La decisione era attesa da tempo dagli agricoltori e adesso è arrivata: la Francia vieterà l’importazione da Paesi extra Ue delle carni di animali trattati con l’uso di antibiotici, già vietato all’interno dell’Unione Europea.
La norma partirà il 22 aprile, per concedere il tempo alle aziende del settore di ottenere dai propri grossisti la garanzia che la carne provenga da allevamenti che non utilizzano antibiotici per la crescita, ma anche per modificare la propria filiera, se necessario.
La Francia anticipa, così, una misura contenuta nel nuovo Regolamento sui farmaci veterinari che a livello europeo sarebbe dovuta entrare in vigore alla fine di gennaio, ma che è stata ritardata per la mancanza di legislazione sui controlli sanitari.
Il Regolamento aggiorna le norme esistenti sull’autorizzazione e l’uso dei medicinali veterinari nell’Unione europea e stabilisce le norme per la vendita, la fabbricazione, l’importazione, l’esportazione, la fornitura, la distribuzione, il controllo e l’uso di medicinali veterinari (VMP).
Gli obiettivi sono diversi: intanto, modernizzare la legislazione e poi stimolare lo sviluppo di medicinali veterinari innovativi, aumentandone la disponibilità. Nello specifico, le nuove regole intendono rafforzare l’azione dell’Ue nella battaglia contro la resistenza antimicrobica, definita dall’Oms, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, addirittura come una delle maggiori minacce alla salute globale, alla sicurezza alimentare e allo sviluppo.
L’uso eccessivo di questi antibiotici negli allevamenti intensivi, infatti, ha amplificato di molto lo sviluppo di batteri resistenti ai farmaci. Medicine che, peraltro, non sono utilizzate per curare gli animali malati, ma per prevenire le infezioni che si diffondono facilmente negli allevamenti intensivi a causa dell’eccessivo affollamento di animali presenti e delle condizioni precarie e inadeguate a cui sono sottoposti.
Ma somministrando antibiotici quando non c’è una malattia da combattere, i batteri si adattano più facilmente e sviluppano ceppi resistenti a questi farmaci, rendendoli poi molto meno efficaci nel momento in cui servono davvero.
Ovviamente questi antibiotici che vengono ingeriti dagli animali li ritroviamo poi nella carne che portiamo in tavola e provocano lo stesso grosso problema di resistenza agli antibiotici anche negli esseri umani. Preoccupazione che in modo sempre maggiore affligge i medici, sempre più disarmati nel combattere le infezioni batteriche.
La resistenza agli antibiotici è quindi una minaccia globale alla quale è necessario mettere un freno al più presto. Cosa che stanno cercando di fare anche i membri della Fefac, la Federazione dei produttori europei di mangimi che assiste gli associati nell’adozione di pratiche efficaci per ottenere questo tipo di prodotti nel rispetto dell’ambiente.
Ma non solo, perché la nuova sfida che il settore ha di fronte è quella della sostenibilità, una sfida lanciata a livello europeo dalla Commissione europea con il Green Deal e alla quale la federazione risponde con la Carta per la Sostenibilità dei mangimi 2030.
Un documento con cui la Federazione, che ogni anno, fino al 2030, pubblicherà un report valutativo sugli impegni realizzati dai suoi membri, sostiene la lotta ai cambiamenti climatici, la riduzione del rischio di deforestazione, la tutela della biodiversità e, ovviamente, il contrasto all’antibiotico-resistenza.
Le azioni che Fefac intende realizzare a livello federativo e a livello nazionale per contribuire alla transizione green sono, innanzitutto, fornire un contributo decisivo alla riduzione delle emissioni di gas serra e delle sostanze dannose concentrate nel letame. E per farlo, l’impegno della Federazione è volto a rendere la nutrizione animale più efficiente attraverso tecnologie nuove per la formulazione e la produzione di mangimi. La ricerca sta andando avanti e ha fornito risultati incoraggianti.
Ma, altrettanto forte, è anche l’impegno nel contrasto all’antibiotico-resistenza, nonché alla lotta per il benessere animale. Membro della Piattaforma europea per un “Uso responsabile dei medicinali negli animali”, Fefac sostiene l’approccio One Health per il contrasto integrato e multidisciplinare all’abuso di questi farmaci.
Cosa possibile da ottenere solo con una corretta gestione degli allevamenti e un’alimentazione adeguata. Animali allevati in buone condizioni, infatti, hanno meno bisogno di antibiotici. Fefac, in questo modo, partecipa al raggiungimento dell’obiettivo che l’Ue ha fissato nella strategia Farm to Fork: dimezzare l’uso di antimicrobici nella zootecnia entro il 2030.