video suggerito
video suggerito
Kodami Call
rubrica
14 Marzo 2023
11:50

Stop all’import di pelli di canguro in Italia: la proposta di legge di Europa Verde

Stop all'import di pelli di canguro in Italia. È questo il contenuto della proposta di legge presentata in Parlamento da Eleonora Evi in collaborazione con la Lav.

121 condivisioni
canguro
Stai leggendo Kodami Call non perderti altri contenuti di Kodami
Immagine

Stop all'import di pelli di canguro in Italia. È questo il contenuto della proposta di legge presentata in Parlamento da Eleonora Evi, deputata della Alleanza Verdi Sinistra e co-portavoce nazionale di Europa Verde.

L'Italia ad oggi è il primo importatore europeo di pelle di canguro, un materiale che viene usato sia da numerose aziende nel settore sportivo ma anche nel mercato della moda del lusso. La proposta di legge è stata elaborata insieme alla Lav, la Lega Antivivisezione che in un dossier del 2019 aveva già portato alla luce le gravi criticità legate alla "filiera del canguro".

«Oggi sappiamo che la caccia commerciale dei canguri, con una media di 2 milioni di canguri uccisi ogni singolo anno, è il più grande e cruento massacro di animali selvatici del pianeta e che l'Italia, in quanto primo importatore europeo di pelli di canguro, ne è direttamente coinvolta», è il commento di Evi leggendo i dati elaborati dalla Lav nel 2019.

Secondo il movimento Kangaroos Alive, però, i canguri uccisi nel 2022 sarebbero molti di più: si parla di circa 4 milioni secondo la quota federale fissata in Australia. Di questi, in Italia arriva circa il 30% di tutta la quota europea.

L'alta domanda va ad alimentare direttamente la caccia commerciale a questo animale: «La caccia al canguro è "segreta", avviene di notte nelle isolate e sconfinate praterie australiane – continua la deputata componente della commissione Attività produttive – Ciò implica una oggettiva e documentata impossibilità ad attuare le linee guida governative per l'uccisione dei canguri e una pressoché totale assenza di controlli. Di fronte ad una sempre più drammatica crisi di biodiversità globale non è possibile accettare queste pratiche crudeli e inutili delle quali il nostro paese si fa complice».

Simone Pavesi, responsabile Lav Area Moda Animal Free ha sottolineato come «grazie alla proposta legislativa depositata da Evi, l’Italia ha la possibilità di essere Paese guida in Europa nell’adozione di un provvedimento peraltro coerente anche con le recenti modifiche Costituzionali per cui l’iniziativa economica privata non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da arrecare danno all’ambiente (art.41 Cost); e l’uccisione di milioni di animali selvatici per meri fini commerciali, è evidentemente una pratica in contrasto con il principio costituzionale di tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni (art.9 Cost)».

In Europa saremmo i primi ad attuare simili provvedimenti, mentre altre realtà, negli Stati Uniti si sono già mosse: la California ha vietato i prodotti di canguro già negli anni Settanta, mentre l'Oregon e il Connecticut stanno valutando l'opportunità di introdurre divieti simili a breve.  Pavesi spiega a Kodami che lo stop all'import di pelli di canguro non sarebbe il primo provvedimento di questo tipo in cui l'Italia funge da apripista: «Esiste un precedente positivo che riguarda il divieto di importazione di pelle di foca. L'Italia nel 2006 è stato il primo paese Ue a prendere questo provvedimento che adesso è esteso a tutta l'Unione, e il primo firmatario fu Adolfo Urso, all'epoca viceministro al Commercio estero e oggi al dicastero delle Imprese».

L'istanza è partita dai cittadini ed è arrivata fino alle aziende. La statunitense Nike ha da poco annunciato che la pelle di canguro, usata per la produzione di alcuni dei suoi prodotti, sarà sostituita da materiale sintetico entro la fine del 2023. Un messaggio chiaro: smettere di comprare questi prodotti nei negozi italiani significa fermare la mattanza degli animali in Australia.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social