma Libre, Vitadacani, XR Trento e Zerospecismo.
Anche il Ministro Cingolani considerato parte in causa: «Disinformato sulla questione, dimentica la sua responsabilità»
Secondo gli organizzatori inoltre, anche il Ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha un ruolo determinante nella gestione, ritenuta da loro inadatta, messa in atto da parte della Provincia Autonoma: «Ha recentemente rilasciato dichiarazioni liquidando la questione in modo superficiale e disinformato – scrivono gli attivisti del centro sociale Bruno in un comunicato stampa riguardo gli eventi in programma oggi – dimenticandosi la responsabilità del suo dicastero nella questione della tutela della biodiversità degli ecosistemi».
Sempre a Trento gli stessi attivisti che oggi scendono in piazza in occasione della terza manifestazione di #Stopcasteller, poco più di un mese fa avevano contestato il Ministro Cingolani, collegato in video chiamata in occasione del Festival dell'Economia nel capoluogo trentino. In quel caso il tema era lo scarso interesse che, secondo il centro sociale Bruno e Assemblea Antispecista, viene rivolto all'ambiente all'interno del PNRR, ovvero il programma di investimenti che gli stati dell'Unione Europea hanno consegnato alla Commissione Ue per poter accedere alle risorse del Recovery Fund: «Al neo ministro per la transizione ecologica non interessa l’ecologia ma l’industria green che cerca nuove fonti di profitto nel disastro ecologico in corso», avevano infatti dichiarato in quell'occasione.
Sarà ancora una volta il CITES a verificare le condizioni di vita degli orsi del Casteller
Le tensioni tra le associazioni e il Presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, hanno subito un'escalation da quanto il rapporto del Cites pubblicato lo scorso settembre ha evidenziato una condizione di malessere psico fisico negli orsi rinchiusi all'interno del recinto del Casteller. Nei mesi successivi ad attirare ancora una volta l'attenzione sulla vita degli orsi catturati è stato unvideo pubblicato proprio dagli attivisti di #Stopcasteller, il quale mostrava gli animali all'interno di piccole gabbie. In quel caso l'’Assessore all’Agricoltura della Provincia di Trento Giulia Zanotelli aveva invece affermato che si trattasse di una situazione temporanea causata dagli interventi di manutenzione in atto all'interno del recinto. A determinare la realtà dei fatti all'interno del Casteller sarà però ancora una volta il CITES, chiamato dal Consiglio di Stato ad effetturare una nuova ispezione al Centro Faunistico di Trento, come richiesto dalle associazioni Oipa (Organizzazione internazionale protezione animali) ed Enpa (Ente nazionale protezione animali).
#Stopcasteller prende le distanze dalla violenza
Nonostante l'evidente disaccordo tra le associazioni interessate la Giunta Provinciale chiamata a gestire i plantigradi reinseriti sul territorio, #Stopcasteller ci tiene a ricordare che le attività organizzate nell'ambito della campagna sono di stampo non violento, come più volte ribadito anche in occasione dell'assegnazione della scorta al Presidente Maurizio Fugatti, il quale sostiene di aver ricevuto minacce a causa della gestione faunistica: «I giornali hanno insinuato un collegamento fra le minacce ricevute da Fugatti e la nostra campagna per la liberazione degli orsi – hanno affermato in quell'occasione gli attivisti che oggi scenderanno in piazza – viene il dubbio che, in questa operazione politico-mediatica, l’interesse non sia volto a capire come si sono svolti i fatti (chi ha minacciato e quando), ma la confusione di informazioni sia piuttosto funzionale alla criminalizzazione della campagna e alla vittimizzazione dei politici al potere, che in questo modo si trincerano ancora di più nel Palazzo, con tanto di scorta armata».