In Campania cambia la vita degli animali in allevamento: stop a gabbie e recinti sovraffollati. Il Consiglio regionale ha approvato all'unanimità la mozione presentata dal consigliere del Movimento 5 Stelle, Michele Cammarano per incrementare il benessere delle specie impiegate nel settore zootecnico.
«In Campania gli animali ospitati all’interno degli allevamenti intensivi non saranno più costretti a vivere chiusi in gabbie, spesso anguste, o stipati in recinti sovraffollati, tra la melma e i loro stessi escrementi. Con la mozione a mia firma approvata all’unanimità dal Consiglio regionale, metteremo fine a un fenomeno di autentico maltrattamento perpetrato da troppi anni», ha annunciato dal presidente della Commissione speciale Aree Interne.
Il passo compiuto dal Consiglio campano è in linea l’iniziativa "End the cage age", letteralmente "Stop all’era delle gabbie", che ha visto la consegna alla Commissione europea di 1,4 milioni di firme raccolte in tutta Europa. Dopo il successo della petizione popolare l'Ue ha accettato di presentare una proposta legislativa entro la fine del 2023 per eliminare progressivamente l'uso di gabbie per galline, suini materni, vitelli, conigli, anatre, oche e altri animali. Un progetto ambizioso che entro il 2027 dovrà coinvolgere tutte le specie d'allevamento.
In Italia sono stati 90mila a chiedere alla Commissione europea di eliminare l'uso delle gabbie per gli animali "da redditto", e a fare da capofila è stata proprio la Campania. «Quella relativa al benessere animale è una tematica sulla quale mi sono espresso favorevolmente e di cui mi sono già occupato in Parlamento Europeo – sottolinea l'assessore regionale all’Agricoltura Nicola Caputo – Oggi la Regione Campania è tra le realtà virtuose in cui gli animali ospitati all’interno degli allevamenti intensivi non saranno più costretti a vivere chiusi in gabbie, spesso anguste, o stipati in recinti sovraffollati e spesso in condizioni igienico sanitarie non consone».
La questione sanitaria della zootecnica campana non è affatto secondaria, come dimostrano anche i numeri raggiunti dall'epidemia di brucellosi bufalina, diffusa tra i bovini degli allevamenti. In simili contesti la promiscuità tra gli individui agevola il contagio, dando il via a una doppia mattanza: quella causata dalla malattia e quella che avviene per mano dell'uomo. Sono state centomila le bufale sane per alcuni test risultati poi falsi positivi: un dato che è al vaglio dei magistrati della Procura di Santa Maria Capua Vetere.
La Campania ha scelto quindi una nuova via maggiormente rispettosa degli animali: nel Piano di eradicazione presentato a febbraio 2022 dalla Regione al Ministero della Salute, infatti, viene finalmente privilegiato il vaccino al posto degli abbattimenti indiscriminati. Un cambio di passo virtuoso che oggi si riverbera in tutto il comparto zootecnico.
«Da oggi dobbiamo dare vita a un processo che punti a incentivare un modello di zootecnia risulti sempre più compatibile con l’ambiente, economicamente sostenibile e socialmente responsabile, con l’ambizione di dar vita a un modello per le filiere zootecniche», ha concluso Cammarano.